Fastidio o dolore addominale, crampi, stipsi, diarrea, gonfiore. La sindrome dell’intestino irritabile è caratterizzata da sintomi diversi che possono condizionare in modo importante la vita quotidiana del paziente.
Parliamo di una patologia piuttosto comune che colpisce circa il 10% della popolazione (1 persona su 5), in prevalenza donne, le cui cause non sono conosciute con precisione, sebbene si ritenga che lo stress giochi un ruolo fondamentale.
Non esiste una cura standard per il colon irritabile ma è possibile ridurre la sintomatologia, introducendo cambiamenti nello stile di vita e nelle scelte alimentari. In che modo?
Ce lo spiega la dott.ssa Silva Giugliano, ricercatrice e biologa nutrizionista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Arese.
Cosa mangiare quando si soffre di colon irritabile?
Poiché non esistono due persone uguali, non esiste una raccomandazione dietetica valida per tutti. Ad esempio, le persone con IBS predominante nella diarrea (IBS-D) potrebbero non avere gli stessi fattori scatenanti di quelle con IBS predominante nella stitichezza (IBD-C).
Molte persone sono convinte che alimenti come frutta, verdura e cereali, facciano sempre bene alla salute, perché “sani”; tuttavia, in un paziente con la sindrome del colon irritabile, alcuni di questi cibi possono scatenare sintomi. I migliori alimenti per questa condizione sono piuttosto:
· Uova: sono facili da digerire e non irritano il colon. Inoltre, sono un’ottima fonte di proteine.
· Carni magre: rappresentano un’altra grande fonte di proteine e forniscono molte opzioni per la pianificazione dei pasti. Le carni magre includono: manzo (per esempio, controfiletto e bistecche), maiale, pollo e tacchino.
· Salmone e altri pesci ricchi di omega-3, come l’aringa, il merluzzo, le acciughe, le sardine, la trota e lo sgombro.
· Alimenti a basso contenuto di FODMAP (Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols), come: peperoni, carote, mais, melanzane, fagioli verdi, patate (anche dolci), pomodori, rape, zucchine, rucola, cavolo, lattuga, bietola, spinaci, avocado, banane, mirtilli, uva, kiwi, fragole, ananas, mandorle, nocciole e noci.
Cosa mangiare per IBS-C?
Per alleviare la stitichezza cronica associata all’IBS, si consiglia di mangiare più fibre. È importante aumentare gradualmente l’assunzione per consentire al corpo di adattarsi. In generale, la fibra solubile è meglio tollerata dalle persone con IBS rispetto alla fibra insolubile.
Si consiglia anche di mangiare cibi che contengono grassi polinsaturi o monoinsaturi sani. È noto che gli alimenti ad alto contenuto di grassi saturi e zuccheri favoriscono la stitichezza.
Cosa mangiare per IBS-D?
Se i sintomi dell’IBS comportano la diarrea, è meglio attenersi a cibi leggeri, soprattutto se i sintomi sono gravi. I cibi grassi, unti o cremosi sono da evitare in quanto possono accelerare le contrazioni intestinali, causando crampi e feci liquide.
Evita le fibre insolubili, che attirano l’acqua dall’intestino, rendendo le feci molli o acquose. Anche se è consigliato mangiare frutta e verdura, è meglio limitare l’assunzione di fibre a meno di 1,5 grammi per mezza tazza durante gli episodi acuti.
Cosa sono i cibi FODMAP?
FODMAP è l’acronimo di: fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols (ovvero, Oligo, Monosaccaridi fermentabili e polioli). Un termine coniato da alcuni ricercatori dell’Università di Melbourne che teorizzano che i cibi che contengono queste forme di carboidrati possano contribuire ad aumentare i sintomi di alcuni disordini digestivi come il colon irritabile.
Esistono cinque tipi di FODMAP:
- Fruttani (presenti nel grano, nelle cipolle, nell’aglio, nell’orzo, nel cavolo e nei broccoli)
- Fruttosio (trovato in frutta, miele e sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio)
- Galattooligosaccaridi (presenti nei legumi e nei fagioli)
- Lattosio (presente nel latte e in altri latticini)
- Polioli (presenti in drupacee, patate dolci, mele e sedano)
Come è possibile gestire i sintomi del colon irritabile?
