La sindrome del cuore infranto, o sindrome di Takotsubo, è un infarto miocardico dell’apice che può presentarsi come risposta a un evento stressante, come cattive notizie, una morte o un trauma. A rischio sono soprattutto le donne (rappresentano circa il 90% dei casi), dopo la menopausa, e si stima che interessi 1-2 casi su 100 pazienti che si recano in pronto soccorso per sospetto infarto.
Ne abbiamo parlato con il dott. Roberto Virgilio Fornerone, cardiologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola, a Milano.
Che cos’è la sindrome del cuore infranto?
La sindrome del cuore infranto, o di Takotsubo, è una forma improvvisa e acuta di insufficienza cardiaca. I sintomi possono essere simili a un attacco di cuore. Il muscolo cardiaco diventa improvvisamente indebolito o “stordito” e il ventricolo sinistro, una delle camere del cuore, cambia forma. Ciò influisce sulla capacità del cuore di pompare il sangue.
Cos’è il takotsubo?
La sindrome di Takotsubo si manifesta con un rigonfiamento del ventricolo sinistro. Questa caratteristica ha portato al suo nome, dato dai cardiologi giapponesi, poiché il ventricolo sinistro assomiglia alla tipica trappola per polpi utilizzata in questo Paese (takotsubo), con un collo stretto che si estende in un ventricolo rotondo.
Quali sono i sintomi della sindrome del cuore infranto?
I sintomi della sindrome di Takotsubo sono simili a quelle dell’infarto, come
dolore al torace e mancanza di respiro, palpitazioni, o stanchezza; tuttavia, non c’è nessuna evidenza di ostruzione coronaria.
Quali sono le conseguenze della sindrome del cuore infranto?
La maggior parte delle persone colpite da questa sindrome, ha un recupero cardiaco spontaneo entro poche ore o giorni. Fortunatamente la sindrome non occlude persistentemente le coronarie,che di conseguenza non subiscono danni.
La prognosi è generalmente buona ed il tessuto miocardico riacquista le capacità contrattili. Tuttavia, in alcuni casi può essere necessario più tempo prima che il muscolo migliori, e non tutti i pazienti ottengono un recupero completo. Stanchezza, dolori al petto e mancanza di energia sono i sintomi persistenti più comuni.
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