A cosa serve la manometria esofagea?

Reflusso acido dello stomaco, dolore toracico, bruciore al petto, difficoltà della deglutizione possono rendere necessaria una manometria esofagea, un esame di secondo livello che consente di studiare la motilità dell’esofago (la struttura che permette al bolo alimentare di passare dalla bocca allo stomaco). Ma come funziona esattamente?

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Elisa Carlani, gastroenterologa presso l’istituto Clinico Humanitas e l’ambulatorio Humanitas Medical Care Rozzano Fiordaliso.

Quando si fa la manometria esofagea?

La manometria esofagea permette di valutare la funzionalità dell’esofago e dello sfintere esofageo inferiore.

Per questo, viene indicato ogni volta che si sospetti un’alterazione della fisiologica motilità dell’esofago, in presenza dei sintomi sopra citati.

Le patologie che si possono individuare sono:

·  acalasia

·  spasmo esofageo diffuso

·  disordini motori aspecifici o secondari ad altre malattie (come la sclerosi sistemica)

·  reflusso gastroesofageo

Essendo un esame di secondo livello, viene in genere prescritto dal Gastroenterologo o dal Chirurgo esperto in patologie esofagee, dopo visita specialistica. In caso di malattie sistemiche che possono coinvolgere l’esofago, anche altri specialisti possono prescrivere l’esame (neurologo, reumatologo, ..)

Oltre ad essere un esame indispensabile per le patologie motorie dell’esofago, risulta essere molto utile per la valutazione della malattia da reflusso gastro-esofageo, in quanto permette di valutare la funzionalità dello sfintere esofageo inferiore e la presenza di un’eventuale ernia iatale. È inoltre uno strumento utile ad aiutare il chirurgo a capire che tipo di intervento proporre al paziente in caso di malattia da reflusso e/o ernia iatale.   

Chi può sottoporsi alla manometria esofagea?

La manometria esofagea è un esame a cui possono sottoporsi la quasi totalità dei pazienti, fatta eccezione per coloro che non hanno accessibilità alla regione dell’orofaringe per via trans-nasale a causa di pregresse chirurgie. 

Come si fa la manometria esofagea?

Per eseguire la manometria esofagea viene utilizzato un gel lubrificante contenente una minima quantità di anestetico locale per permettere l’inserimento di un piccolo sondino (catetere) che dalla narice verrà spinto fino all’orofaringe.

Verrà poi chiesto al paziente di flettere il capo in avanti e deglutire in modo da facilitare il passaggio del tubo in esofago.

La registrazione avverrà dopo circa 10 minuti dal posizionamento (affinché cessi ogni attività motoria scatenata dall’intubazione); successivamente, il paziente dovrà cercare di ridurre al minimo le deglutizioni spontanee e si procederà a studiare la motilità esofageo mediante la somministrazione di piccoli sorsi di acqua. La procedura è generalmente è ben tollerata; solo occasionalmente si possono verificare vomito, tosse, lipotimia.

Quanto dura la manometria esofagea?

L’esame ha una durata complessiva di circa 30 minuti.

Quali sono le norme di preparazione per la manometria esofagea?

La preparazione alla manometria esofagea consiste nel digiuno a partire da almeno 8 ore precedenti l’esame e nella sospensione delle terapie farmacologiche che possono influenzare la motilità dell’esofago e del LES.

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