Non c’è niente di più eccitante per un genitore che assistere al raggiungimento di nuove tappe dello sviluppo del proprio figlio, e niente di più preoccupante di quando si ha la sensazione che il bambino possa rimanere indietro.
Dati rilevanti dalle ricerche stimano che circa il 10-20% dei bambini di età inferiore ai 3 anni mostra un ritardo nello sviluppo del linguaggio espressivo.
Lo sviluppo che ogni bambino segue, presenta molta variabilità, ci sono però dei segnali che sono considerati dei “campanelli di allarme”. Ad esempio, un vocabolario ridotto (meno di 50 parole) a 24 mesi, l’assenza di combinazioni di parole dopo i due anni, un incremento nel vocabolario piuttosto lento, l’assenza della gestualità o difficoltà nella comprensione.
Nel caso in cui vengano riscontrati tali elementi è sempre bene confrontarsi con uno specialista ed il proprio pediatra.
Ce ne parla la dott.ssa Laura Stella, logopedista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola a Milano.
Qual è il ruolo dei genitori nello sviluppo del linguaggio dei bambini?
Il ruolo del genitore nello sviluppo del linguaggio del suo bambino è comunque fondamentale: diversi studi confermano l’importanza dello stile comunicativo del care giver nell’acquisizione del linguaggio. Essi accompagnano il bambino in diversi contesti interattivi e promuovono azioni comunicative intenzionali.
Alcuni bambini con ritardi nello sviluppo del linguaggio ne usciranno spontaneamente, mentre altri avranno bisogno di una terapia logopedica. Non c’è modo di sapere quale strada prenderà il vostro bambino, ma se siete preoccupati ci sono molte cose che potete fare a casa per aiutarlo.
Ecco una breve descrizione di alcune indicazioni pratiche. Consiglio di provare una strategia per una settimana prima di introdurre la successiva. Non è necessario che ogni strategia venga utilizzata sempre, basta scegliere alcune volte al giorno o alla settimana in cui praticarla.
Utilizzate un ritmo lento e fare frequenti pause: nella quotidianità, mentre parlate con il vostro bambino, utilizzate un tono di voce normale (senza urlare) ma rallentando il ritmo. Non occorre sillabare le parole ma pronunciarle in modo che il bambino le possa sentire bene. Non abbiate fretta. Inoltre, utilizzate molte pause per permettere al bambino di inserirsi nella comunicazione.
Comunicate faccia a faccia: vari studi hanno dimostrato come il contatto visivo sia importante per lo sviluppo delle competenze comunicative, sociali e linguistiche. Mettetevi al livello del bambino mentre parlate. Osservare il bambino vuol dire anche lasciarsi guardare: il bambino che osserva l’espressione ed i movimenti delle labbra dell’adulto sarà facilitato nel momento in cui proverà lui stesso a riprodurli.
Mostrate di aver compreso la sua intenzione: un bambino che fatica a sviluppare il linguaggio verbale non è un bambino pigro. Se il bambino utilizza dei gesti è importante mostrare di aver capito cosa voleva dire, questo gli farà percepire di essere riuscito nel suo intento comunicativo. Quando avete compreso il suo obiettivo proponete voi la parola o la frase corretta. Per esempio: il bambino indica il succo, “vorresti il succo?” “Ecco il succo, questo è alla pera” “è buono il succo?”.
Non fate finta di non capire: riformulazione ed espansione; quando il bambino dice una parola sbagliata potete produrla voi nel modo corretto (riformulare) e successivamente riproporla in altri contesti (espansione). Allo stesso modo, se il bambino utilizza una frase scorretta, riproponetela voi utilizzando la struttura adeguata. Per esempio: il bambino dice “tasa”. “Sì, è la casa”. “ È bella questa casa?” “È la casa del bimbo”. Il bambino dice “bimbo pappa”, il genitore la produrrà correttamente “Si! Il bimbo vuole la pappa”.
