L’ecografia transvaginale è una procedura rapida ed indolore ma allo stesso tempo molto importante nel percorso di prevenzione donna, perché consente di osservare e studiare l’utero, le ovaie e le salpingi (tube di Falloppio), ma anche gli organi vicini (come retto e sigma, vescica e ureteri), per diagnosticare eventuali disturbi o anomalie.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Serena Del Zoppo, ginecologa ed ostetrica presso il centro Humanitas Medical Care di Arese.
A cosa serve l’ecografia transvaginale?
L’esame può essere utile per:
· individuare la presenza di eventuali malformazioni uterine;
· confermare o meno un sospetto clinico emerso durante la visita ginecologica;
· studiare l’endometrio;
· valutare lo stato di salute delle ovaie;
· individuare eventuali lesioni benigne o maligne;
· diagnosticare eventuali cisti ovariche, fibromi, miomi e polipi endometriali;
· aiutare a individuare la causa di un dolore pelvico;
· osservare, datare e valutare lo stato della gravidanza nelle prime settimane di gestazione.
Come funziona l’ecografia transvaginale?
L’ecografia consiste nell’introduzione di una sonda – in grado di emettere ultrasuoni a frequenza elevata – all’interno della vagina. I segnali provenienti dai tessuti vengono poi rielaborati da un computer in forma visiva su monitor dell’ecografo, permettendo allo specialista di valutare attentamente le zone esaminate. Gli ultrasuoni non sono per nulla dannosi, tant’è che l’ecografia può essere eseguita anche in gravidanza senza alcun rischio per mamma e bambino.
Può essere di primo e di secondo livello:
– ecografia di primo livello: si svolge durante la visita ginecologica e consente di individuare eventuali patologie a carico degli organi genitali interni;
– ecografia di secondo livello: può essere richiesta come indagine di approfondimento in caso di anomalia o sospetta patologia.
La durata è in genere di circa 15 minuti, ma può richiedere più o meno tempo a seconda della presenza di alterazioni o meno e dell’ecogenicità dei tessuti, ad esempio, in caso di pazienti obese o in condizioni intestinali non favorevoli, la qualità dell’immagine può essere peggiore e quindi l’esame può richiedere più tempo.
Quando eseguire l’ecografia transvaginale?
Questa ecografia può essere richiesta in caso di presunta gravidanza, dolori pelvici, sanguinamenti anomali, problemi di fertilità, alterazione del ciclo mestruale, dolore durante i rapporti sessuali, sospetto di tumore o massa pelvica, ma anche come semplice controllo periodico.
Chi può sottoporsi all’ecografia transvaginale?
In qualsiasi momento, sia durante il flusso mestruale, sia in pazienti che hanno già iniziato l’attività sessuale, sia nelle donne in gravidanza, per osservare l’embrione nelle prime settimane (nel secondo e terzo trimestre di gravidanza il bambino cresce ed è visibile con l’ecografia transaddominale).
Ogni quanto andrebbe eseguita l’ecografia transvaginale?
Non c’è una regola specifica, dipende dai sintomi e dalla storia clinica della paziente, ma è buona norma accompagnare la visita ginecologica annuale di routine con il controllo ecografico.
Quali altri esami ginecologici sono importanti in un percorso di prevenzione?
Oltre alla visita ginecologica con ecografia transvaginale (transaddominale nella ragazza che non ha iniziato l’attività sessuale), è di primaria importanza il pap test, caposaldo della prevenzione del tumore del collo dell’utero.
In caso si sintomi vaginali e dolori, il tampone vaginale e/o cervicale può essere d’aiuto nella diagnosi precoce di infezioni genitali, che, se misconosciute, potrebbero arrecare danni alla fertilità futura.
Perché per la donna è importante fare prevenzione?
La prevenzione è importante per mantenere a lungo un buono stato di salute. Permette di identificare precocemente alterazioni e problematiche, che nel tempo potrebbero aggravarsi. Col pap test, ad esempio,è possibile identificare delle alterazioni del collo dell’utero che potrebbero evolvere in tumore nel giro di anni, ed asportarle con interventi mini-invasivi e senza rischi.
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