Carne, insalata o uova dimenticate nel frigo e ritrovate dopo qualche giorno, sono da buttare? La maggior parte delle persone fa così. Le date di scadenza riportate sugli alimenti, infatti, rappresentano la principale causa dello spreco alimentare nel nostro Paese e non solo. Gli alimenti deperibili possono costituire un pericolo per la salute o, talvolta, possono essere mangiati con qualche giorno di ritardo?
Lo abbiamo chiesto la dott.ssa Chiara Circosta, nutrizionista presso il centro Humanitas Medical Care Domodossola a Milano.
Alimenti scaduti, quali sono i rischi per la salute?
Mangiare un alimento oltre la data di scadenza può portare ad un’intossicazione alimentare (con sintomi come: febbre, brividi, crampi allo stomaco, diarrea, nausea e vomito). Si tratta di infezioni o irritazioni gastrointestinali, causate principalmente da batteri e virus, ma anche da parassiti o agenti chimici nocivi.
Generalmente non sono disturbi gravi e i sintomi si risolvono in poche ore o giorni, tuttavia alcune forme richiedono assistenza medica.
Cibi scaduti, quali si possono mangiare?
Bisogna fare prima una precisazione riguardante l’etichetta alimentare.
Si possono trovare due tipologie di diciture per quello che è il consumo dell’alimento e quindi la data entro cui consumarlo.
Parliamo quindi di data di scadenza.
La dicitura “consumare entro” dà l’indicazione che quell’alimento o cibo dev’essere necessariamente consumato entro la data indicata.
La dicitura “consumare preferibilmente entro” dà l’indicazione, come se fosse un consiglio, di consumare quel cibo “preferibilmente” entro la data indicata.
In questo caso quindi, se l’alimento viene consumato successivamente, che siano giorni, settimane o mesi (in base al tipo di alimento), non dovrebbe apportare danni alla salute.
Da ricordare che l’alimento, al momento del consumo oltre la data di scadenza, dovrà comunque essere sigillato.
Se aperto, non bisognerà più fare riferimento alla data di scadenza, ma bisognerà considerare l’indicazione sul consumo del prodotto una volta aperto.
Questa informazione è sempre scritta sulla confezione.
Quindi, sì, alcuni cibi possono essere mangiati oltre la data di scadenza; tuttavia, è fondamentale che vengano conservati in maniera ottimale e a corrette temperature. Di seguito alcune indicazioni riguardo agli alimenti più comuni presenti sulle nostre tavole:
· Conserve di pomodoro: hanno una scadenza che può andare dai 12 ai 20 mesi; tuttavia, il consumo entro due mesi dalla scadenza non rappresenta un rischio.
· Conserve sottaceto: la scadenza varia da 2 a 3 anni; ma come per le conserve di pomodoro non ci sono problemi se vengono consumati entro due mesi dalla scadenza.
· Formaggi freschi: è necessario attenersi alla data di scadenza indicata sulla confezione.
· Formaggi stagionati e a pasta dura: si possono mangiare oltre la data di scadenza, rimuovendo l’eventuale muffa in superficie.
· Latte fresco: la legge stabilisce la scadenza del latte fresco nel sesto giorno successivo a quello del trattamento termico.
· Olio: può essere consumato fino a otto mesi dopo la data di scadenza.
· Pasta secca e riso: questi prodotti hanno una scadenza che varia dai 2 ai 2 anni e 6 mesi; ma possono essere consumati anche qualche mese dopo.
· Pesce e piatti surgelati: se conservati correttamente, possono essere mangiati fino a due mesi dopo la data di scadenza riportata sulla confezione.
· Pesce in scatola: anche in questo caso può essere consumato tranquillamente entro uno o due mesi dalla data di scadenza, salvo una corretta conservazione.
· Carne macinata e pollame: possono durare al massimo 1-2 giorni oltre la data di scadenza, sempre previa corretta conservazione.
· Salumi affettati: vanno consumati entro la data di scadenza indicata sulla confezione.
· Succhi di frutta: queste bevande hanno scadenze variabili dai 6 ai 12 mesi, da rispettare secondo data indicata.
· Uova: se crude o alla coque, dovrebbero venir consumate al massimo nei 3 giorni successivi alla data di scadenza.
· Yogurt: possono essere consumati fino a 6 o 7 giorni dopo la data di scadenza; tuttavia, le loro proprietà nutritive risulteranno ridotte.
I consigli della specialista
Più in generale, possiamo dire che:
- Tutti i prodotti freschi come frutta e verdura, di cui non viene riportata una data di scadenza, dovrebbero essere consumati entro qualche giorno dall’acquisto.
- Per latte e derivati è necessario attenersi alla data di scadenza, in quanto vi è la dicitura “consumare entro”.
- I prodotti confezionati, sott’olio, sott’aceto, in scatola, surgelati o secchi, possono essere consumati anche oltre la data di scadenza riportata, seguendo i consigli sopra citati.
- L’acqua in bottiglia, ha una data di scadenza particolarmente lontana. È quindi difficile che si possa superare la data di scadenza.
- Gli alimenti freschi come carne e pesce, o verdure, per aumentare la loro “durabilità” nel tempo, si possono cucinare, e successivamente congelare. Al momento del congelamento, non far passare più di due mesi per il consumo.
Sedi
-
12.000.000 Visite
-
1.000.000 pazienti
-
7.300 professionisti
-
190.000 ricoveri
-
12.000 medici