Non chiedete al bambino di ripetere la parola: invece che chiedere al bambino di ripetere è più funzionale creare nuove situazioni, nel gioco o nella quotidianità, nelle quali la produzione avverrà in modo spontaneo. In tali occasione potrete produrla anche voi più volte (tramite riformulazione ed espansione). Per esempio: vogliamo proporre la parola “palla”? Possiamo cercare un libro in cui i personaggi giocano con la palla o fare un gioco con la palla.
Non sostituitevi a lui: può capitare di sapere già cosa vuole dire o cosa vuole avere il bambino. Anticipandolo però non gli viene dato il tempo e la possibilità di provare a comunicare il suo bisogno.
Fate una narrazione “in diretta”: il linguaggio parallelo è uno strumento molto utile nello sviluppo del linguaggio. Racconta quello che sta succedendo e quello che state facendo. Utilizzate molte parole e frasi semplici e complete. Per esempio: “ora ci vestiamo, prendiamo la maglia con il leoncino” “poi mettiamo i pantaloni”…
Leggete libri e storie: un modo per aiutare il bambino con un ritardo del linguaggio è leggergli qualcosa ogni giorno, il più spesso possibile. Spesso i bambini imparano a parlare e a emettere suoni attraverso l’imitazione e l’interazione. Leggete con il vostro bimbo libri adatti alla sua età e permettetegli di esercitarsi a “leggere” insieme a voi.
Durante questi momenti è importante rendere partecipe il bambino e permettergli di indicare, girare le pagine ed inserirsi nel racconto. Seguite il suo interesse e denominate gli oggetti e le figure a disposizione anche più volte. Inoltre, nella lettura dei libri (e in generale nella comunicazione), variare il tono, la mimica facciale, ed utilizzare i gesti, aiutano il bambino nella comprensione e nel mantenimento dell’attenzione.
Favorite il gioco simbolico: durante i momenti di gioco favorite un gioco simbolico (ovvero “fare finta di”) in base all’ interesse del bambino. Questo permette sia di sviluppare la competenza simbolica (che è fondamentale per poter sviluppare il linguaggio) sia di creare situazioni in cui è possibile stimolare numerose parole e frasi. Per esempio il gioco della spesa. Il genitore che interpreta il cliente potrebbe dire “Vorrei comprare una mela… poi una banana”. “Sì grazie, sembra proprio buona questa mela”, “ora vado alla cassa! Devo pagare”, “ho comprato una mela e una banana, quanto costano?” Etc.
Proponete giochi con i suoni: per produrre i suoni del linguaggio utilizziamo la lingua e le labbra, durante il gioco è possibile potenziare i movimenti di queste strutture. Per esempio: soffiare le bolle (per soffiare serve portare le labbra in avanti proprio come facciamo per dire la ‘o’), fare le pernacchie, fare lo schiocco del cavallo, etc.
Come dobbiamo comportarci se non capiamo cosa dice il bambino?
- Fate domande con delle alternative. Questo permette di dare al bambino la possibilità di comunicare quello che desiderava, inoltre date il modello corretto di quello che voleva dire. Per esempio: ho capito che vorresti giocare ma non ho capito quale gioco. Giochiamo con le macchinine o con gli animali?
- Chiedere di mostrare quello che voleva dire.
- Siate informati sugli interessi del bambino. Sapere quali sono gli argomenti di suo interesse e le sue esperienze, vi aiuterà a comprenderlo meglio.
- Comprendete la frustrazione di un bambino che non riesce ad essere compreso. Potete assumervi la responsabilità di non aver capito. Ad esempio: “Mi dispiace non so cosa vuole dire”, “non ho sentito, dimmi di nuovo”.
Dopo aver letto questi semplici modi per incoraggiare la produzione linguistica del vostro bambino, valutate quali sono le strategie più facili da mettere in pratica giorno per giorno. Più sarete costanti nell’utilizzo delle strategie, più è probabile che il vostro bambino ne tragga beneficio.
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