Cheratocono, quando è possibile trattarlo con la tecnica del cross-linking?

Il cheratocono (dal greco keratos: cornea, e konos: cono) è una malattia della cornea (la prima lente del sistema visivo occhio) che porta a un suo progressivo assottigliamento ed aumento della curvatura, generando un astigmatismo irregolare. Ciò rende la visione sempre più sfocata e difficilmente correggibile con gli occhiali. Negli stadi terminali, il deficit visivo è notevolmente invalidante e non è possibile correggerlo nemmeno con le lenti a contatto. In passato, questa malattia, quando avanzata rendeva necessario ricorrere ad un trapianto di cornea. Oggi, grazie alla tecnica del cross-linking corneale, è possibile arrestare il progredire del cheratocono, garantendo al paziente una stabilità visiva e scongiurando la necessità di dover ricorrere ad un intervento di trapianto di cornea.

Ce ne parla il dottor Fabrizio Camesasca, Aiuto di Oculistica del Centro Oculistico Humanitas di Rozzano, Responsabile dell’Oculistica Humanitas Medical Care e disponibile anche presso Humanitas Medical Care di Domodossola.

Quanto è comune il cheratocono?

Si stima che in Europa l’incidenza di questa malattia vari tra 6.8/100.000 (Macedonia) e 1190/100.000 (Francia) [1].  È una patologia variabile che tende a colpire entrambi gli occhi, spesso con un livello di gravità differente.

Quali sono le cause del cheratocono?

A 160 anni dalla sua scoperta, la vera causa del cheratocono rimane enigmatica [1]. Il cheratocono presenta molteplici malattie associate, e ciò suggerisce che sia la manifestazione locale di una malattia che colpisce il tessuto connettivale [1].

Altri ritengono che un ruolo importante sia giocato da fattori esterni (come microtraumi da sfregamento o allergie) [1].

Perché è importante individuare per tempo il cheratocono?

Una diagnosi precoce è fondamentale per contrastare e arrestare il cheratocono prima che raggiunga fasi di sviluppo critiche, ovvero prima che la cornea cominci a deformarsi marcatamente, producendo immagini distorte e confuse sia da vicino che da lontano, comportando nei casi più gravi (quando si opacizza e il tessuto corneale diventa estremamente sottile), un rischio di perforazione.

Quali sono i sintomi del cheratocono?

La diagnosi del cheratocono è particolarmente importante nelle persone  più giovani. Una visita oculistica ogni tre anni, effettuata entro i 18 anni, consente un monitoraggio preciso della situazione visiva. Dopo tale età, un controllo è sempre raccomandato in caso di variazione della qualità visiva. Caratteristici del cheratocono sono la comparsa o la variazione dell’astigmatismo, con conseguente calo visivo. Spesso il paziente è affetto da allergie e tende a fregarsi frequentemente gli occhi, pratica che aggrava il cheratocono.

Rischio di cheratocono: quali esami fare?

Gli esami che consentono di identificare la patologia ancora prima che i sintomi si manifestino sono:

  • La topografia corneale: permette di generare una mappa della curvatura e una mappa altitudinale della superficie corneale anteriore. Ne descrive quindi in dettaglio la forma della superficie anteriore.
  • La tomografia corneale: esamina curvatura, elevazione e spessore della cornea a più livelli. Ne descrive quindi la forma della superficie anteriore, di quella posteriore e lo spessore della cornea stessa.Con lo studio di indici matematici particolari (topometrici e tomografici – Belin-Ambrosio) consente di evidenziare anche le forme più leggere di ectasia corneale e verificarne l’evoluzione.
  • La pachimetria corneale: consente di valutare lo spessore della cornea, localizzando il punto più sottile.

Che cos’è il cross-linking ?

Il cross-linking corneale è una tecnica rapida, indolore che con una sola seduta permette di ottenere un efficace effetto terapeutico. Si basa sul rafforzamento della struttura portante della cornea, lo stroma, mediante creazione di particolari legami tra le sue fibre in seguito a imbibizione del tessuto con riboflavina – una vitamina – ed alla successiva irradiazione con raggi UV.

Il cross-linking può essere utilizzato praticamente in qualunque stadio della malattia, sempre che sia rispettato il criterio dello spessore. È chiaro che più precoce è il trattamento – una volta definita la progressione certa del cheratocono – e migliori saranno i risultati.

Chi può sottoporsi al cross-linking ?

Il cross-linking della cornea è una tecnica che ha come obiettivo l’irrigidimento della cornea, è quindi destinata a coloro che soffrono di cheratocono e che hanno una ectasia, ovvero un peggioramento della malattia dimostrato nel tempo da progressivo incurvamento ed assottigliamento. Lo spessore corneale, mediamente di 540 micron nel soggetto normale, per effettuare il trattamento in sicurezza non deve essersi ridotto a meno di 400 micron. Altra applicazione importante del cross-linking è il trattamento dell’ectasia, che si verifica in occhi con apparente cheratocono frusto non diagnosticato e che sono stati sottoposti a chirurgia refrattiva laser [2].

Quanto dura il beneficio del cross- linking?

Non esiste la certezza sulla durata del trattamento, la sua efficacia è legata all’età del paziente e al livello di severità della malattia al momento del trattamento. Usualmente, è di molti anni, spesso per sempre, anche in considerazione del fatto che la stessa luce solare effettua, nel corso della vita di una persona, un effetto di irrigidimento della cornea. Una garvidanza può riattivare la progressione del cheratocono anche dopo un cross-linking che lo aveva arrestato con successo.

Il cross-linking evita sempre il trapianto di cornea?

Con l’eccezione di casi particolarmente gravi, il cross-linking della cornea è estremamente efficace nell’arrestare la progressione del cheratocono [3].

Bibliografia

  1. The keratoconus enigma: a review with emphasis on pathogenesis. Ferrari G, Rama P, The Ocular Surface 18 (2020) 363-373
  2. Corneal collagen cross-linking for ectasia after excimer laser refractive surgery: 1-year results. Vinciguerra P, Camesasca FI, Albè E, Trazza S. J Refract Surg. 2010 Jul;26(7):486-97.
  3. Corneal cross-linking as a treatment for keratoconus: four-year morphologic and clinical outcomes with respect to patient age. Vinciguerra R, Romano MR, Camesasca FI, Azzolini C, Trazza S, Morenghi E, Vinciguerra P. Ophthalmology. 2013 May;120(5):908-16.
Specialista in Oftalmologia
Dott. Fabrizio Ivo Camesasca
Visite ed Esami
Visita oculistica

Sedi

Humanitas Medical Care
Milano Domodossola
Via Domodossola, 9, Milano, MI, Italia
I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici