L’asilo nido e la materna possono rappresentare un periodo difficile per molti bambini (ma anche per genitori e fratellini/sorelline che rimangono a casa), per via dei continui malanni, specie durante la stagione invernale, che talvolta sembrano non lasciare tregua: tosse, mal di gola, influenza, possono accompagnare queste famiglie per mesi interi.
La paura più grande, per i più piccoli, è la bronchiolite, un’infezione che colpisce il sistema respiratorio e che può essere molto rischiosa. Ce ne parla il dott. Claudio Corradi, pneumologo presso gli ambulatori Humanitas Medical Care di Arese, Lainate e Monza.
Che cos’è la bronchiolite?
La bronchiolite è un’infiammazione che colpisce i bambini sotto i due anni, causata principalmente dal virus respiratorio sinciziale (per il 75% dei casi) che porta ad una ostruzione (parziale o totale) delle piccole vie aeree, portando meno ossigeno dei polmoni e nel sangue. L’infezione da virus respiratorio sinciziale nella stragrande maggioranza dei casi si manifesta solo con un raffreddore ma in alcuni bambini soprattutto nel primo anno di vita può portare a problemi di respirazione e necessitare di un ricovero ospedaliero.
Da cosa dipende una variabilità così grande nelle manifestazioni cliniche? In genere i bambini più piccoli e i nati pretermine che hanno “perso” qualche settimana di sviluppo delle vie aeree o che sono affetti da altre patologie hanno un rischio maggiore di sviluppare la bronchiolite (l’apnea può essere il primo sintomo di bronchiolite in un neonato), ma sono soprattutto i bambini che hanno una ipereattività bronchiale (spesso figli di genitori asmatici) quelli che anche in buone condizioni generali possono sviluppare la bronchiolite vera e propria.
Come riconoscere la bronchiolite?
Inizialmente, i sintomi della bronchiolite sono riconducibili a quelli di un comune raffreddore, con congestione e secrezione nasale, tosse, febbre e diminuzione dell’appetito. Dopo qualche giorno, la tosse può peggiorare e la respirazione del bambino diventare più rapida e rumorosa: è abbastanza frequente sentire ad orecchio nudo dei “fischietti” mentre il bambino respira.
I sintomi di bronchiolite grave possono includere movimenti a bascula dell’addome o rientramenti intercostali o in regione giugulare (risucchio della pelle attorno alle costole e alla base della gola), dilatamento nasale e grugniti.
Con il progredire della malattia possono svilupparsi ipossia (bassi livelli di ossigeno) e cianosi (pelle di colore blu) rilevabile nelle unghie, nei lobi delle orecchie; sulla punta del naso, sulle labbra, sulla lingua e all’interno delle guance.
Un bambino che grugnisce, sembra essere stanco, smette di respirare o ha cianosi necessita di cure mediche immediate (nei casi più gravi, infatti, un bambino potrebbe non essere più in grado di continuare a respirare da solo).
Perché i bambini piccoli sono più a rischio?
I bambini più piccoli sono i più colpiti per le ridotte dimensioni delle vie aeree; per la minore competenza del sistema immunitario e per la struttura delle parete bronchiale che essendo di consistenza più morbida rispetto ad altre età della vita si ostruisce più facilmente.
Quando rivolgersi allo specialista?
Nel caso siano presenti uno o più sintomi sopra citati, è importante consultare immediatamente il proprio medico di base che potrebbe suggerire la necessità di rivolgersi al medico specialista per indagarne la causa.
Come viene diagnosticata la bronchiolite?
Soprattutto nei mesi invernali in un bambino sotto l’anno di vita che presenta difficoltà respiratoria, tosse, respiro sibilante e difficoltà ad alimentarsi, il sospetto di bronchiolite è da prendere in considerazione; inoltre, è possibile eseguire dei tamponi naso-faringei che raccogliendo campioni di secrezioni e seminati su appositi terreni di “coltura” possono confermare la presenza del VRS oppure di Adenovirus o Virus para-influenzali.
Quando chiamare il 112?
Se il bambino presenta grave difficoltà respiratoria, è particolarmente pallido e sudato, le labbra assumono un colore bluastro, è necessario chiamare subito un’ambulanza.
Come si cura la bronchiolite?
La bronchiolite vera si cura con l’ossigenoterapia ad alti flussi alla quale si affiancano gli antipiretici, i lavaggi nasali con aspirazione delle secrezioni per facilitare la respirazione del piccolo paziente.
La bronchiolite può tornare?
I bambini che si ammalano di bronchiolite proprio a causa dell’ipereattività bronchiale, che può a volte persistere per i primi anni di vita e a volte fino all’età scolare, in occasione di altre infezioni virali possono presentare degli episodi di ostruzione bronchiale (broncospasmo) e in conseguenza di ciò sarà cura del pediatra di fiducia trattare di volta in volta questi episodi con le terapie adeguate e a chiedere se necessario una valutazione specialistica pneumologica pediatrica.
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