La colonscopia, detta anche pancolonscopia, è un esame endoscopico che permette l’esplorazione delle pareti interne dell’intestino crasso, o “grosso intestino” (in particolare il colon) per evidenziare la presenza di lesioni, polipi, ulcere o altri problemi. Affinché ciò sia possibile, il colon deve essere ripulito dal suo normale contenuto e, per questo motivo, riveste particolare importanza la fase di preparazione che deve essere iniziata qualche giorno prima dell’esame.
In che cosa consiste la preparazione?
Per la buona riuscita dell’esame, e per non correre il rischio di doverlo ripetere, occorre che l’intestino sia completamente privo di scorie alimentari. Quindi, al paziente vengono fornite delle istruzioni da seguire scrupolosamente. Durante i tre giorni precedenti l’indagine diagnostica egli deve escludere dalla dieta frutta e verdura, poiché rendono le feci meno compatte. La preparazione vera e propria, che ha lo scopo di svuotare completamente l’intestino, si effettua il giorno precedente l’esame con l’utilizzo di un purgante che provoca un’evacuazione abbondante. Nei casi particolari in cui sia impossibile assumerlo (per esempio, pazienti che non possono sovraccaricarsi di liquidi perché cardiopatici o con insufficienza renale) o il paziente non riesca a completare la preparazione per vari motivi, si ricorre a ripetuti enteroclismi.
Che cosa avviene il giorno dell’intervento?
Il paziente che deve effettuare la colonscopia, il giorno previsto per l’intervento si deve presentare a digiuno, sempre che le sue condizioni lo permettano e non abbia problemi a interrompere terapie particolari che sta seguendo. Poiché durante l’esame potrebbe essere necessario prelevare un frammento di tessuto per effettuare una biopsia, ogni eventuale trattamento con farmaci anti-coagulanti deve essere temporaneamente sospeso. Il medico richiederà al paziente di presentarsi con esami del sangue recenti, non più vecchi di quindici giorni, che comprendano l’emocromo e i test di coagulazione del sangue.
Come avviene l’esame?
La colonscopia è eseguita mediante l’endoscopio, un tubicino flessibile di circa 8-9 millimetri, dotato di un sistema di illuminazione collocato esattamente sulla punta (il cosiddetto “occhio”), che viene introdotto attraverso l’apertura anale e fatto risalire lungo tutto il colon molto lentamente. Durante l’esecuzione la persona è sdraiata su un fianco. Il controllo endoscopico non è doloroso ma fastidioso perché, per facilitarne l’osservazione, l’intestino viene disteso mediante insufflazione d’aria o lavato mediante irrigazione. È possibile avvertire fenomeni transitori di meteorismo o crampi.
A volte al paziente viene somministrato un sedativo per via endovenosa; dato che questi farmaci riducono lo stato di vigilanza, si consiglia sempre a chi deve effettuare questo tipo di esame di presentarsi accompagnato, poiché a controllo eseguito potrebbe non essere in grado di guidare. Nel corso dell’esame il medico, senza provocare alcun tipo di dolore, potrà asportare polipi o prelevare dei campioni di tessuto che saranno successivamente esaminati (biopsie). Attraverso “l’occhio” è come se l’operatore vedesse direttamente con i suoi occhi, ma vi sono anche i più moderni video-endoscopi muniti di telecamera che permettono ingrandimenti quasi a livello di un microscopio (si possono vedere addirittura i capillari e il sangue che vi scorre) per poter fare diagnosi di carcinoma su aree degenerate.
La durata dell’esame si aggira intorno ai 15-20 minuti, ma tutto dipende dalla porzione di intestino da osservare e dalle relative manovre necessarie.
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