L’incontinenza urinaria dopo il parto è una condizione piuttosto comune, specie nelle donne che hanno partorito per via vaginale. Può durare da alcune settimane fino ad un anno e presentarsi mentre ridi, tossisci o svolgi una qualsiasi attività quotidiana. Tuttavia, trattare questa sintomatologia è possibile.
Ne abbiamo parlato con le dottoresse Cinzia Bulletti e Marie Charlotte Wanet, ginecologa e fisioterapista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Monza.
Dottoressa Bulletti, cosa si intende per incontinenza urinaria?
L’incontinenza urinaria è un disturbo che consiste nella perdita involontaria di urina con la comparsa dello stimolo minzionale oppure durante l’esecuzione di uno sforzo. Non si presenta solo dopo il parto, ma può verificarsi durante l’intero periodo della gravidanza, specie negli ultimi mesi.
Esistono diversi tipi di incontinenza urinaria, ma la maggior parte delle donne soffre di incontinenza da sforzo dopo il parto: qualsiasi attività, come anche solo ridere o tossire, esercita una pressione sulla vescica e sulle sulle strutture muscolari vescicali e pelviche che permettono di trattenere l’urina nella vescica finché non è piena, portando a perdite di urina o incontinenza.
Quali sono le cause dell’incontinenza dopo il parto?
Le cause possono essere diverse e derivare sia dai cambiamenti che il corpo subisce durante la gravidanza (aumento dell’utero che provoca pressione sulla vescica) che dal parto.
Dott.ssa Bulletti, può descrivermi cosa può succedere durante il parto e il travaglio e quali conseguenze possono esserci per la futura mamma?
Durante il travaglio e soprattutto durante il, periodo espulsivo le spinte ripetute e il passaggio del feto attraverso i tessuti fasciali e muscolari materni possono portare ad un loro indebolimento
È una condizione che si verifica sempre o solo in alcune occasioni?
No, tuttavia, le donne che hanno partorito naturalmente hanno circa il 50% di possibilità di sviluppare incontinenza urinaria.
Quanto dura l’incontinenza dopo il parto?
Quasi la metà delle donne che hanno partorito naturalmente (con parto vaginale) recupera immediatamente l’elasticità dei tessuti, mentre circa il 60% lo farà entro due mesi. Tuttavia, in alcuni casi, il tessuto leso non recupera la forza al 100%, causando incontinenza o altre condizioni come il prolasso pelvico che tuttavia, possono essere attenuate con la riabilitazione del pavimento pelvico.
Dottoressa Wanet, come si può migliorare l’incontinenza dopo il parto?
Innanzitutto con una corretta prevenzione durante la gravidanza, noi diamo spesso indicazioni alla partoriente per evitare le iperpressioni addominali nel quotidiano (posizione per andare in bagno, posizione seduta, come portare il bambino, come tossire/starnutire proteggendo il perineo).
Infine, si può iniziare un lavoro di rafforzamento dei muscoli del pavimento pelvico e della parete addominale, già dal primo giorno dopo il parto. Se necessario in studio utilizziamo degli aiuti strumentali come il biofeedback o l’elettrostimolazione.
Il biofeedback permette, grazie ad una sonda che si inserisce nella vagina, di aver una visualizzazione sul computer della contrazione (o del rilassamento). Un po a modo di un gioco video se vogliamo.
L’elettrostimolazione invece funziona nello stesso modo si usa con una sonda pero questa volta la sonda manda impulsi elettrici per indurre una stimolazione del tessuto muscolare. Un po come si fa con il bicipite.
In quanto tempo si risolve l’incontinenza urinaria?
Dipende dal grado di incontinenza, di solito in 5 a 10 sedute con cadenza di una a settimana o una ogni 15 giorni, raggiungiamo buoni risultati.
È possibile prevenire l’incontinenza urinaria?
Sì, assicurandosi già durante la gravidanza che i muscoli abbiano un tono sufficiente e nel caso contrario rafforzarli con l’aiuto di esercizi mirati che verranno insegnati dal professionista.
E poi ovviamente l’educazione/rieducazione dei gesti del quotidiano ha un posto molto importante nella riabilitazione del pavimento pelvico.
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