Aumento della sete e della frequenza della minzione, sensazione di stanchezza, perdita di peso, malessere generale. I sintomi del diabete non sono uguali per tutti, spesso si presentano in maniera subdola e non sempre possono essere la spia della presenza di questa patologia. Tuttavia, solo in Italia, sono circa 4 milioni le persone che ne soffrono, i rischi connessi sono molto elevati, pertanto individuarla tempestivamente è importantissimo. Per farlo è necessario almeno un esame del sangue.
Ce ne parla il dott. Paolo Rumi, endocrinologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
Che cos’è il diabete?
Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da un aumento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia), causato dall’incapacità dell’organismo di produrre e/o utilizzare adeguatamente l’insulina, un ormone che consente al glucosio di passare dal flusso sanguigno alle cellule del corpo ed essere utilizzato principalmente per produrre energia.
Esistono diversi di diabete, i principali sono costituiti da: tipo 1, tipo 2 e gestazionale.
Il diabete di tipo 1: è caratterizzato da un’assenza completa di insulina provocata dalla distruzione delle cellule che la producono nel pancreas, principalmente legata ad alterazioni del sistema immunitario; può svilupparsi a qualsiasi età, ma si verifica più frequentemente nei bambini e negli adolescenti
Il diabete di tipo 2: compare se vi è una ridotta sensibilità dell’organismo all’insulina o se il pancreas non ne produce quantità sufficienti, o per entrambi questi motivi. È più comune negli adulti e rappresenta circa il 90% di tutti i casi.
Il diabete gestazionale: si presenta durante la gravidanza in donne che presentano fattori di predisposizione e può portare a complicazioni sia alla madre che al feto. Di solito regredisce dopo il parto, ma le donne colpite e i loro bambini sono a maggior rischio di sviluppare un diabete di tipo 2 conclamato più avanti nella vita.
Quali sono le cause principali del diabete nell’ adulto?
Tra le cause del diabete dobbiamo distinguere i cosiddetti fattori non modificabili da quelli definiti modificabili. Tra i primi principalmente la familiarità, legata ad un particolare corredo genetico; tra i secondi, spiccano i fattori ambientali: vita sedentaria, cattive abitudini alimentari, scarsa attività fisica, sovrappeso e obesità).
Entrambi i fattori agiscono in sinergia provocando la comparsa della malattia più o meno precocemente.
Quali sono i sintomi del diabete?
I sintomi più importanti della malattia conclamata, prima di essere riconosciuta, sono caratterizzati da:
· stanchezza
· aumento della sete (polidipsia)
· aumento della diuresi (poliuria)
· perdita di peso involontaria
· aumento dell’appetito
· malessere
· dolori addominali
· confusione mentale
· perdita di coscienza
Come faccio a sapere se ho il diabete?
Per diagnosticare il diabete è necessario effettuare un prelievo di sangue per il dosaggio della glicemia dopo un digiuno di almeno 8 ore. Durante la gravidanza, invece, in un tempo ben definito, viene effettuata una curva glicemica, cioè un test con prelievi eseguiti a digiuno e fino a due ore dopo l’assunzione di una soluzione glucosata per via orale.
Cosa devo fare dopo?
Dopo la diagnosi, è importante sottoporsi ad un consulto medico con uno specialista diabetologo che possa quindi valutare accuratamente lo stato di salute generale del paziente, analizzare il significato dei parametri metabolici, impostare una corretta terapia.
Come funziona la visita diabetologica?
Il paziente viene sottoposto ad un’attenta anamnesi e ad un accurato esame obiettivo con lo scopo di puntualizzare lo stato della malattia, l’eventuale presenza di complicanze e di rischi correlati. Questo permette di fornire un counseling adeguato e personalizzato su come sviluppare corrette abitudini di vita e su come monitorare l’andamento della propria glicemia, eventualmente con l’utilizzo domiciliare di adeguati strumenti tecnologici, qualora sia ritenuto necessario; aiuta a scegliere la terapia farmacologica migliore per il singolo paziente; permette di stabilire un corretto piano diagnostico-strumentale personalizzato mirato a stratificare in modo corretto le complicanze di malattia e l’eventuale coinvolgimento di altri organi.
Cosa succede dopo?
È importante che il paziente diabetico sia seguito in modo attento e frequente, con diversi obiettivi:
- verificare periodicamente l’andamento dei parametri metabolici, l’efficacia della terapia scelta o la necessità di modifiche della strategia, motivate da una risposta insufficiente o dalla comparsa di eventuali effetti collaterali;
- verificare il grado di competenza raggiunta dal paziente nella gestione della malattia e stimolarne l’attenzione;
- programmare gli ulteriori controlli strumentali che possano rendersi necessari.
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