Quando si parla di visita oculistica spesso si tende a confonderla con il test della vista che viene eseguito utilizzando le lettere di grandezza decrescente disposte sullo schermo luminoso e con cui si verifica se la messa a fuoco dei nostri occhi è ottimale o se, al contrario, è necessario ricorrere all’ausilio di occhiali.
Questo semplice esame è invece solo una parte di quanto viene eseguito nell’ambito della visita, il cui obiettivo è diagnosticare patologie più o meno gravi – dal distacco della retina al glaucoma, da una retinopatia alla degenerazione maculare senile – che interessano retina, cornea e cristallino, ovvero le parti che compongono il nostro occhio.
Ma non solo queste: «La visita oculistica – sottolinea il dottor Mauro Carrara, oculista di Humanitas Medical Care di Bergamo e di Trezzo sull’Adda, oltre che di Humanitas Castelli – permette anche di individuare altre patologie più complesse di carattere reumatico, vascolare o endocrino, come ad esempio l’ipertensione o il diabete, che hanno tra i loro effetti quelli di provocare danni oculari».
Quando sottoporsi a una visita oculistica?
In genere quando si registrano problemi agli occhi, che possono essere di due tipi, sottolinea lo specialista: «Ci può essere un abbassamento della vista, quindi un’alterazione funzionale, o si può soffrire di sintomi di tipo sensoriale come bruciore, dolore, fastidio agli occhi. Ma può essere comunque indicato sottoporsi a un controllo anche in via preventiva, soprattutto se si hanno familiari con patologie conclamate legate agli organi della vista».
Se teniamo conto che 6 italiani su 10 denunciano almeno un difetto visivo e che l’80% delle informazioni che giungono al nostro cervello dall’esterno passano attraverso gli occhi, si ha la portata di quanto sia importante, anche in questo caso, parlare di prevenzione e diagnosi precoce. «Lo è soprattutto se pensiamo al glaucoma, la malattia che colpisce il nervo ottico – precisa il dottor Carrara –, che non dà nessun sintomo iniziale: quando ci accorgiamo che il nostro campo visivo è alterato vuol dire che il glaucoma ha già danneggiato più del 70% del nervo ottico, situazione cui non è più possibile porre rimedio».
Per tutto questo, in ambito di diagnosi precoce e di screening legati alla cura della vista è bene cominciare fin da piccoli: «L’età giusta per la prima visita oculistica si aggira attorno ai 4 anni, a meno che non ci siano problemi evidenti di strabismo, nel cui caso sono da prevedere visite fin dal primo-secondo anno di vita. Dai 4 anni in poi può essere sempre utile fare una visita ricordando che il tempo che passa aumenta l’esigenza di intervento, per cui oltre i 40 anni è meglio la routine di una visita specialistica oculistica ogni 2 anni circa» conclude il dottor Carrara.
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