Sensazione di gola gonfia, bruciore, dolore a deglutire, febbre, gonfiore ai linfonodi del collo. Durante la stagione invernale, la faringite può presentarsi con molta frequenza sia negli adulti che nei bambini e ha generalmente un’origine virale. Tuttavia, non essendo questa l’unica possibile causa, è importante indagare i fattori che l’hanno potenzialmente provocata per raggiungere la diagnosi corretta e impostare la terapia adeguata.
Ce ne parla la Dott.ssa Francesca Pirola, otorinolaringoiatra presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola a Milano, e chirurgo assistente presso l’Istituto Clinico Humanitas – Rozzano.
Che cos’è la faringite?
La faringite è un’infiammazione della faringe, ovvero quel condotto posteriore al naso e alla bocca, e profondo nel collo, che comunemente chiamiamo “gola”. Questo condotto muscolomembranoso, rivestito internamente da mucosa, consente il passaggio dell’aria e del cibo con un meccanismo alternato ad elevata coordinazione. Infatti, nella faringe convergono sia la via aerea che quella digestiva superiore.
Si divide in tre aree:
1. Rinofaringe (parte superiore, posteriore al naso)
2. Orofaringe (parte media, posteriore al cavo orale)
3. Ipofaringe (parte inferiore, adiacente alla laringe)
Quali sono i sintomi della faringite?
I sintomi di questa infiammazione possono essere diversi a seconda della causa (eziologia) e della forma, acuta o cronica. Il sintomo principale è tendenzialmente il dolore/bruciore alla gola, ma altri sintomi e segni possono essere:
- Dolore alla deglutizione
- Ingrossamento e/o arrossamento delle tonsille palatine
- Presenza di placche biancastre o pus sulle tonsille
- Voce rauca associata alla sensazione di bruciore
- Linfonodi del collo ingrossati e dolenti
A questi sintomi possono talvolta associarsi:
- Febbre (sopra i 38°C)
- Brividi
- Tosse
- Dolori muscolari
- Dolori articolari
- Mal di testa
- Nausea
- Vomito
La faringite può insorgere in maniera acuta e risolversi dopo pochi giorni, o perdurare nel tempo, cronicizzando.
La faringite cronica evolve in tre fasi:
1. Catarrale, con una lieve congestione della mucosa e un ingrossamento delle ghiandole che producono il muco;
2. Ipertrofica, con una minore congestione della mucosa ma un maggiore ingrossamento delle ghiandole;
3. Atrofica, caratterizzata da una riduzione (atrofia) sia di tutti i costituenti della mucosa, sia della porzione muscolare (più frequente nelle persone anziane).
Da cosa può essere causata la faringite?
Come dicevamo, la faringite acuta nella maggior parte dei casi è causata da un’infezione virale (per esempio, adenovirus, rhinovirus, virus influenzale, ecc.) che tende a risolversi nel giro di alcuni giorni, senza trattamenti particolari, grazie all’azione del nostro sistema immunitario.
In altri casi, l’eziologia può essere batterica, e si può associare a un importante rigonfiamento e dolenzia delle tonsille (faringotonsillite acuta). Oltre all’eziologia infettiva, la faringite può avere altre cause: allergie a inalanti (come a peli di animali domestici, muffe, polvere e polline); inalazione cronica di sostanze irritanti (come esposizione lavorativa, fumo di sigaretta); malattia da reflusso faringo-laringeo; inspirazione di aria secca in luoghi chiusi; assunzione di abbondante alcol e cibi piccanti. Inoltre, è importante non dimenticare che anche patologie come tumori della gola o del cavo orale si possono manifestare con sintomi sovrapponibili a quelli della faringite.
Come posso curare la faringite?
Se la faringite è causata da un’infezione batterica, vengono generalmente prescritti degli antibiotici; se invece l’infezione è virale, per alleviare i sintomi si possono utilizzare antinfiammatori non steroidei e antidolorifici, per limitare la sintomatologia nel tempo necessario alla guarigione (pochi giorni).
Le faringiti causate da altri fattori (come allergie, irritazioni, reflusso faringo-laringeo) necessitano di impostare una terapia basata sulle cause scatenanti.
Spesso viene consigliato l’uso del deumidificatore per ristabilire il giusto equilibrio dell’umidità dell’aria e alleviare i sintomi.
Cosa può fare il medico per la faringite?
Generalmente è il Medico di Medicina Generale (medico di famiglia) a prescrivere gli esami per diagnosticare la faringite (es. tampone faringeo con antibiogramma, esami ematochimici come TAS, PCR, PCT) e impostare un’adeguata terapia medica.
In caso di complicanze (ascessi peritonsillari o del collo) o di malattia refrattaria ai trattamenti standard, è necessario consultare uno specialista otorinolaringoiatra (ORL).
Durante la visita specialistica, l’otorinolaringoiatra osserverà la gola (faringe) del paziente con una strumentazione dedicata, e procederà alla palpazione del collo e delle regioni sottomandibolari alla ricerca di eventuali linfonodi ingrossati, o altri noduli. Successivamente, se necessari, potrebbero essere indicati altri accertamenti, come l’esecuzione di un ulteriore tampone faringeo, esami del sangue e/o prove allergiche, ed esami radiologici (es. ecografia, Tomografia Computerizzata – TC, Risonanza Magnetica, ecc.).
È fondamentale sottolineare che la presenza di sintomi da faringite di intensità elevata può richiedere la valutazione specialistica ORL in breve tempo; se questi sintomi sono associati anche a problemi respiratori è necessario recarsi in Pronto Soccorso.
Quali possono essere i segnali di allarme?
Sono segnali da non sottovalutare:
- difficoltà di respiro;
- difficoltà di deglutizione;
- difficoltà ad aprire la bocca (trisma);
- secrezioni salivari persistenti in bocca (scialorrea);
- mal di gola persistente (durata maggiore di 7 giorni).
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