La spalla è un’articolazione complessa che può andare incontro a diverse complicazioni ed essere soggetta a più patologie. Il dolore, associato spesso a rigidità e difficoltà di movimenti, può indicare problemi differenti ed arrivare ad essere invalidante, proibendo di compiere anche i gesti più semplici. Tuttavia, l’opzione chirurgica non è l’unica disponibile. La fisioterapia e le onde d’urto si sono rivelate un binomio vincente nel trattamento di questa sintomatologia.
Ce ne parla la dott.ssa Carmen Scarabeo, fisiatra presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
Quali sono le condizioni più comuni che causano dolore alla spalla?
Le patologie e i problemi più comuni che possono causare dolore alla spalla sono:
– Patologie infiammatorie o degenerative (come artrosi, tendinite, borsite, spalla del nuotatore)
– Lesione alla cuffia dei rotatori
– Instabilità della spalla
– Calcificazioni
– Fratture o lesioni traumatiche
I danni possono essere ai legamenti, ai tendini o alla struttura osteo-cartilaginea della spalla.
Quali sono i sintomi della spalla dolorosa?
– Dolore all’altezza della spalla (che peggiora nelle ore notturne)
– Difficoltà di movimento
– Diminuzione della forza
Quando è meglio rivolgersi allo specialista?
È importante consultare uno specialista in presenza di dolore acuto, ridotta capacità di movimento e di utilizzo dell’articolazione, gonfiore, arrossamento, calore intorno all’articolazione.
Come viene indagato il dolore alla spalla?
Il dolore alla spalla può essere diagnosticato tramite una visita specialistica, durante la quale vengono indagati la storia clinica del paziente e possibili fattori di rischio (come diabete, obesità, fumo) e uno o più esami di accertamento (ecografia e/o risonanza magnetica).
Cosa può fare la fisioterapia per la spalla dolorosa?
La fisioterapia è importante per tornare ad avere un recupero funzionale completo, per quanto possibile, considerando le condizioni della spalla da trattare. Con il fisioterapista verranno effettuate sedute di terapia manuale con mobilizzazione della spalla (lavoro di tipo attivo o passivo), di stretching e di rinforzo muscolare selettivo per trattare il dolore, per migliorare la mobilità ed eventualmente stabilizzare l’articolazione fino ad avere un recupero completo.
Il tipo di esercizi variano da paziente a paziente e anche rispetto alle condizioni cliniche della spalla; in genere, oltre allo stretching, verranno eseguiti esercizi di decoaptazione, scollamento miofasciale e recupero dell’attivazione muscolare in maniera corretta, evitando compensi.
Il numero di sedute varia a seconda del quadro clinico, in genere ne bastano dieci ma è molto importante poi proseguire il tipo di esercizi appresi anche a domicilio per avere risultati che si mantengano nel tempo.
In che modo le onde d’urto sono utili nel trattamento della spalla dolorosa?
Le onde d’urto sono onde acustiche che poi si trasformano in energia meccanica che produce un effetto biologico a livello cellulare, e nello specifico, hanno un effetto antidolorifico, antiedemigeno e antinfiammatorio e vascolarizzante.
Il numero di sedute dipende anche qui dalla patologia da trattare e dalla cronicità della patologia, in genere va da un minimo di 3 sedute necessarie, fino poi alla risoluzione della problematica, raramente oltre le 6.
Quando è necessario l’intervento chirurgico?
Quando il trattamento conservativo non riesce ad alleviare i sintomi e la funzionalitá della spalla è compromessa, trova indicazione l’intervento chirurgico.
I casi più comuni sono quelli dei giovani che praticano sport da contatto, persone che utilizzano la spalla per trasportare pesi per lavoro (anche in overshoulder) e anziani con quadri clinici molto compromessi (più in generale, tutti quei pazienti che utilizzano la spalla in maniera attiva e che hanno limitazioni in tale senso). Anche in questo caso l’indicazione varia a seconda della patologia, dall’insorgenza e dal tipo di recupero funzionale che si può ottenere con la terapia conservativa (FKT). In questo caso è importante parlarne col medico e con il chirurgo di riferimento.
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