Che cos’è il fuoco di Sant’Antonio e come si cura?

Il Fuoco di Sant’Antonio, in realtà è l’Herpes Zoster, il virus della Varicella. Viene più comunemente riconosciuto con questo nome per merito di una leggenda che narra la storia di Sant’Antonio Abate, un uomo benestante nato in Egitto nel 251 d.C., che all’età di vent’anni, vendette tutti i suoi averi per dare le sue ricchezze ai bisognosi e condurre una vita da eremita nel deserto, dove resistette agli attacchi del diavolo. La storia ci ha tramandato diverse versioni, la più comune è quella in cui i suoi discepoli lo ritrovarono nel deserto quasi morente, ricoperto da ustioni e ferite su tutto il corpo, sintomi molto simili a quelli causati da molte malattie della pelle che nel corso del Medioevo erano piuttosto comuni, a causa delle scarse condizioni igieniche in cui vivevano molte persone. Ma che cos’è esattamente il fuoco di Sant’Antonio e come si può curare?

Ne abbiamo parlato con il dott. Andrea De Pascalis, dermatologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Bresso.

Cos’è il fuoco di Sant’Antonio?

L’Herpes Zoster è un virus che si presenta con una placca infiammatoria rivestite da vescicole, un’eruzione cutanea dolorosa che può presentarsi su ogni parte del corpo.

È lo stesso virus che causa la varicella (si ritiene che circa quasi il 90% della popolazione prenda la varicella nella vita e il 10% di questi abbia una ricaduta dell’infezione nella forma del fuoco di Sant’Antonio). Le cause sono attribuite ad una diminuzione delle difese immunitarie in un momento di forte stress o durante trattamenti farmacologici di immunosoppressione (come chemio o radioterapia), o patologie che interessano il sistema immunitario (come l’HIV).

Quali sono i sintomi del fuoco di Sant’Antonio?

Il sintomo principale del fuoco di Sant’Antonio è la presenza di un’area cutanea dalla forma allungata, eritematosa e rivestita da vescicole che somigliano a quelle della Varicella. Altri sintomi includono:

  • Male bruciante o acuto
  • Febbre
  • Prurito
  • Dolore alla testa
  • Brividi
  • Dolore allo stomaco
  • Spossatezza

Come viene diagnosticato il fuoco di Sant’Antonio?

È possibile diagnosticare il fuoco di Sant’Antonio mediante una visita specialistica, durante la quale lo specialista farà un’ispezione visiva dell’eruzione cutanea.

Tuttavia, possono esserci ugualmente dei test di laboratorio, quello più abituale è un esame del sangue per la ricerca di anticorpi IgM specificamente collegati alla presenza del varicella-zoster-virus (VZV).

Il fuoco di Sant’Antonio è contagioso?

Il contatto con il liquido contenuto nelle vescicole può trasmettere la varicella in chi non l’abbia già avuta in precedenza, ma il fuoco di Sant’Antonio in sé non è trasmissibile.

Chi sono i soggetti più a rischio?

Chiunque veda le proprie difese immunitarie ridotte, che si tratti di stress, farmaci o altre malattie.

Quali complicazioni può causare il fuoco di Sant’Antonio?

La complicanza più frequente è la nevralgia post-erpetica, ovvero la persistenza di dolore e bruciore nella sede precedentemente colpita dal fuoco di Sant’Antonio, anche quando i sintomi cutanei dell’infezione sono passati. Questo è comune soprattutto nei soggetti più anziani e per questo è importante diagnosticare e trattare quanto prima la malattia.

Altre complicanze più rare sono legate all’insorgenza del fuoco di Sant’Antonio sul volto. In questo caso ci può essere l’interessamento della cornea, con danni potenzialmente irreversibili all’occhio e quindi alla vista.

Come è possibile trattare il fuoco di Sant’Antonio?

Il fuoco di Sant’Antonio generalmente guarisce autonomamente; tuttavia, causa dei disturbi che possono essere trattati per minimizzare i sintomi. Tra questi troviamo:

  • Antidolorifici e antinfiammatori che però operano debolmente sul dolore di questo disturbo.
  • Gel a base di Cloruro d’Alluminio che accorcia il tempo di guarigione delle vescicole e diminuisce il prurito/dolore.
  • Antivirali: che fermano la replicazione virale e quindi la propagazione del virus e la durata della manifestazione (ma non operano sul dolore).
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