Tumore alla vescica, il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio

In Italia, nel 2020 (secondo gli ultimi dati disponibili), sono state circa 25.500 le nuove diagnosi di cancro alla vescica con una netta prevalenza del sesso maschile: 20.500 uomini contro 5.000 donne.

I dati indicano che più del 90% di questi tumori è costituito da carcinomi a partenza dall’urotelio (l’urotelio è l’epitelio che riveste la superficie interna della vescica, altrimenti detto mucosa vescicale). Questi tumori trovano tra le cause principali – come nel caso del tumore al polmone – il fumo di sigaretta.

Si tratta di una condizione che può essere asintomatica o manifestarsi con sintomatologia disurica: presenza di sangue nelle urine, aumentata frequenza ad urinare, urgenza, o anche dolore vescicale.

Sintomi che possono talvolta essere sottovalutati dalle donne – abituate alla sintomatologia tipica del ciclo mestruale – ma che – in entrambi i sessi, devono essere subito indagati con una visita specialistica per identificarne la causa.

Ne abbiamo parlato con il professor Alberto Mandressi, urologo presso i centri Humanitas Medical Care di Milano De Angeli e Murat

In che modo il fumo di sigaretta aumenta la possibilità di cancro alla vescica?

Il fumo di sigaretta contiene quasi 4000 sostanze chimiche, tra le quali molte sono cancerogene. Queste sostanze,  dopo essere state inalate, passano nel sangue e da qui nei reni, dove il sangue viene filtrato: vengono quindi eliminati con l’urina. 

Entrando a contatto con l’epitelio della vescica, aumentano – secondo l’American Cancer Society, di almeno tre volte le probabilità che i fumatori si ammalino rispetto ai non fumatori.

Se andiamo a valutare i fattori eziologici, cioè quali sono le cause del tumore della vescica, troviamo che il fumo di sigaretta è il fattore di rischio più importante tanto che ne è responsabile nel 50% dei casi. Il fumo di tabacco inalato contiene ammine aromatiche (un composto chimico formato da atomi di carbonio strutturati ciclicamente e azoto) e idrocarburi aromatici policiclici, particolarmente cancerogeni per l’epitelio vescicale, che vengono escreti dai reni e di conseguenza  si trovano nelle urine: la vescica è un serbatoio in cui le urine si depositano prima di essere espulse con la minzione. Ne consegue che sostanze nocive hanno il tempo di agire sulla mucosa vescicale.

Quali sono gli altri fattori di rischio?

Tutte le esposizioni alle ammine aromatiche, agli idrocarburi aromatici policiclici, e agli idrocarburi clorati rappresentano il secondo fattore di rischio, intorno al 10% di tutti i casi. Si tratta di esposizioni che avvengono in impianti industriali, quindi esposizioni professionali. Oggigiorno la medicina preventiva dei lavoratori ha abbattuto significativamente queste malattie professionali.

Benché abbia poco impatto epidemiologico la trasmissione genetica e ad oggi non sono state dimostrate variazioni genetiche per il tumore vescicale, esiste una predisposizione genetica alla suscettibilità ai fattori di rischio.

Sono poi sempre presenti i rischi ambientali legati all’inquinamento, dove l’arsenico e altri composti presenti nelle acque inquinate hanno un effetto di potenziamento della carcinogenicità del fumo di sigaretta.

Radiazioni ionizzanti, composti chimici specifici e altri fattori particolari impattano per una bassa percentuale sul rischio di tumore vescicale.

Sembra che l’alimentazione abbia poca influenza sull’eziologia del tumore vescicale.

Smettendo di fumare è possibile diminuire i rischi di tumore alla vescica?

Smettere di fumare non è mai sbagliato e non è mai troppo presto. 

Occorre tener presente che il rischio di sviluppare un tumore della vescica aumenta proporzionalmente alla quantità ed alla durata dell’esposizione ai fattori nocivi. 

È vero che la formazione del tumore e la sua manifestazione clinica possono insorgere dopo anni dall’esposizione ai fattori eziologici, ma se non si interrompe drasticamente, smettendo di fumare, tale esposizione, il rischio aumenta progressivamente.

Il fumo di sigaretta può portare ad altri problemi di origine urologica?

Parlando di tumori, il tumore del rene, carcinoma a cellule renali, trova nell’evitare il fumo il miglior mezzo di prevenzione.

Il fumo di sigaretta aumenta di 5 volte il rischio di tumore del pene.

