Avere un problema di erezione può capitare a tutti, sebbene sia una situazione che mette a disagio molti uomini. Ma a che età può succedere? E come bisogna comportarsi se accade?
Ne abbiamo parlato con il dott. Liborio Vaccalluzzo, endocrinologo e andrologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Milano Premuda.
A che età l’uomo incomincia ad avere problemi di erezione?
Non esiste un’età specifica anche se i problemi di erezione incrementano generalmente con l’avanzare dell’età (ne soffrono circa la metà degli uomini tra i 50 e i 60 anni), a causa anche di possibili patologie o fattori di rischio che possono interferire sulla corretta funzionalità della vascolarizzazione e dell’innervazione peniena o comportare una riduzione significativa dei livelli di testosterone.
Quali sono le cause di una scarsa erezione?
La disfunzione erettile, ovvero la difficoltà ad avere o mantenere un’erezione adeguata, può essere causata da diversi fattori che spesso concorrono tra loro nel determinare il disturbo. Il fumo, l’eccessivo consumo di alcol, l’obesità, il diabete, l’ipertensione, la sedentarietà e l’ipercolesterolemia, sono alcune delle condizioni che possono determinare delle alterazioni significative, soprattutto sulla componente vascolare e ormonale, rendendo quindi più probabile la comparsa di problematiche erettive. Alle cause organiche possono inoltre associarsi disagi psicologici anche di tipo relazionale che spesso concorrono a peggiorare le prestazioni sessuali e quindi a interferire negativamente sul benessere quotidiano e sull’umore.
Se mi capita spesso vuol dire che è un problema serio? Quando devo andare dallo specialista?
In genere, le problematiche erettive insorgono in maniera subdola e tendono a peggiorare gradualmente. Il singolo episodio di disfunzione può essere fisiologico e non necessariamente correlato alla presenza di anomalie organiche. Se invece le problematiche di raggiungimento e/o mantenimento diventano più frequenti e si associano a un marcato calo del desiderio o a una riduzione significativa della frequenza e della qualità delle erezioni spontanee notturne e mattutine sarebbe utile rivolgersi a uno specialista. Il precoce riconoscimento di alterazioni organiche, infatti, può essere utilissimo a evidenziare la presenza di altre condizioni patologiche (cardiologiche o metaboliche) ed evitarne la progressione. Infine, una visita andrologica può essere utile anche solo a chiarire dei dubbi relativi alla propria vita sessuale evitando di alimentare ansie o timori immotivati che a volte possono interferire in maniera significativa sul benessere psicofisico del paziente.
Come viene diagnosticato un problema di erezione?
Durante la visita, lo specialista esegue una valutazione clinica del paziente tenendo conto del suo stile di vita (presente e passato), di eventuali patologie concomitanti o pregresse e delle terapie farmacologiche in corso. Utile può essere inoltre la compilazione di semplici questionari che aiutano a caratterizzare la problematica del paziente esplorando tutte le fasi della funzione sessuale (erezione, soddisfazione nel rapporto sessuale, funzione orgasmica, desiderio sessuale e soddisfazione in generale) e a verificare l’efficacia della terapia nelle successive valutazioni.
In genere vengono richiesti al paziente anche dei prelievi ematici che consentono di valutare l’eventuale presenza di fattori di rischio o di anomalie ormonali. Infine può essere indicata l’esecuzione di esami diagnostici non invasivi, come l’eco(color)doppler penieno dopo stimolo con prostaglandine (PGE-1, alprostadil) che consente di valutare con precisione la corretta funzionalità del sistema vascolare a livello penieno.
Come si possono curare i problemi di erezione?
Al giorno d’oggi per fortuna esistono diversi farmaci che possono migliorare significativamente la funzionalità erettiva e, di conseguenza, la vita sessuale dei pazienti. Gli inibitori delle fosfodiesterasi sono infatti farmaci assunti per via orale dotati di elevata efficacia e tollerabilità con limitate controindicazioni assolute al loro utilizzo. Nei casi di disfunzione più severa, o in assenza di risposte soddisfacenti alla terapia orale, si può far ricorso invece a farmaci somministrati per via iniettiva che tuttavia prevedono un preliminare addestramento all’autosomministrazione da parte dell’andrologo, in modo ridurre al minimo il rischio di effetti collaterali. Utile infine può essere il ricorso a terapie più innovative come le onde d’urto a bassa energia che possono migliorare in maniera significativa la microcircolazione peniena e dunque la funzione erettiva.
La gestione terapeutica delle disfunzioni sessuali necessita tuttavia di un percorso individuale che sia tarato sulle specifiche esigenze del paziente e che tenga in considerazione la complessità derivante dai diversi fattori che possono determinarle (biologici, psicologici, comportamentali e sociali). L’approccio deve quindi essere necessariamente integrato e prevedere, oltre alla risoluzione della problematica in sé, uno studio più ampio e un trattamento adeguato di tutte le componenti responsabili dell’insorgenza della disfunzione incluse quelle psicologiche, emotive e relazionali.
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