La cistite è un’infiammazione molto comune (quasi tutte le donne ne soffrono almeno una volta nella vita), che generalmente non dà complicazioni a meno che i batteri non raggiungano i reni. In questo caso si parla di pielonefrite, una patologia molto grave che può interessare prevalentemente solo un rene, ma talvolta entrambi i reni.
La pielonefrite richiede un intervento immediato per la possibile, rara, evoluzione in shock settico.
Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Adriana Aroldi, nefrologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Murat a Milano.
Quali sono le cause di un’infezione renale?
Come dicevamo, l’infezione renale può essere la conseguenza di una cistite, ovvero l’infezione della vescica, che si verifica quando i batteri che sono presenti nell’intestino passano attraverso le vie linfatiche o, nella donna, risalendo dall’uretra o dalla vagina, nella vescica. La pielonefrite si sviluppa quando i batteri risalgono ulteriormente attraverso gli ureteri fino ai reni.
Un’altra possibile causa di pielonefrite è la colonizzazione di germi durante un’infezione sistemica (generalizzata).
Tuttavia, l’infezione renale può essere favorita anche se il flusso di urina è parzialmente o totalmente ostacolato nel tratto urinario, a causa di calcoli renali, prostata molto ingrossata o un problema anatomico.
Chi sono i soggetti più a rischio?
Le donne, a causa della conformazione dell’uretra, più corta rispetto a quella dell’uomo, che rende più facile l’ingresso ascendente dei batteri nelle vie urinarie.
Il rischio può aumentare anche nei pazienti con diabete mellito, catetere vescicale a permanenza, durante la gravidanza, vescica neurologica, malformazioni anatomiche delle vie urinarie, trapiantati renali e soggetti con basse difese immunitarie (tipo infezione HIV, malattie autoimmuni, terapie cortisoniche protratte).
Si possono prevenire le infezioni renali?
Si possono ridurre le possibilità di sviluppare un’infezione renale bevendo molti liquidi per eliminare i batteri dalle vie urinarie, mantenendo puliti i genitali
e curando la stitichezza.
Quali sono i sintomi di un’infezione renale?
I sintomi di un’infezione renale possono includere:
· Febbre >37.9
· Brividi
· Dolore al fianco che si può irradiare a livello lombare e talvolta a livello toracico
· Malessere generalizzato con nausea e vomito
· Nel maschio anche dolore pelvico e perineale se si associa a prostatite
· Dolore o bruciore durante la minzione
· Minzioni frequenti ed impellenti
· Anomalie nel colore e nell’odore delle urine
A quali complicazioni può portare un’infezione renale?
Se non trattata in modo adeguato, un’infezione renale può portare a complicazioni potenzialmente gravi, come:
· Cicatrici renali che possono compromettere la funzionalità renale ed evolvere in pielonefrite cronica con insufficienza renale.
· Ipertensione arteriosa
· Un’infezione renale può causare la diffusione di batteri nel corpo attraverso il flusso sanguigno e causare un’infezione di tutto l’organismo definita come sepsi
· Particolarmente critica l’infezione renale in gravidanza per le conseguenze potenziali sul feto
Come viene diagnosticata un’infezione renale?
Per diagnosticare un’infezione renale è necessario eseguire una urinocoltura per ricercare il batterio che causa l’infezione e identificare quale è l’antibiotico più efficace, e l’esame delle urine.
Nei pazienti più compromessi, e/o anziani, anche un prelievo del sangue può essere utile per identificare se la funzione renale è conservata o compromessa e la gravità dell’infezione.
Le indagini strumentali (come ecografia o TAC) vengono utilizzate solo nei pazienti più compromessi o se dopo 48-72 ore dall’inizio dell’antibiotico persiste febbre elevata (soprattutto se si teme un’ostruzione delle vie urinarie o un calcolo nell’uretere)
Infine, anche l’esplorazione rettale (negli uomini), per escludere una prostatite, può essere utile alla diagnosi.
Come può essere trattata un’infezione renale?
Si inizia a trattare l’infezione con una terapia antibiotica “empirica” a largo spettro che deve avere una buona concentrazione a livello del tessuto renale. Ciò in attesa dell’esito dell’urinocoltura (in genere ci vogliono 3-4 giorni).
L’urinocoltura ci dirà quale batterio ha causato l’infezione ed indicherà eventualmente un altro antibiotico più mirato ed efficace.
Dopo quanto inizierò a sentirmi meglio?
Se l’antibiotico somministrato è efficace i sintomi migliorano già dopo le prime 48-72 ore di terapia. In caso di mancato miglioramento bisogna prendere in considerazione 2 fattori:
1. L’antibiotico scelto non è efficace per quel germe o il germe ha sviluppato una resistenza a quell’antibiotico (l’esito dell’urinocoltura con l’antibiogramma aiuterà a scegliere un antibiotico efficace)
2. Ci siano fattori imprevisti: in questi casi è necessario approfondire con l’indagine strumentale (ecografia e/o TAC)
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