Sono sostanze che appartengono al gruppo dei farmaci fibrinolitici. Esse stimolano la formazione della plasmina, che è un enzima in grado di proteggere l'organismo dalla formazione di eventuali occlusioni all'interno dei vasi sanguigni. Ciò avviene distruggendo alcune strutture presenti a livello ematico come la fibrina (proteina utilizzata nella coagulazione) e i trombi (masse solide – formate da fibrina, piastrine, globuli bianchi e globuli rossi – che si possono formare all’interno dei vasi). L'organismo umano non è in grado di produrre direttamente la plasmina; genera invece un suo precursore inattiv – il plasminogeno – che viene attivato da varie sostanze.
Il dosaggio degli attivatori del plasminogeno all'interno dell'organismo è fondamentale per controllare la fibrinolisi, che è quel processo di dissoluzione del reticolo di fibrina (proteina responsabile della coagulazione): la fibrinolisi fa in modo che, in seguito all'arresto di un'emorragia, non si formino dei coaguli che potrebbero andare ad occludere i vasi sanguigni, impedendo in tal modo la normale circolazione del sangue (trombosi).
A cosa servono gli attivatori del plasminogeno?
Vengono utilizzati in patologie cardio-circolatorie gravi come l'embolia polmonare, la trombosi venosa profonda, l'infarto del miocardio.
Come si assumono gli attivatori del plasminogeno?
Sono somministrati per endovena e la loro eliminazione avviene per via renale.
Effetti collaterali degli attivatori del plasminogeno
Tra i principali effetti collaterali associabili all’uso di questo farmaco, si riscontrano le emorragie (in particolar modo nei casi di assunzione contemporanea di altri farmaci anticoagulanti o in caso di iperdosaggio).
Avvertenze degli attivatori del plasminogeno
Il loro impiego potenzia l'effetto di altri farmaci anticoagulanti che siano assunti contestualmente.