Che cos’è il disturbo post-traumatico da stress?
Il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) può svilupparsi in persone che hanno subito o assistito ad eventi traumatici, catastrofici, violenti e particolarmente soverchianti.
Tale disturbo fu osservato e studiato soprattutto a seguito dei disturbi mostrati dai veterani di guerra del Vietnam e comparve per la prima nel (DSMIII) Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali nel 1980.
Quali sono le cause del disturbo post-traumatico da stress?
La causa scatenante è l’esposizione del soggetto ad un evento traumatico come morte o minaccia di morte, grave lesione oppure violenza sessuale.
Alcuni esempi di questi accadimenti possono essere:
· esposizione a catastrofi naturali (terremoti, incendi, etc)
· guerra e tortura
· incidenti (automobilistici, aerei, etc)
· abuso fisico e sessuale
· aggressioni
· esposizione ripetuta ad eventi cruenti (es svolgere un lavoro come: personale sanitario, vigile del fuoco, forze dell’ordine, etc)
Tra i fattori che spiegano lo sviluppo di diversi livelli di PTSD si individuano:
· le caratteristiche specifiche dell’evento
· il grado o la modalità di esposizione della vittima
· le caratteristiche dell’individuo (storia medica, psichica e familiare)
· le modalità ed i tempi di intervento nel periodo post-trauma
Le ricerche su diverse aree del cervello hanno dimostrato che gli individui affetti da PTSD producono livelli anormali e prolungati nel tempo di ormoni coinvolti nella risposta allo stress e alla paura causando l’alterazione dello stato emotivo. È inoltre stata evidenziata un’alterazione dei livelli dei neurotrasmettitori che agiscono sull’ippocampo che compromette la capacità di memoria e di apprendimento.
Non tutti i soggetti che vivono un evento che mette a repentaglio la loro salute ed integrità fisica o psichica sviluppano un disturbo post-traumatico da stress. La maggior parte delle persone riesce a superare l’avvenimento e la sofferenza psicologica che ne deriva. La diagnosi di disturbo post- traumatico da stress va posta quando i sintomi si prolungano per oltre un mese dall’esposizione al trauma e interferiscono significativamente con la vita lavorativa, sociale o scolastica dell’individuo.
Quali sono i sintomi del disturbo post-traumatico da stress?
1- Rivivere l’evento traumatico
L’evento traumatico riappare ripetutamente sotto forma di ricordi intrusivi ed incubi. Si possono manifestare anche dei flashback in cui la persona rivive l’evento, o parte di esso, come se stesse realmente accadendo fino a perdere la consapevolezza dell’ambiente circostante.
I flashback sono di solito accompagnati da intensa paura e reattività fisiologica (battito cardiaco accelerato, sudorazione, tensione muscolare). Alcuni stimoli che ricordano il trauma possono diventare dei trigger scatenando un flashback in modo improvviso. Ad esempio, i sintomi di un veterano di guerra possono essere scatenati dai fuochi artificiali.
2- Evitare gli stimoli associati all’evento traumatico
Nel tentativo di proteggersi dal risperimentare il trauma, l’individuo può evitare situazioni interne (pensieri, ricordi) ed esterne (luoghi, persone, attività, oggetti) associate all’accaduto.
3 – Alterazione negativa dei pensieri e delle emozioni
Il soggetto può sperimentare sentimenti intensi e persistenti di paura, orrore, rabbia e vergogna e sentimenti di distacco ed estraneità dagli altri. Appaio forti stati d’ansia, depressione e pensieri e convinzioni negative su sé stessi (“sono cattivo”), sugli altri (“non posso fidarmi di nessuno”) e sul mondo (“il mondo è pericoloso”).
4 – Alterazioni dello stato di allerta e dei riflessi (iperattivazione)
Evolutivamente l’essere umano davanti a situazioni di pericolo è predisposto all’attacco o alla fuga e questo fa sì che il corpo si prepari, attivandosi fisiologicamente (arousal), in risposta all’evento; una volta cessato il pericolo il livello di attivazione diminuisce fino a tornare allo stato naturale. Tuttavia, nel caso del PTSD questa modalità difensiva rimane costantemente attivata lasciando la persona in uno stato di costante iper-vigilanza ed allerta che può provocare problemi di concentrazione e memoria, esplosioni di rabbia e difficoltà ad addormentarsi.
Quali sono i trattamenti per il disturbo post-traumatico da stress?
A oggi, gli interventi psicologici più efficaci per il trattamento del PTSD sono:
· Terapia Cognitivo Comportamentale: si focalizza sulle distorsioni cognitive (per modificarle), sulle memorie traumatiche intrusive (con lo scopo di estinguerle) e quindi sulla desensibilizzazione del paziente agli stimoli associati al trauma attraverso l’esposizione ripetuta.
· Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR): trattamento in cui i soggetti sono invitati a seguire il movimento del dito mentre immaginano di essere esposti al trauma e mira alla desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari e l’esposizione).
· Mindfulness: può essere utile per ridurre i sintomi regolando l’attivazione fisiologica tipica di questo disturbo.
Può rendersi necessario accostare a questi interventi un trattamento farmacologico con antidepressivi, ansiolitici o altri antipsicotici, in base alla tipologia dei sintomi lamentati dall’individuo.