Il tumore al testicolo è tra i tumori più diffusi in Italia: colpisce circa 2200 pazienti all’anno e rappresenta circa 1-1,5% di tutte le neoplasie dell’uomo: in Italia è infatti la neoplasia più frequente nei maschi di età compresa tra i 15 e 40 anni, mentre dopo i 50 anni, diventa molto più rara. Mediamente l’incidenza, ovvero il numero di nuovi casi per anno, è di 3-6 nuovi casi ogni 100000 abitanti con un trend che si è dimostrato in aumento negli ultimi 30 anni. Fortunatamente però, il tasso di guarigione per questo tipo di malattia è aumentato molto e la chiave di questo successo è senza dubbio legata, non solo al miglioramento delle tecniche diagnostiche e alla corretta integrazione delle diverse strategie terapeutiche, ma anche alla diagnosi precoce. L’autopalpazione è la prima azione che potrebbe permettere di individuare noduli o anomali e, praticarla almeno una volta al mese, può salvarci la vita. Con la diagnosi precoce, infatti, si ha una percentuale di guarigione dell’oltre 90%.
Ne abbiamo parlato con il dottor Mattia Nicola Sangalli, urologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola a Milano.
Tumore al testicolo
Il tumore al testicolo è una neoplasia che si può formare in uno o in entrambi i testicoli, gli organi deputati alla produzione di spermatozoi e di alcuni ormoni come il testosterone. Tra i principali fattori di rischio c’è il criptorchidismo, cioè la mancata discesa di uno dei due testicoli nello scroto (le ultime linee guida internazionali consigliano fortemente di intervenire entro l’anno di vita in caso di testicolo non correttamente disceso nello scroto). Questa condizione di testicolo “ritenuto” o non disceso nello scroto è sicuramente associata a un rischio aumentato di tumore da 4 a 8 volte. I ragazzi che sono stati trattati per criptorchidismo hanno comunque un rischio aumentato di sviluppare tumori al testicolo nel corso della vita per cui l’autopalpazione e lo visita di screening durante e dopo la pubertà è fortemente raccomandata.
Altre cause possibili sono:
– Sindromi genetiche: i pazienti con Sindrome di Klinefelter o Sindrome di Down hanno un rischio aumento di sviluppare tumori del testicolo (anche i membri della famiglia di un paziente con Sindrome di Klinefelter hanno un rischio aumentato);
– Familiarità: in alcuni casi è stata notata una storia familiare di tumore testicolare tra i parenti di primo grado;
– Pregresso tumore al testicolo: i pazienti con un pregresso tumore testicolare hanno un rischio aumentato di sviluppare un secondo tumore nel testicolo controlaterale; circa 1-2% dei casi sviluppa un tumore nel testicolo controlaterale con un rischio 500 volte maggiore rispetto alla popolazione generale
– Esposizione a sostanze che possono incidere sull’equilibrio endocrino (per es. i pesticidi)
– Fumo raddoppia il rischio di tumore al testicolo
I traumi testicolari, che spesso in adolescenza si possono verificare con l’utilizzo della bicicletta o del motorino, non sono associati a un aumentato rischio di sviluppo di tumore al testicolo.
Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?
Il primo sintomo a cui prestare attenzione è l’ingrossamento del testicolo o la presenza di un nodulo all’interno di esso. Una massa o un nodulo apprezzabile all’interno del testicolo deve essere considerato sospetto fino a prova contraria. Contrariamente a quanto si può pensare il tumore del testicolo in genere non è doloroso ma alcune persone possono sperimentare sensazione di gonfiore dei testicoli e dello scroto.
Alcune volte, associato al tumore testicolare, ci possono essere pesantezza alle gambe o tensione mammaria o crescita mammaria del tessuto mammario, ma si tratta di casi particolari e di riscontro non comune.
Autopalpazione: come farla?
Prima di tutto perché farla? Prima ancora di essere un metodo di diagnosi precoce, eseguire un controllo regolare del proprio testicolo con l’autopalpazione ci insegna ad apprezzare com’è fatto e come si presenta il nostro testicolo in condizioni di normalità: questo ci consente di individuare meglio piccoli cambiamenti che si possono verificare.
Come si diceva sopra, prima di iniziare l’autopalpazione, bisogna prestare attenzione ad eventuali rigonfiamenti dello scroto. Si consiglia di eseguire l’autopalpazione per es. dopo il bagno e dopo la doccia, in quanto il caldo rilassa la cute e ciò permette un esame migliore. Ovviamente si esamina un testicolo alla volta. L’esame viene quindi fatto prendendo il testicolo con due mani, tra pollice, indice e dito medio di entrambe le mani (pollice nella parte superiore del testicolo e indice e medio dal lato inferiore). Si eseguono quindi piccoli movimenti rotatori tra il pollice e le dita, in modo da esplorare tutto il testicolo: è importante segnalare la presenza di noduli duri all’interno del testicolo o protuberanze lisce e arrotondate o comunque ogni cambiamento di forma, dimensioni o consistenza del testicolo. Sarà inoltre possibile apprezzare anche un piccolo cordone morbido attaccato sulla parte superiore del testicolo: si chiama epididimo ed è una parte del sistema riproduttivo dove “maturano” gli spermatozoi.
Ovviamente non bisogna preoccuparsi se un testicolo è leggermente più grande dell’altro o se è più in alto o più in basso rispetto al controlaterale: tutto questo rientra nella normale variabilità fisiologica.
A partire dai 14-15 anni sarebbe consigliabile eseguire un autoesame una volta al mese. In questo modo, come si diceva, sarà più facile notare se qualcosa è cambiato.
Quando è necessario rivolgersi a un professionista?
Fortunatamente, la maggior parte delle “anomalie” che si possono apprezzare nel testicolo, non sono lesioni tumorali (per es. cisti, infezioni, varicocele ecc.) tuttavia la lezione più importante da apprendere è che ogniqualvolta si senta qualcosa di anomalo o un cambiamento nel proprio testicolo, è mandatorio cercare un parere medico professionale.
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