Che cos’è l’ictus cerebrale?
L’ictus cerebrale viene provocato dalla repentina occlusione o rottura di un vaso cerebrale e dal relativo danno alle cellule cerebrali dato dalla carenza di ossigeno e dei nutrimenti trasportati dal sangue (ischemia) o dalla compressione causata dal sangue uscito dal vaso (emorragia cerebrale).
Quali sono i sintomi dell’ictus cerebrale?
La caratteristica principale dell’ICTUS è la sua apparizione repentina, generalmente senza dolore.
Solamente nell’emorragia cerebrale c’è frequentemente dolore alla testa. I sintomi caratteristici sono l’apparizione repentina di una carenza di forza, o formicolio e carenza di sensibilità ad un braccio e ad una gamba, però anche ad uno solo di questi. Ci potrebbero anche essere problemi nel parlare o nel vedere da un lato.
Qualche volta questi sintomi appaiono solamente per pochi minuti, poi spariscono completamente. Si parla in queste situazioni di attacchi ischemici transitori (TIA), che sono molto importanti, in quanto costituiscono dei campanelli di allarme per un ICTUS vero e proprio. Devono venire presi in considerazione con la massima attenzione. Il paziente deve essere visitato con urgenza dal dottore.
L’occlusione dei vasi cerebrali può essere anche provocata da emboli che vengono da placche di aterosclerosi del collo (arterie, carotidi o vertebrali) e dal cuore o da aterosclerosi dei piccoli vasi dentro al cervello.
Se le placche delle carotidi occludono il vaso oltre il 70% se ne consiglia la rimozione tramite intervento chirurgico.
Le dimensioni del problema
L’ICTUS cerebrale in Italia è la terza causa di decesso, dopo le patologie cardiovascolari e le neoplasie, e la prima causa assoluta di disabilità: un triste primato.
In Italia ogni anno circa 185.000 persone vengono colpite da ICTUS cerebrale. Di queste 150.000 sono i nuovi casi mentre 35.000 sono gli ICTUS che si ripetono dopo il primo episodio.
L’incidenza è proporzionale all’età della popolazione: è bassa fino a 40-45 anni, poi cresce gradualmente per impennarsi dopo i 70 anni.
Infatti il 75% dei casi di ICTUS interessa le persone di oltre 65 anni. L’incidenza media (ovvero i nuovi casi registrati ogni anno nella popolazione generale) è di circa 220 casi su 100.000 persone, arrivando a valori di 280 casi nella popolazione ultraottantenne. Questo vuol dire che ogni anno un dottore di famiglia italiano visita almeno 4-7 pazienti che vengono interessati da ictus cerebrale e ne segue almeno una ventina sopravvissuti con risultati invalidanti.
Il 10-20% delle persone colpite da ICTUS per la prima volta muore entro un mese ed un altro 10% entro il primo anno.
Tra le rimanenti, circa un terzo sopravvive con un grado di disabilità frequentemente alto, tanto da renderle non autonome; un terzo circa ha un grado di disabilità leggero o moderato che gli consente quasi sempre di tornare a casa propria in maniera quasi autonoma mentre un terzo, i più fortunati o comunque quelli che hanno avuto un ictus in forma leggera, tornano autonomi al proprio domicilio.
Si stima che la spesa per la fase acuta (ricovero) dell’ICTUS rappresenti solo un terzo del totale della spesa data alla patologia. Più alto è il costo provocato dall’invalidità, che rimane dopo l’ICTUS per il bisogno di ricovero in strutture assistenziali, perdita del lavoro, impegno della famiglia.
L’invalidità permanente delle persone che superano la fase acuta della patologia causa negli anni dopo un costo che si può calcolare intorno ai 100.000 euro.
Dal punto di vista psicologico personale e familiare, i costi sono alti e non semplicemente calcolabili.
Da che cosa è causato?
La repentina sofferenza delle cellule nervose può succedere per due ragioni:
L’occlusione di un’arteria cerebrale che ostacola il transito del sangue.
In questa situazione abbiamo un’ischemia cerebrale: le cellule che si nutrono da quell’arteria patiscono un infarto e vanno verso il decesso cellulare (o necrosi). L’ischemia cerebrale è l’85% di tutti i casi di ICTUS cerebrale. Un’arteria può occludersi poiché dentro si crea un coagulo (detto trombo) o, frequentemente, su un’irregolarità preesistente della parete dell’arteria (la placca ateromasica) e, in questo caso, abbiamo una trombosi cerebrale; o perché la raggiungono dei coaguli che vengono da lontano (detti emboli) di solito dal cuore o dalle grosse arterie del collo, già interessate da placche ateromasiche in questo secondo caso si parla di embolia cerebrale.
La repentina occlusione di un’arteria cerebrale, provocata in genere da alti valori della pressione arteriosa.
In questo caso abbiamo un’emorragia cerebrale. Questa rappresenta solamente il 15% dei casi di ICTUS cerebrale. Quando un’arteria si rompe, le cellule cerebrali soffrono non solo perché non prendono più sangue, ma anche perché il sangue, sotto pressione, schiaccia il tessuto cerebrale circostante. L’emorragia cerebrale è provocata dalla rottura di una piccola arteria profonda (caratteristica dell’anziano) o dalla rottura di un aneurisma cerebrale (caratteristica del giovane). In entrambe le situazioni l’ipertensione arteriosa ha un ruolo chiave.
Ci sono poi ragioni minori di ICTUS cerebrale, che interessano principalmente il giovane, come i difetti congeniti della coagulazione del sangue, le patologie reumatologiche, la presenza di un piccolo foro tra i due atri del cuore (pervietà del forame ovale).
In persone con pervietà del forame ovale possono crearsi piccoli trombi a livello del forame stesso che passano poi nel circolo sanguigno e arrivano all’encefalo provocando eventi ischemici.
Questo accade di frequente nelle persone che hanno già manifestato la tendenza ad una maggiore coagulazione del proprio sangue (chiamata trombofilia); tra le ragioni principali di trombofilia c’è l’assunzione della pillola estro-progestinica principalmente se a prenderla sono donne emicraniche e fumatrici.
Diagnosi
Per l’ictus ischemico od emorragico in fase acuta si provvede in emergenza/urgenza a:
- Inquadramento diagnostico (mediante indagini specifiche tipo TC o RMN encefalo, Angio RM od Angio TC, Ecocolor Doppler TSA e Doppler Transcranico)
- Valutazione neurologica (scale neurologiche tipo la NIHSS e la Scala di Rankin modificata) e clinica generale.
Trattamenti
C’è un trattamento per l’ischemia cerebrale che si può fare solamente durante le prime 3 ore dopo l’evento.
Questo trattamento, detto trombolisi, può riaprire l’arteria chiusa e salvare una parte del tessuto cerebrale interessato.
Disclaimer
Le informazioni riportate sono da intendersi come indicazioni generiche e non sostituiscono in alcuna maniera il parere dello specialista.