Cefalea tensiva, emicrania e cefalea a grappolo: come riconoscerle e trattarle?

La cefalea tensiva, l’emicrania e la cefalea a grappolo sono cefalee primarie (non causate quindi da un’altra patologia) e, nel caso delle prime due, molto comuni. Da cosa si distinguono e come possiamo trattarle?

Ce ne parla il prof. Maurizio Versino, neurologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Arese.

Che cos’è la cefalea tensiva?

È il tipo di cefalea più comune ed è caratterizzata da dolore bilaterale costrittivo o gravativo di media intensità, e quindi tale da interferire ma non impedire lo svolgimento delle attività quotidiane, si tratta del cosiddetto “cerchio o peso alla testa”. Può durare dai 30 minuti a una settimana e può essere accompagnato da una contrazione della muscolatura cranica. Oltre ad una predisposizione personale può essere legata a una condizione di tensione emotiva o fisica. 

Come viene diagnosticata la cefalea tensiva?

Le Linee Guida per la diagnosi e la terapia delle cefalee primarie (2011) indicano che i criteri diagnostici per la cefalea tensiva sporadica (o a bassa frequenza) comprendono almeno 10 episodi che si verificano almeno un giorno al mese e che soddisfino i seguenti criteri:

  • La cefalea dura da 30 minuti a 7 giorni. 
  • La cefalea presenta almeno due delle seguenti caratteristiche: localizzazione bilaterale; qualità gravativa o costrittiva (non pulsante); intensità lieve o moderata; non aggravata dall’attività fisica di routine,come camminare o salire le scale.
  • Si verificano entrambe le seguenti condizioni: assenza di nausea e vomito; può essere presente fotofobia oppure fonofobia, ma non entrambe; non è spiegabile con una delle altre diagnosi previste dalla classificazione delle cefalee.

Nel caso in cui per 3 mesi la frequenza sia maggiore di quella prevista nella forma sporadica, si parlerà di forma frequente (da 2 a 14 episodi al mese) o cronica (più di 15 episodi al mese). Nella forma cronica si ammette la presenza di una nausea lieve.  

Come viene trattata la cefalea tensiva?

Il trattamento è articolato su 3 linee. La prima consiste nelle terapie comportamentali che consistono nell’evitare, qualora sia possibile, i fattori che il soggetto riconosce come possibili scatenanti dell’attacco di cefalea. In questa linea possiamo includere l’adozione di stili di vita più salubri, l’attività fisica, la psicoterapia cognitivo-comportamentale.

La seconda consiste nell’utilizzo all’inizio dell’attacco di farmaci antidolorifici/antinfiammatori

La terza, infine, riguarda le forme frequenti o croniche e consiste nell’adozione di una strategia di profilassi mirata alla riduzione ed all’intensità del numero degli attacchi; queste terapie vanno assunte quotidianamente per alcuni mesi. Nel caso della cefalea tensiva sono particolarmente efficaci i farmaci antidepressivi triciclici a basso dosaggio.

Che cos’è l’emicrania?

È un tipo di cefalea, spesso famigliare, che colpisce principalmente il sesso femminile (alcune pazienti presentano attacchi esclusivamente legati al ciclo mestruale, in altre gli attacchi si diradano dopo la menopausa), caratterizzata da attacchi di cefalea di intensità moderata o forte (cioè tali da interferire o da impedire lo svolgimento delle attività quotidiane), aggravata dai movimenti, associata a nausea, e più raramente a vomito, fotofobia (fastidio per le luci) e fonofobia (fastidio per i rumori).

Esistono due forme principali di emicrania: l’emicrania con aura, in cui la cefalea è preceduta da sintomi neurologici transitori e reversibili (più frequentemente di tipo visivo quali non vedere o vedere delle luci in una parte del campo visivo), e l’emicrania senza aura, più frequente, in cui tali disturbi sono assenti.

