Che cos’è l’artrosi della spalla e come si può intervenire?

L’artrosi della spalla è una patologia degenerativa che colpisce l’articolazione gleno-omerale. Questa condizione si verifica quando la cartilagine che ricopre le estremità delle ossa si consuma progressivamente, spesso come conseguenza di un uso eccessivo dell’articolazione, traumi o patologie preesistenti.

Nel corso del tempo, l’usura della cartilagine porta alla sclerosi ossea, ovvero all’indurimento dell’osso sottostante, e allo sviluppo di osteofiti, che sono protuberanze ossee anormali ai margini dell’articolazione.

Il dott. Antonio Giardella, capo sezione Ortopedia e Traumatologia dello sport di Humanitas Mater Domini e specialista in ortopedia e traumatologia presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano, ci spiega quali possono essere le cause e come è possibile intervenire.

Quali sono le cause e i fattori di rischio dell’artrosi della spalla?

L’artrosi della spalla può essere distinta in due categorie principali: primaria e secondaria. L’artrosi primaria non presenta una causa specifica riconosciuta e tende ad essere più comune nelle persone anziane; l’artrosi secondaria è associata a cause note o a fattori predisponenti.

Tra i fattori di fattori di rischio per lo sviluppo dell’artrosi della spalla, si includono: età, genetica, sesso, sovrappeso, overuse dell’articolazione, traumi o microtraumi, lesioni croniche, infezioni, fratture di omero o glena, rottura cronica della cuffia dei rotatori. Anche alcune patologie reumatiche possono tuttavia favorire lo sviluppo di questa condizione degenerativa.

Inoltre, particolari professioni, come l’edilizia pesante o praticare sport che sollecitano frequentemente l’articolazione della spalla, come il tennis o il nuoto, possono aumentare lo sviluppo di artrosi.

Quali sono i sintomi dell’artrosi della spalla?

L’artrosi della spalla si manifesta tipicamente con un dolore progressivo che tende ad aumentare con l’attività fisica. Questo dolore può diventare più intenso e frequente con il progredire della malattia, provocando disturbi anche durante la notte e interferendo con il sonno. Nei casi più avanzati di artrosi alla spalla, la rigidità articolare si aggrava, causando importanti limitazioni funzionali.

Come viene diagnosticata l’artrosi della spalla?

La diagnosi di artrosi della spalla inizia con una visita ortopedica accurata. Durante l’esame, lo specialista valuta le condizioni fisiche della spalla attraverso varie manipolazioni dell’articolazione.

Successivamente, per confermare il sospetto clinico, potrebbe richiedere esami strumentali, come la radiografia delle spalle, la risonanza magnetica e la tac, per individuare il grado di evoluzione della patologia.

Come trattare l’artrosi della spalla?

Il trattamento dell’artrosi alla spalla mira a ridurre il dolore e a recuperare la funzionalità della spalla. La gestione di questa patologia può iniziare con un approccio conservativo che include sia terapie farmacologica (con FANS – farmaci antinfiammatori non steroidei ) che fisiche (come laser, tecar, kinesiterapia oppure infiltrazioni intrarticolari di acido ialuronico e cortisone).

Nel caso in cui le terapie conservative non risultino efficaci, è possibile intervenire chirurgicamente.

Tra le varie opzioni disponibili, in base ai sintomi e all’età del paziente, al tipo di artrosi diagnosticata, al livello di compromissione della funzionalità articolare, alla compresenza di altre malattie e alle aspettative di recupero, lo specialista può optare per la chirurgia protesica per sostituire l’articolazione gleno-omerale usurata a causa dell’artrosi.

L’impianto di una protesi della spalla offre numerosi benefici, tra cui la risoluzione del dolore e il recupero delle funzioni compromesse. Dopo l’intervento, infatti, i pazienti hanno la possibilità di tornare alle proprie attività quotidiane e riprendere attività sportive a basso impatto come il nuoto, il trekking e la bicicletta (su terreni non accidentati e che non prevedono forti sollecitazioni del manubrio).

In cosa consiste l’intervento di sostituzione protesica della spalla?

L’intervento di protesi della spalla può essere eseguito sotto anestesia loco-regionale, che offre un eccellente controllo del dolore post-operatorio; in anestesia generale, che facilita il rilassamento muscolare del paziente e un buon controllo del sanguinamento; con tecnica mista (quella più praticata).

La sostituzione dell’articolazione può essere totale oppure parziale. Le opzioni di protesi disponibili sono differenti e vengono scelte in base alle condizioni e allo sviluppo dell’artrosi.

Tra queste troviamo:

1. Protesi anatomiche: sono indicate principalmente per i casi di “omartrosi concentrica”, in cui i tendini della cuffia dei rotatori sono ancora integri.

2. Protesi inverse: adatte per situazioni in cui i tendini della cuffia dei rotatori sono compromessi, non più riparabili ed è presente un’usura eccentrica a carico dell’articolazione gleno-omerale.

3. Protesi di rivestimento: ideali per i pazienti più giovani con un’artrosi di tipo concentrico che non ha compromesso i tendini della cuffia dei rotatori, o in casi di necrosi cefalica.

Cosa succede dopo l’intervento di sostituzione protesica della spalla?

Dopo l’intervento, il paziente viene invitato ad utilizzare un tutore reggi-braccio per circa 4 settimane. Durante questo periodo è importante che segua un percorso riabilitativo (associato ad una terapia per la gestione del dolore post-operatorio) per riprendere la piena funzionalità dell’articolazione. Questo programma include esercizi di kinesiterapia, per migliorare la mobilità di polso, gomito e spalla, esercizi di mobilizzazione passiva e ripresa graduale delle attività quotidiane. 

Il percorso riabilitativo prevede controlli regolari con il fisioterapista e l’ortopedico, che possono richiedere ulteriori approfondimenti clinici e/o radiologici.

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Visita ortopedica alla spalla

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