La disfunzione erettile è un disturbo che porta alla difficoltà ad ottenere o mantenere un’erezione completa. Essa riguarda circa il 40% degli ultra cinquantenni e la metà degli over 70, ma colpisce con una certa frequenza anche gli uomini di età inferiore, soprattutto se esposti a fattori di rischio cardiovascolari. Essendo spesso un campanello d’allarme dal punto di vista delle malattie aterosclerotiche, diventa fondamentale la prevenzione, che si basa principalmente sulla visita dall’andrologo, il quale avvierà un immediato percorso diagnostico e curativo.
Per saperne di più su questo argomento, abbiamo intervistato il dottor Alessandro Pizzocaro, andrologo, responsabile dei nuovi ambulatori di Andrologia in Humanitas Medical Care Rozzano-Fiordaliso, presso il centro commerciale “Fiordaliso”, negli ambulatori di Milano e specialista del Centro di Sessuologia Medical Care.
Gli uomini che presentano fattori di rischio hanno maggiore probabilità di avere una disfunzione erettile?
Occorre premettere che la disfunzione erettile non è una malattia ma un sintomo del fatto che l’organismo non sta bene e che essa non dipende solo da problematiche psicologiche come stress, tensioni di coppia, problemi di lavoro ecc., ma anche da numerosi fattori di rischio vascolari molto comuni, quali le malattie cardiovascolari come l’infarto e la cardiopatia ischemica. Il paziente che ha una pressione più alta del normale (l’iperteso), o ha un problema di colesterolo, è sedentario, fuma e abusa di alcolici, o è diabetico, ha un maggior rischio di sviluppare una aterosclerosi. Significa che i suoi vasi sanguigni tendono a chiudersi e, come arriva meno sangue al cuore e al cervello, così ne arriva meno anche per l’erezione e, di conseguenza, si sviluppa la disfunzione erettile.
Come si possono prevenire possibili eventi cardiovascolari?
I pazienti che si rivolgono all’andrologo e che hanno come primo sintomo la comparsa di un problema erettile, specie se di mezza età, dopo la visita spesso scoprono di essere cardiopatici, anticipando di qualche anno un evento di natura cardiovascolare. In questo modo salvano la vita.
I farmaci che un paziente assume per l’erezione vanno presi per tutta la vita?
Non è stato ancora dimostrato con certezza che i farmaci per l’erezione siano curativi. Essi hanno un’azione sul sintomo, ma non curano o eliminano la causa che ha provocato il disturbo; solo risolvendo il problema a monte è possibile poi sospendere il farmaco. Quindi è fondamentale controllare la pressione, la glicemia, il peso, la dieta e fare attività fisica, in particolare quella aerobica. Per esempio, l’obeso che riesce a ridurre il peso recupera lentamente la funzione erettile.
Un uomo intorno ai 50-55 anni di età, quando deve rivolgersi all’andrologo?
Il maschio deve rivolgersi all’andrologo fin da quando è adolescente. L’uomo di 50-55 anni che aumenta di peso ha una diminuzione del desiderio sessuale e problemi di erezione, verosimilmente è un paziente che inizia ad avere fattori di rischio non solo psicologici ma anche cardiovascolari e metabolici. Per cui, è molto importante che si rechi dall’andrologo. Tra le altre cose a quell’età incomincia a ridursi il livello di testosterone, l’ormone che non solo caratterizza la sessualità, ma regola il metabolismo, migliora la glicemia, il peso, il tenore del calcio nelle ossa, l’umore. A partire dai quarant’anni circa il testosterone cala del 2% all’anno; ma se nel frattempo il soggetto diventa diabetico, iperteso ecc., esso si abbassa ulteriormente e può sviluppare una disfunzione sessuale.
Come mai, contrariamente alla donna che va regolarmente dal ginecologo, l’uomo è restio a rivolgersi allo specialista?
Si tratta di una questione culturale. I maschi, in particolare il maschio latino, vivono la propria mascolinità, la propria virilità con la sessualità. Per quanto sia un fenomeno naturale, quando vengono colpiti in una cosa così intima, si chiudono in se stessi e non hanno il coraggio di rivolgere delle domande allo specialista, anzi sperano che sia il medico stesso a farle. Molto spesso in una coppia è la donna che spingere il partner ad andare dal medico, anche perché non bisogna dimenticare che la disfunzione erettile è un problema che può minare la serenità del rapporto a due.
Come si deve comportare l’uomo che riscontra dei segnali di rischio?
Deve andare dall’andrologo per esporre le sue problematiche. Lo specialista gli farà fare degli esami che valuteranno tutti i fattori di rischio vascolari e, una volta inquadrato il problema, deciderà il trattamento, che spesso prevede anche il coinvolgimento della partner.
Quale tipo di esame si deve fare principalmente?
Nei pazienti che hanno un disturbo della sessualità va fatto il controllo del testosterone: è un esame semplicissimo, un banale prelievo del sangue che si esegue il mattino presto a digiuno, insieme alla glicemia e al colesterolo.
Qual è la fascia di età più colpita dalla disfunzione erettile?
Il disturbo di disfunzione erettile è presente nel 13% circa della popolazione, ma l’età è un fattore di rischio indipendente: più aumenta l’età più cresce il rischio di avere questo problema. Quasi il 40% dei pazienti intorno ai 50-55 anni e il 50% degli over 70 ha problemi di disfunzione erettile. Il motivo è legato al fatto che a partire da quell’età si verifica un aumento di tutti i fattori di rischio cardiovascolari e anche dell’uso di farmaci. Per questo, si consiglia uno stile di vita sano, che preveda anche un’attività fisica, principalmente quella aerobica, che aiuta il metabolismo, ma che sia regolare e costante nel tempo.
