Volare crea preoccupazione e ansia a moltissime persone e, ad alcune di esse, può addirittura scatenare crisi di panico con conseguenti malesseri anche seri. Ciò potrebbe anche essere dovuto alla qualità dell’aria (riciclata) respirata all’interno dell’aereo.
Che cosa si può fare per evitare ai passeggeri questi disturbi e rendere il viaggio in aereo più rilassante, lo abbiamo chiesto al dottor Stefano Ottolini, responsabile del Pronto Soccorso in Humanitas.
Perché in aereo possono insorgere dei malesseri?
Ossigeno ridotto, elevati tassi di anidride carbonica, sistemi di ventilazione non sempre adeguati, aria secca e prolungata immobilità in spazi ristretti sono i principali elementi che potrebbero favorire malesseri, più o meno gravi, anche in persone che godono di buona salute, durante e dopo un viaggio in aereo, soprattutto se di lunga durata.
Quali sono i principali disturbi che potrebbero insorgere?
Gli elevati tassi di anidride carbonica presenti in cabina potrebbero scatenare attacchi di panico con tachicardia, sensazione di mancanza d’aria, tensione e dolore muscolare, aumento della sudorazione, nausea e vomito.
Esistono farmaci per contrastare la paura di volare?
“L’eventuale uso di farmaci per tenere a bada la paura di volare – risponde Ottolini – deve avvenire sotto stretto controllo medico”. Si tratta di terapie farmacologiche specifiche per chi ha problemi d’insonnia nei giorni precedenti il volo o per chi soffre di attacchi di panico.
Quali sono i possibili accorgimenti per tenere sotto controllo l’ansia durante il volo?
Il dottor Ottolini fornisce una serie di consigli molto utili per stare più rilassati in volo:
- non cambiare abitudini alimentari e mangiare bene e a sufficienza, perché lo stomaco vuoto incrementa lo stress;
- ricorrere a un po’ di cioccolata piuttosto che all’alcol che, assunto in modiche quantità può rilassare i muscoli e sciogliere la tensione emotiva ma, superata una certa soglia, rischia di condurre a una generale irrequietezza diventando pericoloso soprattutto per gli obesi e i cardiopatici;
- leggere un buon libro o ascoltare della musica in modo da non concentrarsi sui rumori del tutto normali, ma che l’ansia potrebbe far percepire come indizi di catastrofe imminente;
- in caso di iperventilazione (aumento della frequenza del respiro accompagnato da formicolii e vertigini) respirare per circa un minuto in un sacchetto di carta, ripetendo ciclicamente la manovra dopo un’analoga fase di respirazione naturale; così viene innalzato il livello di anidride carbonica nel sangue e ridotto l’eccesso di ossigeno.
Infine, “può essere utile partecipare a uno dei seminari che diverse compagnie aeree e non solo organizzano specificatamente per chi soffre di questa fobia”, afferma l’esperto.
Può essere utile la presenza di un medico a bordo?
“Personalmente – spiega il dottore – non so quanto questo possa risultare una misura efficiente ed efficace, perché tra le reali emergenze che si possono presentare ben poche sono quelle risolvibili dalla presenza di un medico a bordo, soprattutto se si considera che le possibilità di intervento sono limitate da una serie di fattori, come spazi angusti e mancanza di strumenti adeguati di diagnosi e terapia”.
“Piuttosto – conclude Ottolini – penso che sarebbe più utile formare i membri dell’equipaggio sulle tecniche di soccorso di base e sviluppare sistemi di telemedicina per permettere a un medico a terra di monitorare il paziente in volo e fornire utili indicazioni o suggerimenti in attesa di un eventuale scalo di emergenza che si dovesse rendere necessario”.
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