Diventare papà può non essere semplice, in alcuni casi. Per questo motivo esistono diversi esami che consentono di individuare il problema e di trovare una possibile soluzione.
Ne abbiamo parlato con il Professor Emanuele Paolo Levi-Setti, Direttore del Dipartimento di Ginecologia e Medicina della riproduzione presso l’Istituto Clinico Humanitas.
Quando bisogna rivolgersi a un centro specializzato?
Occorre tener presente che l’essere umano è di per sé una specie poco fertile. Dunque si tende a parlare di infertilità solo dopo uno o due anni di rapporti che non sono sfociati nella gravidanza sperata.
A questo punto è bene rivolgersi a un centro specializzato nella diagnosi e cura della fertilità, a maggior ragione se la donna ha più di 35 anni. I controlli vanno sempre effettuati su entrambi i partner.
Lo spermiogramma
Il primo e più importante esame che l’uomo deve fare è lo spermiogramma: si tratta di un’analisi al microscopio dello sperma, per determinare se gli spermatozoi sono presenti in numero sufficiente e se sono abbastanza vitali.
È necessario che lo sperma venga raccolto direttamente in clinica, dopo 3-5 giorni dall’ultimo rapporto.
L’esame va ripetuto due volte a distanza di un mese e mezzo.
Approfondimenti diagnostici
Anche se lo spermiogramma sancisce che lo sperma è di buona “qualità”, ciò non significa necessariamente che si è fertili.
Bisogna infatti capire per quale motivo la gravidanza desiderata tarda a giungere.
Vanno quindi effettuati anche esami del sangue per stabilire se ci sono alterazioni genetiche.
È utile anche un’ecografia allo scroto, per controllare l’esistenza di varicocele o di anomalie all’epididimo.
Oppure potranno essere effettuati ecografie alla prostata e alle vescicole seminali, un tampone all’uretra o una spermiocultura.
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