Il nervo trigemino (o V nervo cranico), è un nervo misto, ovvero dotato di una componente sensitiva, una vegetativa e una motoria. È responsabile di veicolare informazioni sensoriali come il tatto (pressione), la sensibilità termica (temperatura) e la sensibilità nocicettiva (dolore) che si originano dal viso. Inoltre, è anche responsabile parzialmente della funzione motoria dei muscoli masticatori.
La nevralgia del trigemino (NT) è un disordine neuropatico del V nervo cranico che causa episodi di intenso dolore, spesso descritto a scosse elettriche, localizzato a occhi, labbra, naso, cuoio capelluto, fronte, aree cutanee esterne, dentatura e mucose interne della mascella e della mandibola.
Si stima che una persona su 10.000 soffra di tale problematica. Femmine e maschi oltre i 50 anni sono i più colpiti.
Il dottor Luca Attuati, neurochirurgo presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano, sottolinea l’importanza di consultare uno specialista per esplorare le opzioni terapeutiche possibili.
Quali sono le cause della nevralgia del trigemino?
La nevralgia del trigemino può avere diverse cause. In circa un terzo dei casi è attribuibile a un’arteria (meno di frequente una vena) che entra in contatto con il trigemino lungo il suo decorso alla base del cranio, danneggiandone il rivestimento (la mielina) e provocandone l’attivazione anomala.
Esistono poi le nevralgie secondarie, dovute principalmente a:
- malattie infiammatorie del sistema nervoso centrale, la più frequente delle quali è la sclerosi multipla
- patologie odontoiatriche che coinvolgano le radici dei nervi (ad esempio, le carie destruenti)
- masse tumorali, per lo più benigne, a livello intracranico
- infezioni virali da HPV (il “fuoco di Sant’Antonio”)
- traumi facciali.
È importante sottolineare come in circa la metà dei casi l’eziologia rimanga sconosciuta (si parla allora di nevralgia idiopatica).
Quali sono i sintomi della nevralgia del trigemino?
Gli episodi di dolore si verificano improvvisamente, talvolta spontaneamente, altre volte innescati da attività comuni o dall’esposizione al freddo, e spesso i pazienti riferiscono di sentire come delle scosse elettriche acute. Gli stimoli più banali, come radersi, toccarsi il viso, masticare, bere, lavarsi i denti, parlare, sorridere o lavarsi la faccia, possono scatenare un dolore così importante da non permettere al paziente di parlare liberamente o alimentarsi.
I singoli attacchi (detti poussées) colpiscono in genere un lato della faccia alla volta, durano alcuni secondi e possono andare e venire per tutto il giorno e\o per periodi lunghi, addirittura mesi.
La durata e l’intensità del dolore possono variare notevolmente da persona a persona e modificarsi con il tempo.
Inoltre, i sintomi possono diffondersi su aree specifiche del viso come guance, mascella, denti, gengive, labbra e, meno spesso, gli occhi e la fronte, a seconda che a essere interessate siano una o più branche del nervo trigemino.
Come viene trattata la nevralgia del trigemino?
Il trattamento di prima linea della nevralgia trigeminale prevede una terapia farmacologica con sostanze nate inizialmente per altri scopi, come antiepilettici e antidepressivi, che si sono dimostrati efficaci nel modulare gli impulsi anomali provenienti dal nervo danneggiato.
Farmaci come la carbamazepina e la oxcarbazepina sono prescritti frequentemente, e possono essere assunti singolarmente o in varie combinazioni e dosaggi, modulando l’assunzione sulla base della risposta clinica e degli effetti collaterali.
Quando questo tipo di trattamento è inefficace o mal tollerato, si può ricorrere a diversi trattamenti, con differenti indicazioni, invasività, efficacia ed effetti collaterali.
- La radiochirurgia mediante Gamma Knife focalizza, grazie a un macchinario dedicato, 192 fasci di raggi gamma sulla porzione intracranica del nervo, identificato con precisione grazie a una risonanza magnetica ad alto campo stereotassica.
È una tecnica non invasiva, praticata in regime di Day Hospital, che consente un rapido ritorno alle normali attività e ha un’alta efficacia sia nella nevralgia idiopatica che secondaria, a fronte di effetti collaterali modesti e poco frequenti (una piccola quota di pazienti può sperimentare una diminuzione di sensibilità dal lato del volto affetto dalla nevralgia).
Sebbene l’efficacia di questo trattamento non sia immediata (richiede un periodo di tempo di alcune settimane, necessario ai raggi per provocare un effetto biologico), la lunga esperienza accumulata negli anni, il perfezionamento delle metodiche di imaging, la non invasività la rendono praticabile anche in pazienti anziani o affetti da altre patologie che escluderebbero tecniche più invasive.
- La termorizotomia percutanea con radiofrequenza è un intervento mininvasivo, effettuato in sala operatoria in sedazione, che prevede l’inserimento di un agocannula attraverso la pelle della guancia per raggiungere sotto guida radiologica il ganglio di Gasser, ovvero il punto in cui il trigemino si divide nelle sue tre branche: oftalmica, mascellare e mandibolare.
Attraverso l’ago cannula, un minuscolo elettrodo rigido emette calore controllato mediante radiofrequenza. Il calore distrugge le fibre nervose responsabili del dolore, determinando l’immediata scomparsa del sintomo.
La procedura richiede in genere una notte di ricovero, consente un sollievo immediato ma non si può praticare nei pazienti che soffrono di nevralgia a carico della I branca (oftalmica). Di solito la perdita di sensibilità del lato del viso affetto è ben tollerata.
- La microdecompressione vascolare è un vero e proprio intervento microchirurgico, indicato nei pazienti con conflitto neurovascolare documentato dalla Risonanza magnetica, che mira a risolvere il conflitto stesso all’origine del dolore.
Attraverso una piccola incisione dietro l’orecchio si raggiunge l’origine del nervo dal troncoencefalo, si identifica il punto di conflitto e il vaso coinvolto viene allontanato dal nervo mediante l’interposizione di materiale biologico o sintetico.
La procedura si effettua in anestesia generale e richiede un ricovero di qualche giorno. Ha un alto tasso di efficacia e bassa percentuale di complicanze riportata in letteratura.
È importante sottolineare che nessuno dei rimedi descritti può garantire la risoluzione del dolore per tutta la vita: ogni tecnica riconosce precise indicazioni, tassi di successo e di recidiva. Pertanto, è importante rivolgersi a un Centro con elevata esperienza e ad alto volume di interventi, che possa offrire al paziente un ventaglio di possibilità terapeutiche che devono essere personalizzate sulla base della storia, delle condizioni e delle aspettative del paziente stesso.
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