L’angiologo è un medico specialista che si occupa di diagnosticare e curare (con trattamenti ambulatoriali o chirurgici) le patologie che riguardano i vasi sanguigni. Condizioni che colpiscono quasi un terzo della popolazione in tutto il mondo occidentale e che – per questo – meritano di far conoscere meglio questa figura.
Ne abbiamo parlato con il dottor Marcello Ghezzi, angiologo presso l’ambulatorio di Chirurgia Vascolare di Humanitas Medical Care Arese.
Che cos’è l’apparato circolatorio?
L’apparato circolatorio è l’insieme dei vasi sanguigni che permettono la circolazione del sangue – sotto la spinta del cuore – nell’organismo, per fornire a tutti gli organi, cellule e tessuti, i nutrienti e l’ossigeno di cui hanno bisogno, eliminando l’anidride carbonica e le sostanze di scarto.
È costituito da due componenti principali: il circolo sistemico e il piccolo circolo; ognuna di queste è formata da arterie, capillari e vene.
Quando rivolgersi all’angiologo?
Gli angiologi trattano i disturbi delle arterie, delle vene e dei vasi linfatici.
Alcuni segnali che possono indicare un problema circolatorio, e quindi la necessità di rivolgersi ad uno specialista sono:
– Gambe pesanti o gonfie
– Sensazione di bruciore, crampi o formicolio alle gambe
– Presenza di vene bluastre o violacee
– Dolore quando si tocca la gamba
– Sensazione di calore alle gambe
– Mani o piedi blu
– Arti doloranti
– Difficoltà respiratorie (dispnea)
È altresì importante consultare un angiologo in presenza di diabete o problemi a livello vascolare. Tuttavia, una consulenza angiologica può essere necessaria anche in caso di controlli periodici nei pazienti che soffrono di ipertensione arteriosa o che sono a rischio di eventi cardiaci, in caso di comparsa di vene varicose, per trattarle prima che la sintomatologia peggiori e sia necessario un intervento chirurgico.
La figura dell’angiologo, infatti, non deve essere un punto di riferimento solo in caso di una condizione già esistente, ma come prevenzione, per evitare possibili complicanze di un problema circolatorio.
Quali esami vengono eseguiti dall’angiologo?
Il primo approccio con l’angiologo non dovrebbe rimanere confinato alla sola valutazione strumentale. Per un preciso e completo inquadramento, con una valutazione complessiva ed esauriente del paziente, sono inizialmente necessari sia la visita specialistica che l’ecocolordoppler, per visualizzare i vasi sanguigni nel loro decorso ed aspetto, e misurare la portata dei vasi.
Anche i periodici controlli devono essere sempre completi di esame clinico e strumentale. Questo può comportare un aumento della tempistica e soprattutto del costo della prestazione, ma la qualità dell’offerta specialistica e soprattutto la sicurezza dei pazienti, non devono – a mio avviso – essere messe in discussione.
Altri metodi di imaging, possono comprendere la risonanza magnetica o la TC (tomografia computerizzata), nonché l’angiografia o la flebografia, in cui i vasi possono essere visualizzati iniettando un mezzo di contrasto, attraverso un’indagine a raggi X.
Quali patologie tratta l’angiologo?
Come dicevamo, l’angiologo tratta tutte le malattie circolatorie, come:
- insufficienza venosa cronica (IVC) come vene varicose o varici agli arti inferiori
- linfedema (sindrome della gamba grossa)
- trombosi venosa profonda e trombosi venosa superficiale con tutte le connessioni interdisciplinari previste
- arteriopatie
- ulcere vascolari (venose e vasculitiche)
- malformazioni artero-venose
- piede diabetico
Le ultime due patologie, dopo un iniziale inquadramento, verranno inviate agli specialisti appositamente dedicati.
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