Non esiste una cura definitiva per l’artrosi, tuttavia, è possibile controllarla con una serie di terapie e trattamenti che permettono di attenuare i sintomi e, in alcuni casi, evitare il ricorso alla chirurgia.
Le tecniche terapeutiche infiltrative, in particolare quelle che prevedono l’infiltrazione di acido ialuronico, svolgono un ruolo importante nella gestione del dolore causato dall’usura e all’invecchiamento delle articolazioni, perché permettono di iniettare il farmaco direttamente al loro interno e di raggiungere il sito lesionato con la giusta concentrazione di principio attivo, riducendo il rischio di effetti collaterali.
Ne abbiamo parlato con il dott. Fabio Zerbinati, Responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia di Humanitas Mater Domini di Castellanza e ortopedico presso gli ambulatori Humanitas Medical Care di Arese e Varese.
Cosa sono le iniezioni endoarticolari?
Sono iniezioni di sostanze terapeutiche (principalmente cortisonici e acido ialuronico), all’interno dell’articolazione che vengono utilizzate per il trattamento di patologie dell’apparato locomotore.
Cosa sono i cortisonici?
I cortisonici sono sostanze simili all’ormone cortisolo che il nostro corpo produce fisiologicamente per ridurre un’infiammazione.
Generalmente sono utili quando l’articolazione è molto dolorosa o infiammata e il paziente necessita di un sollievo rapido e temporaneo.
Cos’è l’acido ialuronico?
È uno dei principali costituenti del tessuto cartilagineo e connettivale. Ha capacità di legare le molecole di acqua e quindi, assumendo caratteristiche tipo gel, di assorbire i carichi e fungere da lubrificante naturale.
Queste iniezioni sono indicate quando l’articolazione è colpita da un’artrosi che genera dolore, riduce la viscoelasticità del liquido sinoviale e porta ad una diminuzione dell’acido ialuronico naturalmente presente nell’articolazione.
Come viene eseguita l’iniezione endoarticolare?
La procedura consiste nel disinfettare la cute da infiltrare, scegliere l’ago più idoneo (per lunghezza e diametro) da utilizzare, localizzare il punto esatto in cui effettuare l’iniezione dopo aver ben definito i reperi anatomici, iniettare lentamente la sostanza nell’articolazione e applicare del ghiaccio per qualche minuto.
Che benefici ha l’iniezione endoarticolare sull’artrosi?
L’infiltrazione di acido ialuronico, in particolare, riduce il dolore e il processo infiammatorio causati dall’artrosi, ristabilendo l’equilibrio biologico e migliorando la meccanica dell’articolazione grazie alla sua azione lubrificante.
Chi può sottoporsi alle iniezioni endoarticolari?
Qualsiasi paziente meritevole che non presenti controindicazioni sistemiche terapie anticoagulanti con rischio emorragico elevato sconsigliano qualsiasi terapia infiltrativa); per le infiltrazioni di cortisone: pazienti affetti da glaucoma oculare, diabete scarsamente compensato, insufficienza renale, stati infettivi in corso o controindicazioni locali (per esempio, infezioni locali).
Quanto dura l’effetto delle iniezioni endoarticolari?
È variabile e soggettivo. In alcuni casi riequilibrare l’ambito articolare può portare a benefici duraturi nel tempo; in altri casi il percorso va ripetuto valutando la soggettiva risposta di ogni paziente.
Per quanto tempo si possono fare le iniezioni endoarticolari?
È una procedura ripetibile periodicamente senza limitazioni, considerando comunque un consono periodo di separazione tra i vari cicli, in genere non prima di 6 mesi (nel caso il paziente non avesse un periodo di benessere sufficientemente lungo andrebbe valutata la sostituzione del farmaco/principio attivo, piuttosto che propendere per ambiti di trattamento differenti).
In quali altri casi possono essere utili le iniezioni endoarticolari?
In caso di:
- sinoviti infiammatorie
- patologie cartilaginee (come danni focali, per esempio osteocondrite dissecante, danni traumatici locali o sovraccarichi)
- artrosi franca (ovvero patologia conclamata nei vari stadi)
Quando non sono raccomandate le iniezioni endoarticolari?
L’indicazione deve essere prescritta da un medico dopo valutazione del caso specifico. Quadri di patologia artrosica in stadi avanzati possono non rispondere a questa terapia e in questi casi, confermata la non risposta alla terapia, può essere opportuno consigliare la procedura chirurgica.
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