Come dicevamo, oltre alla scelta di una corretta alimentazione, è importante che i pazienti con questa patologia, applichino dei cambiamenti al proprio stile di vita. Alcuni suggerimenti includono:
· bere molta acqua
· evitare la caffeina (tè, caffè, bibite gassate, cioccolato)
· aumentare l’assunzione di fibre
· fare esercizio regolarmente
· mangiare pasti più piccoli
· provare tecniche di meditazione o rilassamento
· smettere di fumare
Cosa peggiora il colon irritabile?
Alcuni cibi che possono peggiorare i sintomi o innescare riacutizzazioni includono:
· Lattosio
· Alcuni tipi di frutta, come: mele, pere e anguria
· Alcuni tipi di verdura, come: broccoli, cavoli e cavolfiori, cipolle, scalogno e asparagi
· Fagioli e legumi
· Caramelle e gomme da masticare
Quando è necessario rivolgersi ad uno specialista?
Una dieta a basso contenuto di FODMAP è considerata uno dei migliori e più efficaci trattamenti per l’IBS. Numerosi studi e pratiche cliniche hanno dimostrato l’efficacia della dieta FODMAP nel fornire sollievo da dolori addominali, costipazione, diarrea e gonfiore fino a 3 persone su 4.
Questa dieta non “cura” l’IBS, ma aiuta una persona con IBS ad identificare gli alimenti ad alto contenuto di FODMAP che scatenano i loro sintomi, la quantità a cui possono essere tollerati e le eventuali combinazioni alimentari che scatenano la sintomatologia. Ecco perché una dieta a basso contenuto di FODMAP non è una dieta per la vita, ma aiuta una persona ad imparare quali cibi mangiare senza scatenare sintomi. La dieta è restrittiva, difficile da seguire e deve essere intesa solo come un intervento a breve termine condotto allo scopo di identificare gli alimenti responsabili dei sintomi lamentati. Per questo è consigliato che venga prescritta e seguita da uno specialista competente per evitare di incorrere in abusi ed errate interpretazioni nutrizionistiche che potrebbero sfociare in carenze più o meno rilevanti ed alterazioni significative del microbiota intestinale (i batteri presenti nell’intestino).
La dieta è un processo in 3 fasi progettato per aiutarti a sviluppare la tua migliore dieta IBS.
Fase 1 – Dieta a basso contenuto di FODMAP
Per 2-6 settimane – scambio di cibi ad alto contenuto di FODMAP con alimenti a basso contenuto di FODMAP.
Alimenti a basso contenuto di FODMAP:
- Fruttosio
Frutta: banana, mirtillo ,pompelmo, uva, melone, kiwi, limone, mandarino, arancia, lampone, fragola.
Sostitutivi del miele: sciroppo d’acero.
Dolcificanti: tutti eccetto i polioli.
- Lattosio
Latte: latte delattosato, di soia, di riso.
Formaggi: formaggi duri e stagionati.
Sostituti del gelato: sorbetti.
- Oligosaccaridi (fruttani-galattani)
Verdure: germogli di bambù, sedano, peperoni, melanzane, fagiolini, lattuga, eerba cipollina, zucca, cipolla verde, pomodoro.
Cereali: prodotti senza glutine e farro.
- Polioli
Frutta: banana, mirtillo, pompelmo, kiwi, mandarino, limone, arancia, uva, lampone, fragola.
Dolcificanti: zucchero (saccarosio), glucosio, dolcificanti che non terminano in -olo.
Fase 2 – Dieta di reintroduzione
In 8-12 settimane gli alimenti ricchi di FODMAP vengono reintrodotti nella dieta uno per uno per identificare quali tipi di FODMAP scatenano i sintomi dell’IBS e quali no.
Passaggio 3: dieta personalizzata
Sarà necessario seguire una dieta per tutta la vita?
Dopo che ogni paziente avrà identificato i cibi trigger ad alto contenuto di FODMAP, gli alimenti che saranno ben tollerati verranno reintrodotti nella dieta. A lungo termine si tratterà di trovare un equilibrio tra i cibi ricchi di FODMAP tollerati e l’evitamento degli altri.
Nella maggior parte dei casi, sarà possibile reintrodurre molti alimenti ad alto contenuto di FODMAP nella dieta, anche se potrebbero esserci delle differenze nella frequenza o quantità.
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