Per “fondo dell’occhio” si intende la parte posteriore del globo oculare, vista dall’interno. Praticamente, come guardare la pellicola di una macchina fotografica, passando dal suo obiettivo. L’esame del fondo dell’occhio rappresenta un momento fondamentale nel corso della visita oculistica. Ne parliamo con il dott. Stefano Valzelli, oculista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Domodossola a Milano, diretto dal dott. Fabrizio Camesasca.
A cosa serve l’esame del fondo dell’occhio?
Questo esame permette di osservare le importanti strutture interne della parte posteriore dell’occhio (corpo vitreo, retina, nervo ottico), di diagnosticarne le malattie, stabilirne una prognosi, valutare gli appropriati interventi terapeutici.
Lo stesso esame eseguito con la dilatazione della pupilla, ottenuta dopo l’istillazione di alcune gocce di collirio dilatatore definito “midriatico”, permette una migliore visione della parte centrale della retina (testa del nervo ottico, macula, vasi arteriosi e venosi) e lo studio accurato dei settori periferici della retina. Stiamo infatti guardando all’interno di una struttura di forma sferica passando da una piccola apertura, la pupilla.
Come viene eseguito l’esame del fondo dell’occhio?
Per questo esame il medico oculista utilizza un apposito microscopio, la lampada a fessura e delle speciali lenti, interposte tra microscopio e occhio del paziente, che si trova in posizione seduta e deve mantenere lo sguardo su un punto indicato dal medico. La quantità di luce necessaria per visualizzare bene il fondo dell’occhio è cospicua, ed il paziente deve collaborare e superare i primi istanti di abbagliamento. Può anche essere utilizzata un’apparecchiatura posta sul capo dell’oculista con l’ausilio di una lente biconvessa (oftalmoscopia indiretta). Entrambe le tecniche permettono un’esplorazione della retina in visione binoculare.
Quando è necessario l’esame del fondo dell’occhio?
L’esame del fundus in dilatazione è quindi indicato in tutte le alterazioni del corpo vitreo (corpi mobili, mosche volanti, lampi luminosi come segni precedenti il distacco del corpo vitreo), le malattie del nervo ottico (papilledema, otticopatie ischemiche o infiammatorie, glaucoma) e dell’area retinica maculare (degenerazioni legate all’età, retinopatia diabetica e ipertensiva, patologie vascolari della retina come le occlusioni venose e arteriose).
Inoltre, la dilatazione della pupilla permette l’osservazione dei settori periferici della retina rendendo visibili e valutabili per un possibile trattamento aree con degenerazioni, fori, rotture.
Spesso l’esame del fondo oculare viene richiesto da medici internisti, neurologi, diabetologi, pediatri, per valutare l’evoluzione e il possibile coinvolgimento oculare di numerose patologie sistemiche come diabete, ipertensione arteriosa, malattie infiammatorie.
Esistono contrindicazioni per l’esame del fondo oculare?
L’esame del fundus in dilatazione non ha in generale alcuna controindicazione.
Possibili sono reazioni allergiche ai colliri per la dilatazione (es. fenilefrina). Da considerare la difficoltà alla visione per la durata dell’effetto “midriatico” (solitamente qualche ora).
Nel caso di soggetti glaucomatosi o in pazienti con occhi “piccoli” (es. soggetti ipermetropi) la dilatazione potrebbe indurre una riduzione degli spazi intraoculari con conseguente aumento della pressione intraoculare. In questi casi è meglio eseguire l’esame del fondo senza dilatazione della pupilla. Sarà il medico oculista, prima della somministrazione del collirio midriatico a valutare la situazione anatomica dell’occhio e giudicare se la dilatazione può essere effettuata in sicurezza.
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