Generalmente la presenza di un linfonodo ingrossato è causata da un’infezione batterica o virale; tuttavia, se le dimensioni tendono ad aumentare piuttosto che a diminuire, se l’ingrossamento è comparso senza un motivo apparente, se sono duri o ruvidi al tatto, associati a febbre, o sono presenti altre anomalie, è meglio rivolgersi ad uno specialista per escludere la presenza di una malattia autoimmune o, più raramente, di un tumore.
Ce ne parla la dott. Daniela Lambertenghi, ematologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
Cosa sono i linfonodi?
I linfonodi (o ghiandole linfatiche) sono gli organi del sistema linfatico. Piccoli noduli di forma tondeggiante (che si possono trovare da soli o in gruppo), situati lungo il percorso delle vie linfatiche, con il compito di produrre una risposta immunitaria contro eventuali sostanze trasportate dalla linfa considerate dannose. Ognuno di noi ha circa 600 stazioni linfonodali in tutto il corpo.
Quali sono i linfonodi che possono ingrossarsi?
Con il termine di “linfoadenopatia” si intende l’aumento delle dimensioni di uno o più linfonodi presenti nel nostro corpo. La linfoadenopatia può insorgere nelle stazioni linfonodali superficiali o profonde: nel primo caso le sedi sono cervicali, ascellari e inguinali e sono facilmente apprezzabili durante la visita da parte del medico ma anche dal paziente stesso; nel secondo caso le adenopatie sono localizzate nel mediastino (torace) e nell’addome, non sono palpabili e si evidenziano solo con esami di imaging (ecografia e/o TAC)
Cos’è che fa ingrossare un linfonodo?
I linfonodi si possono ingrossare per diversi motivi. Alcuni di noi hanno per costituzione i linfonodi più ingrossati rispetto alla popolazione normale. Nella maggior parte dei casi l’adenopatia può essere benigna (80% dei casi nei soggetti al di sotto dei 40 anni) e quindi causata da infezioni di natura batterica o virale. Oppure può essere manifestazione di patologie sistemiche, o talora di natura tumorale.
Quali patologie possono associarsi ai linfonodi ingrossati?
Le più frequenti patologie che possono causare l’ingrossamento dei linfonodi sono le infezioni virali (per es.: mononucleosi, infezione da Varicella Zoster, Citomegalovirus, l’HIV) o batteriche (Streptococco, sifilide, tubercolosi) o parassitarie (toxoplasmosi, leishmaniosi). Inoltre le linfoadenopatie si possono riscontrare in alcune malattie immunologiche (lupus eritematoso, artrite reumatoide) o malattie endocrine (ipertiroidismo) e malattie neoplastiche (come il linfoma, la leucemia linfatica cronica e alcune metastasi tumorali).
Quando devo preoccuparmi per un linfonodo ingrossato?
Da considerare in presenza di una linfoadenopatia è la sua velocità di crescita:
una crescita rapida è tipica di processi infiammatori e raramente di patologie maligne aggressive. Una crescita lenta è più spesso associata a processi di malattie neoplastiche.
Anche la consistenza del linfonodo è importante: una consistenza dura e non dolente fa sospettare una neoplasia, una consistenza elastica e dolente è più spesso imputabile a una causa infettiva o infiammatoria.
Linfonodi con comparsa e regressione in poche settimane sono più frequenti nei processi infettivi.
Esiste un test di autovalutazione che posso fare per controllare i linfonodi?
L’autopalpazione dei linfonodi superficiali è molto importante in quanto il loro ingrossamento, anche se raramente, può essere il primo segno di esordio di un tumore o il segno che esso si sta diffondendo. Ma solo il medico tramite un’attenta visita e la richiesta di esami specifici, può distinguere tale aumento da quello che si che si verifica in seguito a malattie infettive, infiammatorie o immunologiche che peraltro sono le più frequenti.
I linfonodi ingrossati sono sempre palpabili?
Se i linfonodi ingrossati appartengono alle stazioni linfonodali superficiali (cervicale, ascellari e inguinali) di solito è possibile palparli: in genere si considera aumentato di volume un linfonodo che supera il centimetro di diametro massimo.
Se i linfonodi ingrossati appartengono alle stazioni linfonodali profonde (mediastino e addome) non è possibile palparli e in questo caso spesso si manifestano con una sintomatologia da ingombro o compressione (dispnea, tosse, stipsi, dolori addominali)
Quando devo far vedere un linfonodo allo specialista?
Fino a un centimetro la dimensione del linfonodo è ritenuta normale. E’ meglio chiedere il parere del medico quando l’ingrossamento persiste per alcune settimane o aumenta progressivamente. Importante è anche la comparsa di sintomi quali febbre, stanchezza, dimagrimento o sudorazioni notturne.
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