L’ernia addominale è una patologia molto frequente che affligge un numero non indifferente di maschi, in modo particolare a livello dell’inguine, mentre le femmine possono presentare più frequentemente un’ernia all’ombelico o in epigastrio (la parte alta dell’addome).
Si parla di ernia quando un viscere, o una parte di esso, fuoriesce dalla cavità che normalmente lo contiene, attraverso un orifizio, chiamato porta erniaria.
Ce ne parla il dott. Marco Rovagnati, docente a contratto dell’Open Faculty di Humanitas University, chirurgo generale presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Monza ed esperto di ernia e di chirurgia laparoscopica.
Come si riconosce un’ernia?
È molto semplice riconoscere un’ernia, tanto che normalmente non serve altro che una visita da uno specialista chirurgo. Infatti, il termine deriva dal greco “hernios” che significa bocciolo, ed è dovuto al fatto che la tumefazione erniaria si presenta come una sporgenza. L’ernia che si presenta alla superficie del corpo viene detta anche ernia esterna.
Quante tipologie di ernie esistono?
Rimanendo nell’ambito del campo della chirurgia generale e quindi dell’addome, l’ernia più frequente è l’ernia inguinale. Questa malattia colpisce soprattutto i maschi perché già presentano un orifizio a livello inguinale: dove decorre il funicolo spermatico. Le donne sono più frequentemente colpite a livello inguinale da un’ernia chiamata femorale o anche detta crurale. Ma ci sono anche le ernie ombelicali, le ernie epigastriche (tra sterno ed ombelico) e l’ernia di Spigelio, un’ernia non così rara da non dover essere menzionata, che si crea solitamente sotto l’ombelico di fianco ai muscoli retti dell’addome, per intenderci quelli della “tartaruga”.
Altre ernie più rare (che il chirurgo deve comunque saper riconoscere e trattare) ma che semplicemente elenco, sono: otturatoria, ischiatica, perineale e lombare.
L’ernia è sempre sintomatica, cioè dà sempre fastidio?
L’ernia può essere sintomatica ma anche asintomatica. Il sintomo che spesso si traduce in bruciore, senso di pesantezza, ingombro, ma anche imbarazzo personale, è dovuto molto spesso al contenuto dell’ernia, cioè che cosa fuoriesce dall’addome, dalle dimensioni e dalla difficoltà con cui l’ernia viene ridotta, cioè quando il contenuto viene riportato nella sua sede anatomica.
Si parlava di dimensioni dell’ernia, non sono tutte di grandezza simile?
Se parliamo ad esempio di ernia inguinale, quando si presenta per la prima volta ha solitamente la grandezza di una noce, ma col tempo le dimensioni possono aumentare, diventando grande prima come un’arancia, successivamente come un melone e ancor più. I termini per le ernie di maggiore dimensione sono inguino-scrotale, e ciò accade quando il contenuto addominale (sostanzialmente l’intestino) va ad occupare la sacca scrotale; il peso dell’ernia stessa nel tempo ne fa aumentare ancor più le dimensioni, facendola diventare un’ernia permagna.
L’ernia è una malattia pericolosa?
L’ernia normalmente, in certe posizioni, come ad esempio da sdraiati e quando si è rilassati rientra, cioè scompare; l’ernia, se non per la sua tumefazione evidente, a volte non dà alcun segno di sé.
Ma a volte ed improvvisamente si può complicare rendendo necessaria una visita urgente in pronto soccorso e dal chirurgo, e purtroppo, non raramente, si deve necessariamente transitare in sala operatoria.
Quali sono le complicanze dell’ernia?
Tra le complicanze più frequenti e preoccupanti troviamo:
Irriducibilità: il contenuto erniato non si riesce a ridurre in addome; capita solitamente per ernie molto voluminose oppure di vecchia data.
Intasamento: un’ernia normalmente riducibile diventa improvvisamente ma temporaneamente irriducibile, generando dolore e difficoltà ad andare di corpo; si ha la risoluzione del quadro clinico con la riduzione del contenuto attraverso opportune manovre manuali o, se queste falliscono, con l’intervento chirurgico
Strozzatura: si tratta di una complicanza severa dell’ernia intasata a cui si associa un quadro ischemico del viscere erniato. Questa è la complicanza più severa che si conclude con un intervento chirurgico urgente e a volte necessita la resezione dell’intestino sofferente.
Come si cura un’ernia?
La riparazione di un’ernia può avvenire esclusivamente per via chirurgica, ma le tecniche che possono essere utilizzate sono molteplici: è compito del chirurgo definire la tipologia di intervento da effettuare, tenendo conto di diversi fattori clinici, offrendo e spiegando al paziente quali siano i vantaggi che la scelta chirurgica comporta per la sua specifica situazione. Infatti, per la chirurgia delle ernie, è oramai consueto parlare di chirurgia “tailored” o “su misura”.
Il mio approccio chirurgico è a 360° ma sicuramente vivo una predilezione nei confronti di una chirurgia mininvasiva – laparoscopica. Come si dice, metto una pulce nell’orecchio per chi fosse incuriosito dalle tecniche che propongo per una chirurgia sartoriale dell’ernia.
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