Negli ultimi tempi si tende a identificare il colesterolo come una malattia della vecchiaia che colpisce solo persone oltre una certa età.
Per questo motivo, quindi, occorre una maggiore prevenzione per combattere questa malattia, con il rischio di favorirne lo sviluppo.
Per capire meglio il problema ne abbiamo parlato con la Dottoressa Lidia Rota, presidentessa di ALT (Associazione per la Lotta alla Trombosi), presso l’Istituto Clinico Humanitas.
Una battaglia che inizia in giovane età
Procrastinare è come utilizzare una carta di credito: ci si diverte molto fino a quando non arriva il conto.
E il conto, in questo caso, è salatissimo e rischia di danneggiare la nostra salute.
I livelli di colesterolo alti, infatti, aumentano la probabilità di infarto del 39% ogni dieci anni di vita già a partire dai 35 anni di vita.
Combatterlo in tempo, quindi, è un consiglio condiviso non solo dalla Duke University che ha effettuato questo studio, ma da tutti gli specialisti in materia.
Un po’ di dati
Da qualche anno si svolge, in America, uno studio su 1478 soggetti di 55 anni che ha lo scopo di mettere in relazione il colesterolo con il rischio di infarto.
Lo studio si chiama Framingham Heart Study e ha evidenziato che 40 soggetti su 100, in seguito all’esposizione a valori alti di colesterolo per almeno 10 anni, avevano quadruplicato il rischio di infarto rispetto a persone che presentavano un valore di colesterolo nella norma.
La conclusione, quindi, è che l’iperlipidemia (ovvero la presenza eccessiva di grassi nel sangue) è tanto dannosa quanto il fumo di centinaia di sigarette.
Come combattere il colesterolo?
Nel nostro organismo, i grassi svolgono la funzione di carburante e vengono bruciati quando facciamo attività fisica.
Per questo motivo, quindi, i consigli per ridurne i valori sono:
- avere un programma di attività fisica moderata;
- seguire una dieta equilibrata;
- tenere sotto controllo il proprio peso corporeo e la pressione.
Per non rischiare, poi, è meglio iniziare la prevenzione di questa malattia già dall’infanzia e seguire il famoso detto “prevenire è meglio che curare”.
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