Cosa sono gli spasmi emifacciali?
Si tratta di contrazioni involontarie dei muscoli su un lato del viso (solitamente sinistro) che non possono essere controllate e che molte volte continuano anche quando si sta dormendo.
Lo spasmo emifacciale solitamente non causa dolore e non è un pericolo per la salute. Nei casi più gravi, tuttavia, gli occhi possono rimanere chiusi abbastanza a lungo da poter creare una situazione di pericolo, per esempio, mentre si è alla guida.
Sia gli uomini che le donne possono sviluppare spasmi facciali, ma le donne, soprattutto tra i 40 e i 60 anni, sviluppano spasmi emifacciali più velocemente rispetto agli uomini.
Si tratta di una condizione rara che si presenta in circa 11 persone su 100.000.
Tipi di spasmi emifacciali
Uno studio su 215 persone affette da spasmo emifacciale ha portato ai seguenti risultati:
- Il 62% degli spasmi sembra essere causato da una vena che esercita una pressione sul nervo facciale
- Il 18% presenta tic simili allo spasmo emifacciale
- l’11% degli spasmi è causato dalla paralisi di Bell
- Il 6% è causato da lesioni al nervo facciale
- Il 2% è legato a cause ereditarie
- meno dell’1% dei casi è causato da danni diretti ai nervi o al sistema circolatorio del cervello
Quali sono i sintomi degli spasmi emifacciali?
Solitamente, il primo sintomo di spasmo emifacciale è una contrazione dei muscoli della palpebra sinistra (possono essere talmente forti da causare la chiusura dell’occhio con successiva lacrimazione).
I sintomi dello spasmo emifacciale, se non trattati in modo appropriato, possono aggravarsi e interessare maggiormente i muscoli facciali, colpendo anche i muscoli della bocca, fino a tirarla da un lato. Con il passare del tempo, tutti i muscoli su un lato del viso possono aggrottarsi permanentemente (in alcuni casi si possono sviluppare spasmi su entrambi i lati del viso).
Altri sintomi possono essere: dolore all’orecchio, un “clic” nell’orecchio, cambiamenti all’udito e, nei casi più gravi, anche la perdita dell’udito.
Quali sono le cause degli spasmi emifacciali?
È l’irritazione del settimo nervo cranico a causare lo spasmo emifacciale. Questo nervo, noto come nervo facciale, controlla i muscoli del viso ed è responsabile della trasmissione delle informazioni riguardanti il senso del gusto ed altre sensazioni all’orecchio.
La fonte di irritazione più frequente è una piccola arteria che preme sul nervo facciale vicino al tronco cerebrale.
Altre cause possono includere un tumore benigno o una lesione che preme sul nervo, così come l’accumulo anormale di vasi sanguigni al momento della nascita.
In alcuni casi lo spasmo emifacciale può essere ereditario, mentre in altri, essere il campanello d’allarme della sclerosi multipla (raramente).
Come avviene la diagnosi dello spasmo emifacciale?
I tic facciali sono il sintomo più comune di spasmo emifacciale. Il medico effettuerà una anamnesi, analizzando la gravità degli spasmi.
Tramite un test di imaging si analizzeranno le cause dell’irritazione del nervo facciale e si andrà ad escludere la presenza di un tumore o di una lesione cerebrale. I testi che si effettuano includono: risonanza magnetica (RM), tomografia computerizzata (TAC) e angiografia (arteriografia).
Se i test di imaging non rilevano alcun tumore o lesioni, probabilmente è la pressione di un vaso sanguigno a causare lo spasmo emifacciale (non rilevabile da questi esami).
Uno spasmo emifacciale può essere confuso con altri disturbi del movimento che colpiscono il viso. Questi includono i tic del nervo facciale e gli spasmi delle palpebre. Queste due condizioni colpiscono diverse aree del viso, e non solo un lato, il che aiuta i medici a diagnosticare accuratamente questa condizione.
Come possono essere trattati gli spasmi emifacciali?
Lo spasmo emifacciale può essere trattato tramite:
- Iniezioni di tossina botulinica (Botox) vengono utilizzate per paralizzare i muscoli facciali e fermare gli spasmi. Questi trattamenti sono utili per l’85-95% delle persone. Gli effetti svaniscono dopo 3-6 mesi, saranno quindi necessari trattamenti su base regolare.
- Chirurgia: si tratta di un intervento più invasivo, che, però, da un sollievo permanente e immediato. La procedura è nota come decompressione microvascolare. Durante questo intervento un chirurgo sposta l’arteria irritante dal nervo facciale e posiziona un tampone sul nervo per proteggerlo da future compressioni. Questo tipo di intervento chirurgico è efficace in circa l’85% dei casi, ed è particolarmente utile per le persone giovani e per chi si trova nelle prime fasi di questa patologia. Questa procedura ha un certo rischio, con uno studio che ha riscontrato un rischio di deficit uditivo dell’1,5-8% dovuto a questo intervento chirurgico.