L’ecografia alle anche dei neonati è un esame indispensabile per avere una diagnosi precoce di displasia dell’anca. Generalmente viene eseguita qualche settimana dopo il parto, si consiglia tuttavia di sottoporre il bambino a questo esame entro i primi 2/3 mesi di vita, quando le anche non sono ancora particolarmente ossificate. Ma come funziona esattamente?
Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Bibiana Bozzini, medico radiologo presso gli ambulatori Humanitas Medical Care Murat e Monza e presso Humanitas San Pio X a Milano.
A che cosa serve l’ecografia delle anche ai neonati?
L’ecografia alle anche (o neonatale) consente di valutare la morfologia e la crescita della cavità acetabolare (parte del bacino a forma di coppa), e della testa femorale, permettendo di individuare precocemente alcune anomalie come la displasia e la lussazione.
Che cos’è la displasia congenita dell’anca?
È un’alterazione dello sviluppo dell’articolazione che può essere più o meno grave: i casi più lievi vengono controllati semplicemente nel tempo, mentre quelli più gravi, possono essere estremamente invalidanti. Per questo necessita di essere riconosciuta precocemente, in modo da procedere al trattamento il prima possibile: se il problema alle anche non viene rilevato alla nascita, si manifesterà in età adulta e a quel punto potrà essere risolto solo con un intervento chirurgico.
Quali sono i fattori di rischio della displasia congenita dell’anca?
I fattori di rischio possono essere diversi: nascita prima del termine previsto, familiarità per questa patologia, o meccanici, per esempio, nei bambini che nascono in posizione podalica.
Nel caso fossero presenti dei fattori di rischio è consigliabile eseguire tale esame entro i primi 45 giorni di vita.
Come si svolge l’ecografia delle anche ai neonati?
Il bebè viene posizionato sul fianco con l’aiuto dei genitori. Il medico posiziona la sonda ecografica, ricoperta di gel (solitamente caldo per evitare al piccolo la sensazione del freddo), su entrambe le anche, per studiarle nel dettaglio.
Dura pochi minuti (circa 10-15) e non reca nessun fastidio al neonato.
Come si riconosce la displasia dell’anca?
Dopo aver acquisito l’immagine ecografica tenendo il bimbo nella corretta posizione lo si lascia libero di muoversi e vengono effettuate – sull’immagine già ottenuta – delle valutazioni sulla morfologia delle componente ossee e cartilaginee che costituiscono l’acetabolo, insieme alle misurazioni degli angoli che individuano la corretta capacità dell’acetabolo di contenere la testa femorale in via di ossificazione.
Quanto è comune la displasia dell’anca nei neonati?
L’incidenza varia fra l’1 e il 2,5% dei nati vivi, è bilaterale nel 20-45% dei casi ed è più frequente nelle femmine, con una percentuale di ⅙.
Cosa succede in caso di anomalia dell’anca?
Se si riscontra un problema morfologico o di alterazione degli angoli il piccolo paziente viene inviato alla valutazione di uno specialista ortopedico pediatrico che ha a sua disposizione una serie di trattamenti (dai più lievi fino al divaricatore) per correggere la situazione prima che si cronicizzi.
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