L’ecografia ai polmoni può essere fondamentale per la diagnosi, il monitoraggio e la cura dei pazienti con una patologia polmonare. Negli ultimi anni, infatti, si è dimostrata essere uno strumento fondamentale anche nei contesti di emergenza e in terapia intensiva (come nel caso del COVID-19).
Ce ne parla il dott. Umberto Ippolito Giovanni Maggi, specialista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
A cosa serve l’ecografia ai polmoni?
L’ecografia ai polmoni può essere utile per la valutazione di:
– Versamenti pleurici (comunemente detti “acqua nei polmoni”)
– Bronchiti recidivanti o resistenti a terapie
– Polmoniti
– Disfunzioni diaframmatiche
– Patologie interstiziali polmonari
– Addensamenti polmonari
– Fibrosi
– Consolidamenti subpleurici (atelettasie, infarti, secondarismi)
– Politraumi
In che modo l’ecografia ai polmoni è stata utile per il trattamento da COVID-19?
Il Covid-19 è stata un’importante opportunità per un approfondimento degli studi sulla malattia e sull’utilità della ecografia polmonare; in situazioni in cui la trasportabilità dei pazienti rappresentava un fattore di rischio per essi e per gli altri, l’ecografia al letto del paziente è risultata molto importante. Nel Covid-19 l’ecografia polmonare ha permesso di discriminare pazienti con problematiche polmonari lieve, gravi o critiche. Inoltre, ha permesso di seguire nel tempo i pazienti, evidenziando fasi successive della patologia.
Quando fare l’ecografia ai polmoni?
In genere, l’ecografia ai polmoni può essere prescritta a pazienti con:
– Sintomi polmonari quali Tosse grave o persistente
– Dolore al torace
– Difficoltà respiratoria (dispnea)
Tale metodica diagnostica viene effettuata negli ospedali e nelle strutture sanitarie, soprattutto da parte di anestesisti ed intensivisti; ma potrebbe anche essere una importante opzione diagnostica da parte dei medici di base che abbiano la disponibilità di un ecografo e le competenze ecografiche necessarie. In queste sedi sarebbe possibile effettuare una prima diagnosi differenziale tra versamento pleurico, edema polmonare, pneumotorace o polmonite. L’introduzione recente di mini-sonde ecografiche capaci di inviare immagini direttamente on line su telefoni cellulari o in rete, potrebbe ulteriormente migliorare l’interpretazione delle immagini inviandole a specifici professionisti.
Come viene svolta l’ecografia ai polmoni?
Per tale esame non è necessaria una preparazione specifica: il paziente viene generalmente fatto sedere o sdraiare su un lettino (viene scoperto il torace per permettere l’esecuzione dell’esame). Durante l’eco, lo specialista, potrebbe chiedere di cambiare posizione o di trattenere il respiro per ottenere immagini più chiare; si applica quindi un gel trasparente sulla pelle delle aree da esplorare che permette una migliore conduzione degli ultrasuoni, migliorando la qualità delle immagini; il medico utilizza quindi una sonda ad ultrasuoni che viene spostata delicatamente sulla superficie cutanea. Le immagini sono visualizzate sul monitor dell’ecografo.
Le linee guida suggeriscono di esaminare la più ampia parte di polmone esplorabile; quindi, esame anteriore, laterale e posteriore. Alcuni protocolli prevedono uno studio di 12 aree del torace (anteriore, laterale e posteriore) cioè 6 aree per ogni polmone.
Chi può sottoporsi all’ecografia ai polmoni?
Tutti i pazienti adulti o pediatrici o donne gravide con sospette patologie pleuropolmonari possono essere sottoposti ad una ecografia dei polmoni; studi su animali avrebbero dimostrato la possibilità della comparsa di piccole emorragie capillari polmonari dopo ecografia del polmone; tale dato non è stato confermato nell’uomo.
Quanto dura l’ecografia ai polmoni?
L’ecografia è un esame indolore e di solito richiede circa 15-30 minuti per la sua esecuzione.
Quali sono i benefici dell’ecografia ai polmoni?
I principali benefici sono quelli di poter effettuare un esame senza sottoporsi alle radiazioni ionizzanti di una radiografia del Torace o di una TAC. Certo, un’ecografia del polmone non può sostituirsi come accuratezza ad una TAC ma può essere un buon esame per effettuare rapidamente e precocemente una diagnosi attendibile sulla presenza di un problema polmonare, e quindi sull’eventuale necessità, in base a diversi parametri ecografici e clinici, di effettuare un approfondimento diagnostico.
Quali sono i limiti dell’ecografia ai polmoni?
L’ecografia polmonare viene limitata da situazioni di obesità, di eccessiva massa muscolare, da ematomi di parete o da enfisema sottocutaneo. Le ossa, il cuore e l’aria contenuta nei visceri possono limitare la visualizzazione in determinati settori; gli ultrasuoni possono poi avere difficoltà a penetrare in profondità limitando la visualizzazione alle parti superficiali. È inoltre una metodica operatore-dipendente dove quindi l’esperienza del medico è importante.
Nonostante tali limitazioni l’ecografia polmonare è una tecnica di imaging molto utile in quanto sicura, non invasiva, non richiedendo l’uso di radiazioni, ed economica.
È una metodica relativamente nuova, in progressiva evoluzione, dove sono in via di definizione sia le modalità dell’esame che l’interpretazione delle immagini.
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