La balbuzie è un disturbo della comunicazione che consiste nell’alterazione della normale cadenza e fluenza dell’eloquio. A soffrirne sono più gli uomini, rispetto alle donne. Tra le sue cause, l’ipotesi genetica è quella più accreditata.
Parliamo di questo disturbo con la dottoressa Dora Siervo, psicoterapeuta specialista della cura della balbuzie in Humanitas Medical Care di Bergamo.
Dottoressa Siervo, come si riconosce la balbuzie? Quali sono i suoi sintomi?
«Nei bambini la balbuzie si presenta attraverso vari segnali, che vanno dalla ripetizione dei suoni o delle sillabe al prolungamento degli stessi suoni o alle interruzioni delle parole. Conseguenza della presenza di balbuzie può inoltre essere il tentativo di sostituire le parole più difficili da pronunciare oppure può essere la ripetizione di intere parole. Tutte condizioni che possono essere acuite da ansia e stress, fattori che possono contribuire a peggiorare la situazione. Bisogna sottolineare che intorno ai 2-3 anni molti bambini mostrano questo disordine nel controllo motorio della produzione del linguaggio, però per l’80% di loro si tratta di una fase transitoria, passeggera, che si risolve nel tempo».
A partire da quale età questo disturbo può essere considerato vera e propria balbuzie?
«Se queste difficoltà permangono fino ai 6-7 anni allora sì, dobbiamo fare una diagnosi conclamata di balbuzie e intervenire. La balbuzie poi può apparire anche in età adulta, ma in quel caso non si tratta più di un disturbo del neurosviluppo e di solito si crea a seguito di danni neurologici specifici, che spesso sono conseguenza di un incidente».
Quando i genitori si accorgono di questo disturbo nei propri figli a chi si devono rivolgere in primo luogo?
«Nel caso in cui ci sia un dubbio di presenza di balbuzie nel proprio figlio è fondamentale contattare il proprio pediatra di fiducia, che conosce il bambino dalla nascita e saprà poi indirizzarlo per le cure verso lo specialista adeguato. In presenza di una difficoltà di linguaggio nel bambino è poi buona norma eseguire un esame audiometrico per escludere che il bambino soffra di ipoacusia, abbia cioè difficoltà d’udito. Perché il fatto di non sentire bene può influire e a volte i genitori non se ne accorgono e quindi è importante verificare la situazione attraverso questo esame specifico».
Quali sono le cure per guarire dalla balbuzie?
«Dato che il soggetto balbuziente tende ad andare in apnea, quindi a chiudere le corde vocali, è necessario assolutamente fargli eseguire esercizi respiratori volti a fargli espellere l’aria anziché perderla. Inoltre è fondamentale cercare di correggere fin da subito le eventuali presenze di sincinesie a livello facciale, cioè eventuali “tic” con esercizi volti al rilassamento della parte del volto coinvolta. In generale è comunque molto importante comunicare con le persone disfluenti in modo naturale e rilassato. Il bambino disfluente ha bisogno di un po’ di tempo per organizzare ed esprimere l’enunciato e quindi il genitore deve imparare a rispettare questo bisogno».
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