Che cosa bisogna aspettarsi dalla vita sessuale dopo i 60 anni e in che modo possiamo riuscire a viverla al meglio?
Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Roberta Ribali, medico psichiatra, psicoterapeuta e sessuologo, presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
Come cambia la vita sessuale dopo i 60?
La vita sessuale, così come la vita media, si è prolungata, ed ha assunto centrale visibilità in relazione alle esigenze delle persone d’oggi.
Donne e uomini si ritrovano, grazie a nuove modalità di relazione ed anche grazie a tutta una serie di nuove risorse farmacologiche, a mettere in discussione alcuni ruoli e stereotipi tradizionali. Anche i medici hanno strumenti nuovi per affrontare situazioni complesse, individuali e di coppia, e, insieme alle persone, sono chiamati a reinventare percorsi diversi.
In realtà, nessuno ci ha ancora insegnato ad invecchiare.
Tuttavia, una vita sessuale attiva, per chi la desidera e per chi, soprattutto, si autorizza a viverla, consente di mantenere una certa gioia di esistere e un benessere lecito e, dovuto, a un corpo che invecchia. Molte persone “over 60” si ritrovano sole, senza più una vita intima con un partner. Altre sono in coppia, etero o omosex: anche la coesione di coppia è favorita da una buona intesa sessuale ed intima. Quest’ultima risulta essere spesso un supporto alle problematiche esistenziali, a volte molto pesanti, che si incontrano nell’accumularsi degli anni.
Ed è quindi, un vero peccato che molte persone si ritrovino, senza forti ragioni, a concludere le loro esperienze sessuali a una certa età!
Cosa cambia nella vita sessuale di una donna l’età che avanza? Molte donne, da giovani, hanno puntato molto sull’aspetto fisico, che le rende, a loro sentire, desiderabili e amate. Molte innescano una lotta contro gli anni che passano, specie dopo la menopausa, che stabilisce un limite biologico alla capacità riproduttiva. Altre si rassegnano e accettano chiusure, rassegnazione e a volte depressione. Qualcuna chiede aiuto alla medicina, e ritrova oggi ottimi supporti e benefici, sia dalle terapie ormonali sostitutive, in Italia ancora troppo poco utilizzate, sia da programmi fisioterapici e psicoterapici.
Tuttavia, i nuovi farmaci contro la disfunzione erettile maschile, a volte, se gestiti senza la necessaria delicatezza, possono dare alla donna in avanti con gli anni l’idea assolutamente errata di essere ormai fuori dal gioco di erotismo e dalla sessualità che ai maschi viene ancora consentito.
E nell’uomo, cosa cambia con l’avanzare dell’età?
I cambiamenti, nell’uomo, sono graduali, e come tali difficili sia da realizzare che da accettare. In particolare, molti uomini continuano a paragonare il Sé dei 30 o 40 anni con la situazione attuale. Il metabolismo si altera facilmente, e così i tassi ormonali, le prestazioni psicofisiche e l’approccio globale all’eros.
In particolare, la perdita di attrattività estetica viene affrontata alcune volte, come nelle donne, da ricorsi sempre più frequenti a chirurgia plastica e cura del fitness che si è trascurato negli anni giovanili.
Perdita graduale anche di forze, di prestazioni fisiche, che è tanto difficile accettare, appunto, e che necessiterebbe una disciplina di abitudini e rimedi che non molti comprendono e riescono a mettere in atto. Le difficoltà nell’erezione si presentano più di frequente, e con il procedere dei problemi metabolici, legati all’invecchiamento, può anche verificarsi ansia da prestazione ed impotenza, di origine fisica e/o psicologica.
Dopo i 50 anni, la disfunzione erettile è presente circa nel 50% degli uomini.
Qui il medico può e deve intervenire efficacemente, non solo nell’indagare e nel prescrivere eventualmente i nuovi farmaci per la disfunzione erettile, ma anche aiutando l’uomo, etero o gay, a ridimensionare la centralità della penetrazione in una buona sessualità.
Si può aiutare l’uomo a focalizzarsi maggiormente sui reali bisogni erotici della/del partner, mettendo in discussione il concetto di equivalenza “virilità-erezione”, retaggio di millenni. Oggi essere un uomo non significa confrontarsi con le proprie performances erettive, ma comprendere nuovi ruoli personali, ben più importanti a livello relazionale, che una conoscenza psicologica approfondita di sè stessi permette di declinare e realizzare.
Quali strumenti abbiamo oggi per migliorare la sessualità dopo i 60 anni?
La sessualità fa parte della vita sia individuale che sociale, e non è possibile isolarla dal contesto della struttura psicofisica globale di una persona.
Un farmaco non risolve questo tipo di problematiche, se non si lavora, insieme al paziente, per entrare all’interno delle sue dinamiche. Una buona alleanza terapeutica col medico è il primo passo indispensabile per migliorare. Trasparenza e fiducia reciproca: poi si possono consigliare farmaci e comportamenti ottimali ed efficaci.
La sessualità over 60 è fatta anche di tante componenti: fantasie erotiche, pornografia, autoerotismo, sia per chi si ritrova solo/a che per chi è in coppia.
Una tematica complessa, che è legittimo affrontare con un interlocutore aperto, riservato e competente, che potrà ascoltare, senza giudicare, ed aprire nuovi percorsi di sperimentazione e benessere .
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