Capillaroscopia: perché viene richiesta?

La capillaroscopia è un esame semplice e indolore, durante il quale viene appoggiata sull’unghia una piccola telecamera che permette di evidenziare tramite un forte ingrandimento i capillari (i più piccoli tra i vasi sanguigni del nostro organismo). Viene richiesta in presenza di alcuni sintomi caratteristici di alcune malattie reumatiche o, più spesso, di un disturbo legato alla circolazione (Fenomeno di Raynaud).

È un esame che può essere molto importante. I cambiamenti nella morfologia capillare, infatti, possono precedere di molto l’insorgenza dei sintomi in determinate condizioni, e nei pazienti a cui è stata già diagnosticata una malattia come la sclerosi sistemica, può essere utile per individuare un eventuale problema agli organi interni.

Ne abbiamo parlato con Francesco Campanaro, reumatologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Varese.

Che cos’è la capillaroscopia?

La capillaroscopia è un esame strumentale che permette di analizzare i piccoli vasi sanguigni, e può essere molto utile per individuare alcune anomalie tipiche delle malattie reumatiche. Durante l’esame viene utilizzata una sonda dotata di telecamera – appoggiata sulla plica ungueale – che consente allo specialista di vedere i capillari in trasparenza (una sorta di grande microscopio), studiandone la morfologia. Il capillaroscopio è collegato a un computer e le immagini dei capillari sono visualizzate sullo schermo. Le immagini ottenute vengono salvate sul computer e successivamente analizzate da un medico esperto.

Perché vengono analizzati i capillari dell’unghia?

L’esame si effettua a livello ungueale per due principali motivazioni. Innanzitutto per la semplicità con cui possono essere studiati i capillari a livello delle unghie delle mani. Secondariamente grazie alla trasparenza tipica del letto ungueale, in tale sede i capillari risultano facilmente osservabili e ben valutabili.

Cosa viene valutato durante una capillaroscopia?

Vengono analizzati diversi parametri del letto capillare che nel complesso definiscono il pattern capillaroscopico che è tipico di ogni individuo. Si valuta la densità dei capillari per millimetro, la lunghezza dei capillari, lo spessore dei capillari e l’eventuale presenza di anomalie morfologiche degli stessi. In aggiunta si possono evidenziare alcune anomalie patologiche come la presenza di microtrombosi o microemorragie capillari.

Quali sono le patologie per cui può essere richiesta una capillaroscopia?

La principale motivazione  per cui può essere richiesta una capillaroscopia è rappresentata  dall’esecuzione di accertamenti e approfondimenti nel contesto del fenomeno di Raynaud. Il fenomeno di Raynaud non è una patologia ma un sintomo che riguarda principalmente le dita delle mani e dei piedi, e comporta un’alterazione del colore della pelle (bianca, blu e rossa), causata da un vasospasmo e dalla successiva dilatazione dei vasi. Questo disturbo nella maggior parte dei casi è puramente vasomotorio e non correlato ad altre malattie: parliamo in questo caso di fenomeno di Raynaud primitivo, che è un disturbo benigno. Tuttavia questo sintomo può essere caratteristico di diverse patologie reumatologiche come ad esempio connettivite indifferenziata, sclerosi sistemica, miositi infiammatorie, Lupus eritematoso ischemico, ecc. Per questo motivo è molto importante non trascurare questo sintomo ed eseguire gli opportuni approfondimenti.

Le più recenti evidenze scientifiche inoltre indicano come la capillaroscopia possa essere utile nello studio della sclerosi sistemica non solo a scopo diagnostico (è inserita  tra i criteri classificativi per la Sclerosi sistemica stilati dalla società europea e americana di reumatologia) ma anche per valutare l’attività di malattia e la risposta ad alcuni trattamenti.

Riscontrare anomalie in tale esame è sicuramente indicativo di patologie reumatologiche? 


Bisogna sempre che i dati e le anomalie evidenziate dagli esami strumentali siano valutate dal medico di famiglia o dallo specialista di riferimento. La capillaroscopia è un utile strumento diagnostico ma l’esito dell’esame va sempre interpretato dallo specialista di riferimento alla luce del quadro clinico complessivo e di eventuali esami ulteriori.

Reumatologia
Dott. Francesco Campanaro
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