Che cos’è il test di Cooper?
È un test ideato da un medico della Nasa, il Dottor Kennet H. Cooper, nel 1968, per valutare la forma fisica in ambito militare; con il tempo si è diffuso anche nell’ambito sportivo.
A cosa serve il test di Cooper?
Serve a misurare la massima distanza che un atleta riesce a compiere in 12 minuti (può essere utilizzato per valutare più atleti contemporaneamente).
Come funziona il test di Cooper?
Il percorso viene ricreato lungo il perimetro di un campo da gioco (per esempio, calcio basket o pallavolo). All’atleta, viene chiesto di correre (o camminare) lungo questo tragitto, facendo attenzione a non tagliare gli angoli e non oltrepassare mai la linea di delimitazione del campo (per facilitare lo svolgimento del test, potrebbe essere utile posizionare dei coni agli angoli del perimetro).
Dal via agli atleti, l’allenatore dovrà cronometrare 12 minuti, senza interruzioni.
L’atleta dovrà calibrare la velocità di corsa (o cammino) nel tempo stabilito, cercando di percorrere la maggior distanza possibile.
Al termine dei 12’ l’allenatore fermerà gli atleti, che dovranno mantenere la posizione che hanno raggiunto. A quel punto sarà possibile calcolare la distanza percorsa.
Il test di Cooper permette di calcolare anche la VO2max, un parametro che misura la quantità di ossigeno che l’organismo è in grado di utilizzare in una certa unità di tempo (in questo caso in 12 minuti).