Le nostre orecchie sono sempre più sottoposte ogni giorno all’inquinamento acustico del traffico, dei clacson, delle sirene e di tutti gli altri rumori della città; se a questo si aggiunge l’uso frequente e prolungato di cuffie e auricolari, soprattutto per ascoltare musica a volume molto elevato, il rischio che la capacità uditiva ne sia danneggiata è maggiore, come facilmente intuibile.
Il dottor Luca Malvezzi, specialista dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria presso l’Istituto Clinico Humanitas, precisa alcuni dati per spiegare la possibile gravità di questi comportamenti.
Calo precoce dell’udito: un fenomeno diffuso
Gli effetti di tutto questo rumore per le nostre orecchie possono risultare anche gravi. Per fare un confronto, quanto oggi si sta verificando nelle società scolarizzate con l’aumento di casi di miopia accade anche per l’udito con più casi di riduzione precoce della soglia uditiva per chi vive in città industrializzate e rumorose.
L’incidenza dell’uso di cuffie e auricolari su questa tendenza non è di poco conto, infatti ascoltare musica a volume eccessivo direttamente “sparata” nelle orecchie rappresenta uno stress uditivo continuo che può portare a un calo precoce dell’udito e purtroppo si assiste a una crescita di questi casi più che in passato.
Perciò un controllo periodico dall’otorinolaringoiatra è necessario, non solo quando si avverte una riduzione dell’udito.
Troppi decibel fanno male
Spesso quando si è per strada o sui mezzi pubblici si usano cuffie e auricolari, oltre che per fruire meglio della musica, anche per isolarsi ed escludere dal proprio campo uditivo altri suoni e rumori esterni. Facendo ciò si tende ad aumentare sconsideratamente il volume, che supera facilmente gli 80-100 decibel.
Per rendere l’idea, 110-120 decibel sono la potenza di suono di una motosega in azione o di un jet al decollo; mentre il suono della voce umana raggiunge di media i 30-40 decibel e così viene anche udita, perciò a questa stessa intensità si potrebbe anche tranquillamente ascoltare la musica.
Non per niente l’Unione europea ha commissionato uno studio per imporre ai produttori di apparecchi tecnologici limiti all’erogazione del suono; tuttavia, prima che queste normative raggiungano diffusamente il mercato, è consigliabile regolare il volume dei propri apparecchi di modo da non danneggiare l’udito.
Meglio le cuffie degli auricolari
In generale le cuffie sono comunque preferibili agli auricolari, che per fortuna sono sempre più spesso utilizzati per le conversazioni telefoniche piuttosto che per ascoltare musica. Infatti, le cuffie sono esterne alle orecchie e perciò il suono, se non troppo elevato, è meno traumatico per la membrana del timpano. Al contrario gli auricolari sono posti direttamente dentro il padiglione auricolare e questo rischia di essere più dannoso per il timpano, perché la fonte del suono è a contatto diretto o quasi con la membrana; ulteriore rischio è quello di infezioni cutanee del padiglione acuite dalla presenza estranea dell’auricolare dentro l’orecchio.
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