Non bisogna poi dimenticare che il fumo di sigaretta nel maschio interferisce con la maturazione degli spermatozoi, quindi ha un ruolo nell’infertilità, e che è una delle condizioni più frequenti nei casi di impotenza.

Quali esami si possono fare per indagare un tumore alla vescica?

La presenza di sangue nelle urine non è sempre indice di tumore, ma, poiché può esserlo, è necessario escluderlo o confermarlo con semplici esami di primo livello, che anche il medico di famiglia può prescrivere di primo acchito: 

Ecografia dell’apparato urinario: È l’esame meno invasivo e più significativo nell’individuare alterazioni della mucosa vescicale. È in grado di diagnosticare una neoformazione vescicale quando essa è aggetta nel lume nell’87% dei casi. Tali tumori, usualmente i classici polipi, vengono visti all’ecografia come vegetazioni all’interno della vescica. Solo nel 13 % dei casi tali lesioni non sono visibili all’ecografia o perché di forma piatta o perché celate da altre alterazioni di forma della vescica.

Esame citologico delle urine: ricerca nelle urine della presenza di cellule tumorali di origine vescicale. L’esame citologico può essere negativo anche in presenza di tumore vescicale. Ciò dipende dalla esfoliazione (cioè la perdita di cellule) del tumore, che non sempre è sufficientemente elevata da consentire il riscontro di cellule nelle urine.

Esame delle urine ed urinocoltura: consente di valutare la presenza e l’entità di ematuria, e altri segni concomitanti di alterazioni a carico della vescica.

I risultati di questi esami è importante che vengano sottoposti ad uno specialista in urologia che esaminandoli, dopo aver ascoltato i sintomi del paziente ed averlo visitato, indicherà se e come procedere nella diagnostica.

Quando esiste il sospetto di tumore ma l’ecografia è negativa l’urologo ravviserà la necessità di esaminare visivamente la mucosa vescicale con la: 

Cistoscopia: questa permette, tramite l’introduzione di uno strumento flessibile (cistoscopio) attraverso l’uretra, di ispezionare visivamente la mucosa vescicale e individuare le alterazioni anche solo cromaticamente evidenti. 

Se viceversa all’ecografia si evidenziasse una lesione particolarmente invasiva l’urologo ravviserà la necessità di approfondire con una TAC o una RNM le caratteristiche di sviluppo della lesione vescicale ed i suoi rapporti con gli organi vicini. 

Qualora poi l’urologo avesse sospetti di uno stadio particolare di avanzamento della malattia può ravvisare la necessità di prescrivere l’esecuzione di una  Tomografia a emissione di positroni (PET): un radiofarmaco che si accumula nelle lesioni neoplastiche caratterizzate da elevato metabolismo, permettendone l’identificazione. 

Come può essere trattato il tumore alla vescica?

Nella maggior parte dei casi, l’identificazione di un polipo in vescica con l’ecografia, porta il paziente a sottoporsi alla resezione endoscopica trans uretrale, TUR,  della lesione vescicale: questa manovra chirurgica realizzata attraverso le vie urinarie, viene eseguita con anestesia generalmente spinale e consente un atto diagnostico e terapeutico. Infatti l’asportazione della lesione consente l’esame istologico della lesione stessa e del tessuto vescicale ad essa circostante così da capire se l’intervento è stato risolutivo, asportando tutto il tumore, o se le caratteristiche del tumore sono tali da richiedere ulteriori cure perchè non risolvibile con l’intervento endoscopico. L’analisi istologica, al microscopio, del tessuto asportato consente anche l’identificazione del grado di malignità della malattia, cioè della sua potenzialità di dare o meno localizzazioni al di fuori della vescica, le metastasi. 

Quindi dopo l’asportazione della lesione vescicale con la TUR si aprono due scenari:

  • la malattia è stata risolta e occorrerà solo sottoporsi a controlli periodici con la cistoscopia e la citologia per il rischio comunque di recidive, 
  • oppure la malattia è avanzata e occorre procedere con altra chirurgia: demolizione della vescica malata e sua ricostruzione con una neovescica, o altra derivazione urinaria. Talvolta è necessario anche ricorrere a terapie complementari alla chirurgia come la chemioterapia.

Conclusivamente la diagnosi di tumore vescicale è oggigiorno agevole e foriera di buoni risultati clinici se affrontata decisamente ai primi sintomi sospetti. 

Rimane imprescindibile la raccomandazione di eliminare preventivamente per tempo  tutte le cause del tumore vescicale: il fumo è la causa più frequente, importante e facile da eliminare.

Urologia
Prof. Alberto Mandressi
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