Osteoporosi, Humanitas viene incontro al paziente per facilitare l’accesso alle cure

L’osteoporosi è una malattia ad alta rilevanza sociale. Solo nel nostro Paese, si stima che ne siano colpiti 1 donna su 3 oltre i 50 anni (circa 5.000.000 di persone) e 1 uomo su 8 oltre i 60 anni (circa 1.000.000 di persone).

L’accesso alla diagnosi e al trattamento dell’osteoporosi è ancora oggi un problema, in quanto meno del 50% dei soggetti ad alto rischio fratturativo viene correttamente identificato e trattato con farmaci anti-osteoporotici, che sono sicuri,  efficaci, oltre che rimborsati dal SSN. L’aderenza del paziente alle terapie è un altro dei problemi per la gestione di questa condizione. La metà delle persone, infatti, ritarda o sospende la terapia farmacologica prescritta con importanti ripercussioni sulla propria salute. La causa è spesso riferita alla difficoltà da parte del paziente, di avere un contatto regolare e costante con il centro di riferimento.

A Milano, l’ambulatorio Humanitas Medical Care Premuda, ha come obiettivo proprio quello di facilitare al paziente l’accesso alle cure, attraverso una sezione dedicata e uno specialista che si occupa di osteoporosi, nel pieno centro della città.

Ce ne parla il professor Gherardo Mazziotti, Responsabile della Sezione di Ricerca, Diagnosi e Cura delle Malattie Osteo-Metaboliche dell’Istituto Clinico Humanitas IRCCS e docente di Humanitas University.

Che cos’è l’osteoporosi?

Nel corso della nostra vita le ossa subiscono un processo fisiologico di continuo rimodellamento che vede la rimozione, da parte di cellule chiamate osteoclasti, del vecchio tessuto scheletrico danneggiato e la formazione di nuovo osso da parte di altre cellule chiamate osteoblasti. Con l’avanzare dell’età però, l’attività degli osteoclasti tende a essere maggiore rispetto a quella degli osteoblasti, motivo per cui l’invecchiamento si accompagna a una perdita di massa ossea.

L’osteoporosi si sviluppa quando questa perdita diventa patologica a causa di un’eccessiva e dominante attività di riassorbimento osseo rispetto a quella di neoformazione. L’osteoporosi è dunque una condizione patologica (e non una condizione fisiologica legata all’invecchiamento), per la quale va instaurato un trattamento farmacologico per ridurre il rischio di fratture da fragilità.

Come avviene la prima visita per osteoporosi?

La paziente/il paziente accede all’ambulatorio specialistico portando sempre in visione un esame MOC-DEXA eseguito negli ultimi 12-18 mesi. Attraverso un’accurata anamnesi fisiologica e patologica e una valutazione di eventuale documentazione clinica integrativa, lo specialista è in grado di contestualizzare il risultato dell’esame DEXA-MOC e definire il profilo di rischio fratturativo e il conseguente approccio terapeutico. Alcune volte, è necessario eseguire a completamento diagnostico esami bioumorali specifici che consentono di studiare il metabolismo calcio-fosforo e di escludere, quando clinicamente indicato, forme secondarie di osteoporosi.

Come viene seguito il paziente durante il percorso di cura?

Una volta definito il percorso terapeutico, il follow-up ambulatoriale può essere svolto con periodici controlli specialistici che potranno avvenire in presenza oppure attraverso il supporto della Telemedicina, attiva in Humanitas da Maggio 2020.

Anche un paziente che arriva da altri centri può far riferimento all’ambulatorio di Premuda?

Tutti i pazienti con osteoporosi valutati presso le Strutture Humanitas possono scegliere se essere presi in carico dal Centro di Ricerca, Diagnosi e Cura delle Malattie Osteometaboliche afferente all’Unità di Endocrinologia dell’Istituto Clinico Humanitas ed essere seguiti presso il Medical Care di Premuda dal team coordinato dal prof. Mazziotti.

Come può essere trattata l’osteoporosi?

I farmaci anti-osteoporotici hanno l’obiettivo di migliorare il bilanciamento tra il riassorbimento e la neoformazione ossea. La maggior parte di quelli che abbiamo a disposizione (bisfosfonati, denosumab, modulatori dei recettori degli estrogeni) agisce inibendo la funzione degli osteoclasti e quindi il riassorbimento osseo. Esistono anche farmaci molto efficaci, come il teriparatide e il romosozumab, in grado di agire con un meccanismo “anabolico” di stimolazione della neoformazione ossea.

Come avviene la scelta della terapia anti-osteoporotica?

Il farmaco viene scelto in base alle esigenze del singolo paziente, valutando il rischio fratturativo individuale, l’accettabilità e la tollerabilità da parte del paziente. Così come accade per il trattamento di altre malattie croniche che prevedono una terapia a lungo termine, anche in questo caso, la scelta del farmaco va sempre condivisa con il paziente nei suoi vari aspetti (razionale, potenziali effetti collaterali e risultati attesi). Nel paziente in trattamento con farmaci anti-osteoporotici è importante garantire un normale stato vitaminico D e anche e soprattutto un normale introito di calcio con la dieta o con l’ausilio di integratori.

Nel paziente con fratture vertebrali cliniche o fratture femorali, oltre alla terapia farmacologica di prevenzione, viene messo in atto un percorso terapeutico chirurgico e riabilitativo per il trattamento delle complicanze fratturative e dei loro esiti.

Endocrinologia e Malattie del Ricambio
Prof. Gherardo Mazziotti

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