È vero che oggi molti più giovani si rivolgono all’andrologo?
Sì, ma purtroppo non per prevenzione, solo quando hanno un problema. Il disturbo della disfunzione sessuale sta aumentando nei giovani forse per via dello stress, dei problemi della vita quotidiana, o perché c’è una maggiore libertà sessuale e il maschio non è ancora pronto alla donna, che è più emancipata rispetto al passato. Poi esiste un altro fenomeno: l’utilizzo eccessivo dei siti pornografici su Internet che, non solo può provocare dipendenza, ma anche un distacco dalla realtà e di conseguenza il maschio non sa più gestire i rapporti sessuali. Il modello pornografico non è mai un modello della realtà di tutti i giorni, né come fisicità né come tipo di rapporto. Infatti, il maschio utilizza solo una parte dei sensi, mentre gli mancano l’olfatto, il tatto, il coinvolgimento, e questo può portare a disturbi di approccio all’altro sesso. Sembra paradossale, ma nonostante la maggiore libertà sessuale, i maschi di oggi hanno molti meno rapporti rispetto ai loro nonni.
Quali sono le cure possibili per la disfunzione erettile?
Un trattamento che oggi sta andando per la maggiore è quello con le onde d’urto, ma risulta efficace solo nei casi di vascolopatia lieve. Si tratta di una metodologia assolutamente indolore, senza controindicazioni o effetti collaterali. Ha un meccanismo d’azione che tende a migliorare l’attività vascolare, cioè la circolazione del sangue nel pene, e quindi favorisce l’erezione. Tuttavia, l’efficacia di questo trattamento è ancora oggetto di studio; soprattutto si deve capire quali tipi di pazienti ne possono beneficiare, sicuramente quelli più giovani.
Quando viene prescritto il testosterone?
Il testosterone ha dei range di normalità che vanno da un minimo a un massimo e che sono stati studiati sulla media della popolazione. L’ormone si abbassa con l’età, ma è ormai dimostrato che se si somministra del testosterone a un paziente che ha già un livello normale dello stesso, di fatto non ne ottiene alcun vantaggio, anzi potrebbe addirittura produrgli degli effetti collaterali, come, per esempio, l’aumento della viscosità del sangue che può predisporre a eventi vascolari come infarto e ictus. Quindi il testosterone è un farmaco eccellente, che solo lo specialista (endocrinologo o urologo) può prescrivere, ma che va utilizzato esclusivamente in presenza di una diagnosi corretta effettuata dallo specialista.
Il testosterone può causare il tumore alla prostata?
Si tratta di un falso mito. È assolutamente dimostrato che chi utilizza il farmaco, perché ha il testosterone basso, sicuramente non è più predisposto al tumore alla prostata. Anzi, addirittura sembrerebbe avere un ruolo protettivo. Non lo può assumere solo chi ha già un tumore alla prostata, se non in condizioni di guarigione.
I farmaci per l’erezione possono far male al cuore?
Assolutamente no. I farmaci per via orale per l’erezione sono nati come coronarodilatatori. Poi si è visto che funzionavano molto bene anche per il circolo polmonare, tanto è vero che i pazienti con scompenso cardiaco, che hanno ipertensione polmonare, beneficiano dei farmaci per l’erezione. La controindicazione esiste quando i pazienti già assumono farmaci per il dolore cardiaco (coronarodilatatori), perché quelli per l’erezione ne aumentano l’azione vasodilatatrice. Per il resto sono innocui.
Com’è cambiata negli anni l’Andrologia?
È cambiata radicalmente perché inizialmente l’unica terapia sintomatica per la disfunzione erettile era l’iniezione di farmaci nel corpo cavernoso. Essa consisteva nel fare l’iniezione cinque minuti prima del rapporto e quindi si trattava di un’erezione programmata, artificiale. Dal 1998, invece, sono stati messi in commercio dei farmaci che, anziché far iniziare l’erezione, la condizionano, cioè non la provocano ma la favoriscono, la garantiscono nel momento in cui il meccanismo è già in atto. Questo tipo di intervento è, quindi, ben accettato dalla coppia. Gli effetti collaterali di questi farmaci (quali mal di testa, rossore al volto o bruciore allo stomaco) non sono dannosi alla salute e si riducono man mano che si assume in farmaco; inoltre, sono stati realizzati diversi tipi di farmaci che agiscono in modo selettivo, per ogni tipologia di paziente. Per fare un esempio, il giovane che ha rapporti sessuali molto frequenti potrebbe prediligere un farmaco assunto a piccole dosi tutti i giorni, mentre un anziano, che ha un’attività sessuale spesso meno frequente, necessita di farmaco più rapido e a bassa durata d’azione. La speranza con questo tipo di trattamento è quella di poter arrivare a far sì che il paziente non dipenda più dal farmaco e abbia un’attività sessuale spontanea.
Che cosa possiamo aspettarci dal futuro dall’Andrologia?
Che ci sia una maggiore consapevolezza da parte del maschio dell’importanza di andare precocemente, e poi per tutta la vita, dall’andrologo, perché la salute sessuale maschile è, purtroppo, ancora oggi tabù e soprattutto viene sottovalutata. La prevenzione della sfera sessuale è fondamentale anche per le conseguenze sulla salute in generale dell’uomo.
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