I traumi all’osso sacro sono in genere conseguenti a cadute accidentali (sulla neve o sul ghiaccio, su una rampa di scale resa sdrucciolevole per la pioggia ecc.), in cui tale osso è sbattuto violentemente a terra, a incidenti automobilistici o a forti impatti durante la pratica di sport quali calcio, rugby, football americano ecc. Questi traumi vanno curati subito per evitare che il dolore diventi cronico. Alcuni di essi si risolvono con pochi giorni di riposo e con l’impiego del ghiaccio sulla parte interessata; altri invece sono molto dolorosi e richiedono parecchio tempo per guarire.
Ce ne parla la dottoressa Maria Cristina D’Agostino, specialista ortopedico e responsabile del Centro Onde D’Urto di Humanitas.
Quali sono i rischi derivanti da questo trauma?
“In alcuni casi, questo tipo di trauma, apparentemente innocuo, può comportare gravi rischi per l’infortunato, soprattutto se è ad alto impatto o se il soggetto presenta già un problema di debolezza ossea a causa dell’osteoporosi”, spiega la dottoressa.
E precisa: “Si può, infatti, verificare il cosiddetto ‘trauma in successione’, o comunemente chiamato insaccamento delle vertebre. A rischiare sono i muscoli del collo, che in seguito alla caduta possono irrigidirsi e contrarsi anche in modo serio, ma possono esserne coinvolte anche le articolazioni dei polsi, poiché le mani vengono istintivamente appoggiate a terra durante la caduta, con conseguenze anche gravi a seconda della forza dell’impatto”.
Se il dolore è molto forte che cosa bisogna fare?
“Il principale sintomo di questo infortunio è il dolore localizzato nell’area circostante l’osso sacro e il coccige (l’ultima parte della colonna vertebrale), che si acuisce in particolare quando si sta seduti o si cambia posizione”, afferma la dottoressa.
Se il trauma è stato di una certa importanza e, di conseguenza, il dolore è molto forte e persistente occorre:
- non sottovalutare il dolore, perché i traumi, se non curati adeguatamente nelle primissime fasi, possono anche portare a dolori cronici resistenti alle terapie;
- sottoporsi a un controllo in pronto soccorso per verificare con esami radiografici la presenza o meno di una eventuale frattura in questa regione;
- verificare che il trauma all’osso sacro non abbia indotto la cosiddetta “coccigodinia”, una condizione che può compromettere le normali attività quotidiane e non regredisce con il riposo;
· verificare se siano presenti anche dolori in altre parti del corpo correlabili con il trauma stesso (soprattutto a polsi, mani e alla colonna vertebrale), per non rischiare che lesioni secondarie conseguenti all’impatto vengano scoperte troppo tardi.
-
12.000.000 Visite
-
1.000.000 pazienti
-
7.300 professionisti
-
190.000 ricoveri
-
12.000 medici