L’emicrania può avere un impatto importante sulla vita sociale e lavorativa dei pazienti, soprattutto quando, come abbiamo già visto per la forma tensiva, si passa da una forma episodica a una forma frequente o cronica che è stata inclusa per legge nella lista delle malattie invalidanti

Come viene diagnosticata l’emicrania?

Secondo le Linee Guida si può parlare di emicrania (senza aura) in presenza di almeno 5 attacchi che soddisfino i criteri:

  • La cefalea dura 4-72 ore (se non trattata o trattata senza successo).
  • La cefalea presenta almeno due delle seguenti caratteristiche: localizzazione unilaterale; qualità non pulsante; intensità moderata o forte; aggravata da o/che limiti le attività fisiche di routine (per es., camminare, salire le scale).
  • Si verificano entrambe le seguenti condizioni: presenza di nausea e/o vomito; presenza di fotofobia e fonofobia.
  • Non è spiegabile con una delle altre diagnosi previste dalla classificazione delle cefalee.

Come viene trattata l’emicrania?

Le linee generali sono quelle menzionate per le cefalea tensiva.

Vale la pena di ricordare che, oltre agli antinfiammatori, esistono dei farmaci  sintomatici, i triptani, specifici per l’attacco di emicrania.

Infine, le terapie di profilassi includono svariate categorie di farmaci: antidepressivi triciclici, beta- bloccanti, calcio-antagonisti ed anti-epilettici. Recentemente sono stati aggiunti i trattamenti con tossina botulinica e quelli con anticorpi monoclonali anti-CGRP.     

Che cos’è la cefalea a grappolo?

È un tipo di cefalea che colpisce principalmente il sesso maschile, caratterizzata da un dolore orbitale intenso, monolaterale, che può durare dai 15 ai 180 minuti senza trattamento.

Gli attacchi si manifestano in periodi attivi (con una frequenza da 1 ogni 2 giorni a 8 al giorno), denominati “grappoli”, che possono durare da 2 settimane a 3 mesi e sono intervallati da fasi di remissione della durata di mesi o anni.

Il dolore è associato a segni come lacrimazione, arrossamento congiuntivale, congestione nasale, rinorrea, sudorazione della fronte e del volto. Durante l’attacco il soggetto appare agitato e tende a muoversi.

Questa condizione viene definita cronica quando gli attacchi si presentano per oltre un anno con periodi di remissione che durano meno di 30 giorni.

Come viene diagnosticata la cefalea a grappolo?

Secondo le Linee Guida si può parlare di cefalea a grappolo quando sussistono almeno 5 attacchi che soddisfino i criteri:

  • Dolore di intensità severa o molto severa, unilaterale, in sede orbitaria, sovraorbitaria e/o temporale, della durata di 15-180 minuti (se non trattato).
  • Una o entrambe tra le seguenti: almeno uno dei seguenti sintomi o segni ipsilaterali alla cefalea: a) iniezione congiuntivale e/o lacrimazione, b) congestione nasale e/o rinorrea, c) edema palpebrale, d) sudorazione facciale e frontale, e) miosi e/o ptosi; sensazione di irrequietezza o agitazione.
  • La frequenza degli attacchi è compresa tra uno ogni due giorni e otto al giorno.
  • Non meglio inquadrata da altra diagnosi.
  • Dolore di intensità forte o molto forte, unilaterale, in sede orbitaria, sovraorbitaria e/o temporale, della durata di 15-180 minuti (senza trattamento).
  • La frequenza degli attacchi è compresa tra 1 ogni due giorni e 8 al giorno 2.

Come viene trattata la cefalea a grappolo?

L’attacco della cefalea a grappolo può essere trattato respirando ossigeno puro per circa 10 -15 minuti, o utilizzando un farmaco della categoria dei triptani, preferibilmente per via sottocutanea. La durata del grappolo può essere contenuta utilizzando del cortisone e/o dei farmaci calcio-antagonisti.

Neurologia
Prof. Maurizio Versino
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