L’ecografia dei linfonodi viene spesso utilizzata in ambito clinico alla comparsa di rigonfiamenti nodulari superficiali. Nel corpo umano sono presenti circa 800 linfonodi, di cui una buona parte in posizione superficiale, o relativamente superficiale, a livello di collo, ascelle, inguine. Queste regioni possono essere ben valutate con ecografia.
Ce ne parla la dott.ssa Maria Chiara Castoldi, radiologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Milano Domodossola.
Cosa sono i linfonodi?
I linfonodi sono dei piccoli noduli costituiti da cellule del sistema immunitario, con funzione di primo filtro di difesa: intercettano sostanze tossiche, agenti infettivi, cellule neoplastiche. Quando vengono “attaccati” da agenti estranei, i linfonodi reagiscono ingrossandosi e modificando la loro morfologia e struttura.
Normalmente i linfonodi sono palpabili?
Generalmente no, ma in caso di infezioni o di tumori, i linfonodi si ingrossano e sono visibili anche dallo stesso paziente. L’ingrossamento linfonodale avviene per una molteplicità di cause: ad esempio basta una faringite o un problema dentario acuto dell’arcata inferiore, perché i linfonodi sottomandibolari si ingrossino.
Soprattutto in caso di infezione/infiammazione, l’ingrossamento si può accompagnare a dolorabilità locale e talvolta a rossore cutaneo
Tuttavia, nelle prime fasi del loro interessamento, i linfonodi possono mantenere piccole dimensioni, pur modificando il loro aspetto e la loro vascolarizzazione all’esame ecografico.
A cosa serve l’ecografia dei linfonodi superficiali?
L’ecografia consente di studiare dimensioni e morfologia dei linfonodi e di individuare eventuali alterazioni della loro struttura e vascolarizzazione. In questo modo è possibile differenziare con buona probabilità linfonodi infiammatori da linfonodi sospetti per la loro natura maligna.
Quando è necessario sottoporsi ad esame ecografico?
L’ecografia dei linfonodi superficiali viene eseguita fondamentalmente per 2 motivi:
- nei casi di comparsa di ingrossamento nodulare a livello di collo, ascelle, inguine.
- nei casi oncologici: in fase prechirurgica e soprattutto post-chirurgica nei programmi di sorveglianza clinica.
Quando c’è un sospetto diagnostico?
Quando l’ingrossamento del linfonodo comporta anche una perdita della sua normale forma ovalare, quando non è riconoscibile la sua zona centrale ricca di grasso, e quando la vascolarizzazione è disorganizzata.
Come si svolge l’ecografia dei linfonodi al collo, ascelle, inguini?
Come tutti gli esami ecografici, l’indagine non è invasiva: viene applicato un gel sulla cute nuda della zona da analizzare e vi viene appoggiata la sonda ecografica. Il gel ha la funzione di facilitare la trasmissione degli ultrasuoni in modo da ottenere un’immagine ottimale anche degli strati più superficiali.
Quanto dura l’esame?
La durata dell’esame ecografico è variabile perché dipende dal numero di zone da esaminare. Ad esempio: sono da valutare tutte le zone superficiali, solo quelle del collo o un ingrossamento specifico? Inoltre la durata dell’esame può variare in base a quanto riscontrato: talvolta è necessario descrivere aspetto e dimensioni di più linfonodi anomali in più aree di esame.
Indicativamente, si può considerare una durata di 10-15 minuti per ogni sede di valutazione destra e sinistra, ad esempio: collo destro e sinistro).
Cosa succede nel caso di un linfonodo sospetto?
Se l’aspetto ecografico del linfonodo non convince per la sua natura benigna, il paziente viene inviato al medico curante che conosce la sua storia clinica e che ha a disposizione altri dati, per esempio di laboratorio. L’inquadramento clinico è indispensabile, spesso sufficiente a giustificare un atteggiamento di attesa per un breve periodo: i linfonodi infiammatori possono regredire spontaneamente o con terapia. In altre situazioni viene suggerito un approfondimento diagnostico, generalmente con agobiopsia, procedura minimamente invasiva ed eseguibile ambulatorialmente.
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