Comunicare bene in famiglia? La parola d’ordine deve essere “accettazione”

Comunicare bene in famiglia? Non sempre è facile. Spesso, troppo spesso, all’interno delle case, tra parenti stretti, si creano dinamiche che rendono difficoltoso, se non impossibile, il mantenimento di una comunicazione corretta e rispettosa tra i vari componenti.

Quali sono le difficoltà maggiori che si possono incontrare in questo ambito e quali sono le loro cause? Ne parliamo con il dottor Michele Cucchi, psichiatra e direttore delle aree mediche e dello sviluppo di Humanitas Medical Care.

Dottor Cucchi, perché a volte è così difficile mantenere una corretta comunicazione tra i membri di una stessa famiglia?

«Diciamo che è una cosa non facile da attuare, soprattutto per tre ordini di problemi anzi, per la precisione, direi per tre grandi “equivoci”. Il primo è che, anche se tendiamo a credere il contrario, “non nasciamo imparati”. Come possiamo allenare i muscoli in palestra, così anche il nostro sistema emotivo avrebbe bisogno di essere costantemente allenato e invece noi partiamo dal presupposto che non ce ne sia bisogno, che tutto può essere fatto così, in modo naturale, anche in famiglia».

Il secondo motivo per cui fatichiamo a comunicare in famiglia, qual è?

«È il fatto che quando siamo in ambito familiare ricopriamo un ruolo preciso – padre, madre, marito, moglie, figlio, figlia, sorella, fratello, nonno, nonna… – e diamo per scontato il fatto di dover essere perfetti in questo ruolo, tanto da pretenderlo a tutti gli altri componenti. Essere un membro della famiglia, in pratica, genera in noi un’aspettativa rispetto agli altri componenti che ha la conseguenza di creare una distorsione forte nei rapporti. Perché in realtà noi entriamo nel ruolo di genitore, di figlio, di nonno con il nostro modo di essere, che non è di certo necessariamente perfetto.

E infine c’è una terza causa, un terzo equivoco…

«Sì, che può essere riassunto dalla frase “ai miei tempi non si faceva così”, che definisce in qualche modo il fatto che l’aspettativa che si crea è che tutti in famiglia siano uguali. In realtà in ogni famiglia convivono almeno due generazioni e tutti sappiamo quanto sia differente il mondo a seconda dell’età in cui lo si affronta. E in questo momento storico si notano grosse differenze generazionali, che spesso si manifestano non solo tra genitori e figli, ma addirittura tra fratelli e sorelle che hanno anche solo pochi anni di differenza tra loro».

Si può dire che la difficoltà di comunicazione dipenda anche dalla velocità con cui certe dinamiche tendono oggi a svilupparsi, che è sensibilmente aumentata rispetto al passato?

«Questo è sicuro. I dati ci dicono che da 15 anni a questa parte il livello di stress che interessa la nostra società sta aumentando sempre più e questo è uno degli ingredienti fondamentali che sta alla base di questa alchimia familiare negativa. Si dice spesso, inoltre, che le tecnologie riescano a influenzare in negativo la nostra capacità, la nostra modalità di comunicazione. Questo è del tutto vero e aggiungerei che da questo punto di vista abbiamo purtroppo una grande certezza, quella di non avere ancora capito del tutto l’impatto che le nuove tecnologie hanno sul nostro modo di essere».

Che cosa bisogna fare, dunque, per cercare di rendere l’ambiente familiare più sereno e interconnesso possibile?

«Bisogna evitare di avere in testa – sia i genitori, sia i figli – che sia necessario dover sempre dare la risposta giusta. Il tema non deve essere quello di dare sempre una risposta, in famiglia si deve puntare più sull’esserci, quindi la parola che ritengo sia fondamentale è “accettazione”. L’accettazione del diverso generazionalmente, del diverso rispetto alle nostre aspettative, che potrebbero essere quelle di pretendere un genitore perfetto e viceversa, quelle di avere dei figli che rispettano in tutto e per tutto le nostre aspettative di genitore. Riassumendo: in famiglia quello che dobbiamo tenere in mente è che la condizione per essere amati non deve coincidere con l’essere a tutti i costi perfetti e dover rispettare le aspettative di successo che gli altri hanno nei nostri confronti».

Partecipa all’incontro con i nostri specialisti

Giovedì 25 maggio alle 18, nel Centro Medico di via Camozzi 10, si terrà l’evento “Come parlare in famiglia? Una comunicazione efficace genitori-figli”, aperto a genitori, figli, famigliari, caregivers, educatori e insegnanti.

Con questo incontro, il nostro Centro intende porsi come punto di riferimento per la prevenzione, il benessere e la salute delle famiglie, offrendo strumenti utili a gestire le relazioni in modo soddisfacente, ad aumentare la consapevolezza dei propri vissuti e ad affinare l’uso delle parole per creare benessere personale e sostenere la crescita individuale».

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