Sono circa 3 milioni gli italiani che soffrono di asma, numeri che probabilmente sono sottostimati perché purtroppo molti pazienti non hanno una diagnosi e non sono seguitiin un centro specializzato. A fronte di questi numeri in aumento, aumentano anche le cure per questa malattia.
Grazie allo sviluppo e ai passi avanti della ricerca anche nel campo dell’allergologia e delle malattie respiratorie come ad esempio l’asma, le cure e i trattamenti per i pazienti sono sempre più personalizzati.
Ne hanno parlato Francesca Puggioni, pneumologa del Centro di Medicina personalizzata Asma e Allergie in Humanitas e Donatella Lamacchia, allergologa in Humanitas Medical Care.
“Nel nostro centro il paziente ha un percorso di diagnosi mirato a comprendere i meccanismi alla base dell’infiammazione e del non corretto funzionamento del sistema immunitario (allergico e non) – ha spiegato la dottoressa Puggioni -: si studia la funzionalità respiratoria mediante valutazioni di secondo e terzo livello e si crea un percorso multidisciplinare personalizzato per diagnosticare e controllare tutte le comorbidità dell’asma insieme a vari specialisti Humanitas. Successivamente, si prescrivono cure personalizzate tenendo anche conto delle necessità pratiche e psicologiche del paziente. Abbiamo la possibilità di utilizzare, non solo nei protocolli di ricerca, ma anche nella pratica clinica, i nuovi farmaci biologici e i nuovi trattamenti di immunoterapia allergene specifica che permettono il completo controllo dei sintomi”.
Diversi tipi di asma, diversi sintomi e trattamenti
Nella grande famiglia dell’asma, ne esistono diverse tipologie, hanno spiegato le dottoresse. Ad esempio la classica asma allergica, l’asma eosinofila, che hanno cause, trattamenti e sintomi diversi. E sintomi differenti si hanno anche in base all’età in cui questa patologia colpisce il paziente.
La diagnosi dell’asma con la spirometria
Come tutte le patologie del respiro, anche per l’asma si arriva ad una diagnosi con un test del respiro (spirometria), “non basta raccogliere la storia clinica del paziente – ha chiarito l’allergologa Lamacchia – ma il paziente deve rivolgersi allo specialista per la spirometria con test di broncodilatazione farmacologica. Si tratta di un esame non pericoloso, che si esegue in tutti i periodi dell’anno attraverso uno strumento in cui il paziente soffia e che valuta la capacità di respiro prima e dopo la somministrazione di un farmaco broncodilatatore”.
Dopo questo primo test, si approfondisce il tipo di asma e quindi la terapia più adeguata al paziente.
Il consiglio delle specialiste è di non sottovalutare mai questa patologia, perché “l’asma se trascurata è in grado di modificare le vie aeree, quindi mai aspettare e rivolgersi sempre a un centro specializzato”.
Asma e clima, quanto incide?
“Il clima incide su tutto il nostro organismo e quindi anche sull’asma – ha detto Puggioni – ovviamente segue le stagioni. Un esempio, oltre ai classici pollini primaverili, sono le muffe ambientali che si scatenato soprattutto nei momenti in cui abbiamo cambi bruschi di temperatura come abbiamo negli ultimi anni, in cui si alternano giornate di sole a temporali e giornate umide”.
“Un’altra correlazione con il clima è quella della così detta ‘asma da temporale’: in Australia, ad esempio, ci sono state epidemie di questa patologia perché durante i temporali cambiano le caratteristiche dell’aria e viene potenziato il potere allergenico di alcuni allergeni presenti nell’aria”.
Sport e asma: si può fare!
“Chi soffre d’asma deve fare una vita normale, sport e attività fisica compresa: se non ci riesce la colpa è o del medico che non ha prescritto la giusta cura, o del paziente che non la segue, ha detto Puggioni”. Circa 1/3 degli sportivi olimpionici soffrono di asma, una patologia del respiro di cui soffrono anche alcuni famosi cantanti, “ma conducono una vita normale e anche di successo”.
Asma e alimentazioni: sono correlate?
Esistono alcuni cibi che nei pazienti che soffrono di asma allergica possono dare le così dette ‘cross reazione’ (reazioni incrociate) in associazione al polline. “E’ necessario approfondire queste reazioni allergiche attraverso i test come il prick test o con i nuovi test di diagnostica molecolare. In base al risultato questi test noi siamo in grado di dare la paziente un vademecum in cui chiariamo cosa possono o non possono mangiare. Non esiste ovviamente una regola che vale per tutti”.
Prevenzione
Oggi possibile iniziare una terapia di con l’immunoterapia allergene specifica, comunemente chiamata vaccino antiallergico, che è l’unica terapia riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della sanità in grado di prevenire e modificare la storia delle malattie allergiche”, ha concluso la dottoressa.
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