L’alopecia androgenetica (calvizie) è una delle paure più grandi di molti uomini (e donne). Negli ultimi anni, infatti, questo problema interessa una fetta sempre più consistente di popolazione, sia maschile che femminile, arrivando a coinvolgere anche giovani. Il primo pensiero di molti è quello di ricorrere ad un trapianto di capelli; tuttavia, esistono diversi trattamenti che consentono di gestire il problema.
Ce ne parla il dott. Mattia Fabio Molle, dermatologo presso Humanitas San Pio X e l’ambulatorio Humanitas Medical Care Murat a Milano.
Quali possono essere le cause della calvizie?
Le principali cause dell’alopecia androgenetica sono la familiarità, ovvero una predisposizione genetica (avere altri casi in famiglia), e un eccesso di produzione dell’ormone androgeno (DHT), un potente ormone che deriva dal testosterone. Nei soggetti con alopecia androgenetica si ha inoltre un’aumentata suscettibilità del cuoio capelluto agli effetti di questi ormoni. Tuttavia, esistono anche altre forme di alopecia o caduta dei capelli che possono coesistere e riconoscere svariate cause, come:
- Uso di farmaci
- Chemioterapia
- Stress fisici o psicologici
- Febbre intensa
- Malattie autoimmuni
- Gravidanza
- Post-Parto
- Carenze nutrizionali, di ferro o diete dimagranti
- Menopausa
Come si riconosce l’alopecia androgenetica?
È possibile riconoscere l’alopecia androgenetica durante i lavaggi, l’asciugatura o la pettinatura dei capelli, che possono presentarsi più deboli, sottili e diradati.
Il diradamento, più o meno rapido, consiste in un arretramento costante della linea dell’attaccatura dei capelli (solitamente negli uomini parte dalle regioni temporali), o nella perdita localizzata in alcune regioni del cuoio capelluto, soprattutto al vertice.
Che differenza c’è rispetto ad altre forme di alopecia?
Come dicevamo, l’alopecia androgenetica si manifesta con il diradamento dei capelli (in media ogni persona ne perde da 50 a 100 al giorno) in alcune zone precise come tempie, fronte e parte superiore del cranio; l’alopecia areata, invece, può coinvolgere l’intero cuoio capelluto, con una perdita totale di capelli (alopecia totale o universalis), o alcune zone circoscritte, con chiazze rotonde completamente glabre.
Come viene diagnosticata?
Per una corretta diagnosi è necessario sottoporsi ad una visita dermatologica tricologica per approfondire le possibili cause, ed escludere altre malattie che possono incidere sulla crescita o meno dei capelli, come problemi alla tiroide,
diabete, lupus o psoriasi (in questi casi potrebbero essere necessari alcuni esami del sangue).
Molto importante è la tricoscopia, che permette di valutare la presenza di segni caratteristici dermoscopici del cuoio capelluto. In alcuni casi, nel sospetto di forme particolari di alopecia, è utile effettuare un tricogramma che avviene prelevando uno o più campioni dal cuoio capelluto per valutarli al microscopio.
Quali sono i possibili trattamenti per l’alopecia androgenetica?
Ad oggi sono a disposizione numerosi trattamenti farmacologici sia locali (lozioni) che sistemici (compresse) per fermare ed invertire il processo di diradamento progressivo. I farmaci che si utilizzano appartengono principalmente alla categoria degli antipertensivi (minoxidil, spironolattone) o antiandrogeni (finasteride, dutasteride) che stimolano il trofismo dei bulbi del cuoio capelluto ed antagonizzano l’effetto negativo degli ormoni androgeni. Si possono inoltre valutare trattamenti integrativi di medicina rigenerativa come il PRP (plasma ricco di piastrine).
Cosa devo aspettarmi dai trattamenti per la calvizie?
I trattamenti per l’alopecia androgenetica richiedono costanza di applicazione e pazienza, infatti sono necessari mesi di trattamento per iniziare a vedere i risultati, che poi vanno mantenuti nel tempo.
Quando sarebbe meglio cominciare la terapia?
Per questo motivo è indispensabile iniziare il trattamento il prima possibile, per evitare una situazione di partenza già avanzata in cui è più complesso invertire il processo di diradamento.
Quando devo prendere in considerazione il trapianto dei capelli?
Il trapianto di capelli non è mai la prima opzione terapeutica. Si può valutare quando, con la terapia, la situazione si è stabilizzata, ovvero non c’è più una progressione, né un miglioramento. In questi casi il trapianto di capelli permette di rimpolpare le zone rimaste diradate.
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