La stitichezza (o stipsi) è un disturbo molto frequente che riguarda circa il 15% della popolazione (specialmente donne e anziani), ed indica una difficoltà nell’espletamento della funzione intestinale.
La normale frequenza di defecazione dovrebbe essere da tre evacuazioni al giorno a tre la settimana. In molti casi, per combatterla, sono sufficienti alcuni cambiamenti dell’alimentazione, idratazione e stile di vita.
Lo abbiamo chiesto al dott. Massimo Primignani, gastroenterologo presso gli ambulatori Humanitas Medical Care Murat, De Angeli e Domodossola, a Milano.
Quali sono le possibili cause della stitichezza?
La stipsi può essere di due tipi:
1. Transitoria: è frequente nelle donne in gravidanza ma può presentarsi anche in soggetti particolarmente sedentari; in persone che non si idratano sufficientemente; durante i viaggi; quando vengono modificate le abitudini alimentari; nei pazienti che subiscono interventi chirurgici o in chi assume antibiotici;
2. Cronica: è causata da vere e proprie disfunzioni motorie intestinali; da patologie come la diverticolosi; malattie infiammatorie croniche intestinali (Morbo di Parkinson, il Diabete e malattie neurologiche); tumore del colon retto. L’assunzione abituale di farmaci, in particolare psicolettici ed antidepressivi, può causare o accentuare la stipsi.
Quali sono i sintomi della stipsi?
I sintomi riferiti dai pazienti con stipsi sono generalmente:
- Ridotta frequenza di evacuazioni (meno di tre alla settimana)
- Feci dure
- Sforzo eccessivo e prolungato durante la defecazione
- Senso di ostruzione o blocco anale
- Sensazione di incompleto svuotamento intestinale
- Ricorso a lassativi
Quali sono i rimedi contro la stitichezza?
Tra i rimedi per favorire l’evacuazione, troviamo:
– Assumere cibi ricchi di fibre e limitare grassi e zuccheri
– Regolarizzare gli orari dei pasti
– Bere molti liquidi
– Svolgere attività fisica con regolarità
– Non trattenere lo stimolo e dedicare il giusto tempo per le funzioni intestinali
– Lassativi (da assumere dopo essersi rivolti allo specialista)
Quando è necessario consultare uno specialista?
Il primo riferimento per il paziente è sempre il medico di famiglia, che valuterà la necessità o opportunità di un consulto specialistico. In generale, è indicato un approfondimento quando la stipsi non è occasionale, ma persistente o ricorrente, se è di recente insorgenza e non precedentemente nota, se grave o associata a sintomi significativi, quali presenza di sangue frammisto alle feci, se è associata a malattie di recente insorgenza o malattie croniche, in particolare malattie neurologiche o endocrine. Infine, se esiste una familiarità per neoplasie del colon-retto.
Come avviene la diagnosi di stitichezza?
L’approccio iniziale al paziente con stipsi consiste in un’anamnesi ed un esame fisico del paziente. Le successive procedure diagnostiche saranno atte ad indagare la natura, organica o funzionale, della stipsi. Il tipo e la sequenza degli approfondimenti saranno indicati dal medico specialista in base ai sintomi riferiti ai primi riscontri dell’esame fisico del paziente.
Sono necessari degli esami aggiuntivi alla valutazione clinica?
Lo specialista valuterà l’opportunità di eseguire esami ematici, esami delle feci (in particolare la ricerca del sangue occulto nelle feci), valutazione del tempo di transito intestinale, defecografia, o una colonscopia. Altri possibili esami sono la radiografia del colon con doppio mezzo di contrasto e la colonscopia virtuale, quest’ultima da riservare a pazienti in cui la colonscopia sia controindicata o non tollerata.
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