Lo sport fa bene alla salute ma non solo. Calma la mente, aiuta a moderare lo stress, l’umore, a combattere la depressione, e può aiutare a prevenire e aiutare a gestire anche i problemi di salute mentale più gravi. Non è necessario praticare una disciplina a livello agonistico ma è sufficiente allenarsi qualche ora a settimana per sentirsi già meglio. “Mens sana in corpore sano”, ovvero, mente sana in un corpo sano, si riferisce proprio alla stretta relazione che deve esserci tra benessere mentale e fisico.
Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Elisa Morrone, psicologa e psicoterapeuta presso i centri Humanitas Medical Care di Domodossola e De Angeli a Milano.
Dottoressa, in che modo lo sport favorisce il benessere psicologico?
Sono stati diversi gli studi che hanno confermato i benefici dello sport non solo per il benessere fisico ma anche per quello mentale:
1. L’esercizio fisico influisce sui livelli di serotonina,, stimolando gli ormoni adrenalina e noradrenalina, che permettono di migliorare l’umore;
2. L’attività fisica rilascia endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello che regolano l’umore, riducendo i livelli stress;
3. La partecipazione agli sport di squadra migliora la resilienza, l’empatia, e le abilità sociali;
4. Lo sport permette di migliorare lo sviluppo cognitivo, la creatività e la concentrazione;
5. Lo sport richiede la definizione di obiettivi, il coordinamento con il tema e il lavoro per raggiungerli, aumentando l’autostima e la fiducia in sé stessi e verso gli altri e l’auto-affermazione;
6. Lo sport consente di passare più tempo all’aria aperta e liberare la mente dalle preoccupazioni;
7. Fare sport aiuta a migliorare l’attenzione, l’autocontrollo e il problem solving;
8. Lo sport migliora la percezione del proprio stato di salute fisico;
9. Lo sport ci permette di dormire meglio e quindi essere più riposati.
Quali condizioni mentali possono beneficiare dello sport?
Sono diverse le condizioni mentali che possono beneficiare dell’attività fisica, soprattutto se eseguita in gruppo e all’aria aperta, sotto al sole.
È molto utile nella gestione dello stress sia acuto che cronico. Per esempio, fare una passeggiata prima di rientrare a casa dopo una giornata pesante a lavoro, può aiutarci a sentirci meglio. Ma anche un esercizio breve e intenso, per esempio 20 minuti di spinning, quando le condizioni mediche lo consentono, ci può aiutare nella gestione della rabbia.
I pazienti con depressione, sono poi la classe di pazienti con disturbi psicologici che sicuramente possono beneficiare maggiormente dell’attività sportiva, come molti articoli scientifici ci hanno raccontato e dimostrato.
In uno studio pubblicato nel 2018, si è confrontato l’effetto della fluoxetina, un antidepressivo molto utilizzato che appartiene alla categoria degli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) e l’attività sportiva sulla funzionalità cerebrale. L’obiettivo dello studio, in particolare è stato di valutare quanto l’assunzione della fluoxetina, da un lato, e l’attività sportiva dall’altro, possano modificare l’attività neuronale e anche la neurogenesi cerebrale, ovvero lo sviluppo di nuove cellule nervose o nuovi circuiti neuronali.
La conclusione a cui arrivano gli autori è che sia la fluoxetina che l’attività sportiva stimolano l’attività neuronale dell’ippocampo, aumentando la produzione di nuove cellule. Ricordiamo che l’ippocampo è la principale struttura coinvolta nella memorizzazione e nell’apprendimento, ma che svolge anche un ruolo importante nella gestione e comprensione delle emozioni.
Lo sport può essere considerato una terapia?
Come già detto precedentemente, sicuramente sì, ma come coadiuvante per le altre terapie che siano di natura psicologica, psicoterapeutica o farmacologica.
Quanto esercizio fisico serve per ridurre lo stress?
Domanda difficile. Non esiste una regola assoluta che possiamo utilizzare per tutti. Esistono anche persone che hanno bisogno di rilassarsi per ridurre lo stress piuttosto che fare attività fisica impegnativa. In linea generale però possiamo dire che siamo solo noi che possiamo renderci conto di quanta attività fisica svolgere per sentirci bene, rigenerati.
A volte può bastare una passeggiata veloce di 20 minuti (consigliata anche dai cardiologi come prevenzione cardiovascolare), l’importante è comunque non esagerare: il nostro organismo, in ogni sua funzione, ha dei limiti che dobbiamo imparare a riconoscere e rispettare. È proprio negli ultimi anni che la ricerca scientifica ci mette l’alert sull’eccesso. Possiamo paragonare il nostro corpo ad una macchina, per quanto possa essere potente, non possiamo pretendere che vada sempre al massimo altrimenti il motore scoppia, proprio come potrebbe succedere al nostro organismo.
Sport individuale o di gruppo: quale scegliere?
Sicuramente di gruppo, per diversi motivi, in primis perché ci permette di socializzare, di metterci in gioco. Il lockdown ha lasciato in tutti noi dei segni “psicologici” che ci porteremo dietro per un bel po’ di tempo e che negli adolescenti è ancora più visibile. Pensiamo per esempio all’uso eccessivo dei social media, dei vari device che abbiamo a disposizione, telefono, tablet, tv per dire i più comuni che rubano tempo e ci portano quasi a vivere una realtà parallela fatta di contatto digitali o virtuali e non reali, con il rischio che poi nella realtà si faccia ancora più fatica ad interagire, soprattutto per le persone più introverse.
Quindi, l’attività fisica di gruppo organizzata e gestita da un allenatore aiuta molto nel superare quelle barriere di disagio psicologico. Ma pensiamo anche a quanto si è modificato il nostro ritmo del sonno e della veglia, i nostri orari sono diversi da quelli che avevamo prima del lockdown e anche in questo caso, svolgere attività fisica con costanza, magari al mattino, aiuta il nostro organismo a ristabilire quegli equilibri persi e forse anche a farci sentire più felici, aiutandoci sicuramente anche nella gestione dello stress.
Sedi
-
12.000.000 Visite
-
1.000.000 pazienti
-
7.300 professionisti
-
190.000 ricoveri
-
12.000 medici